Generale e patriota (Napoli 1775 - Nauplia, Grecia, 1825); entrò (1793) come cadetto nell'esercito borbonico; nel 1799 aderì alla Repubblica napoletana, combattendo con il grado di capitano a Castelnuovo; riuscito a fuggire in Francia dopo la caduta della Repubblica, si arruolò nella legione italica e combatté a Marengo; passato nell'esercito cisalpino, poi italico, partecipò alla campagna del 1805 e alla conquista di Napoli (1806); promosso maresciallo di campo da G. Murat, da cui ebbe anche il titolo baronale, lo seguì nella campagna di Russia (1812). Tornato a Napoli, dopo i moti del 1820 ebbe il comando della piazza di Messina (1821), da dove tentò di organizzare la resistenza contro gli Austriaci, che intervenivano a restaurare il potere assoluto dei Borboni. Fallito il disegno, fuggì prima in Spagna, dove combatté per il regime costituzionale, poi in Grecia.