SERGI, Giuseppe
Antropologo, nato a Messina il 20 marzo 1841. A 19 anni fu con Garibaldi a Milazzo. Dopo aver insegnato filosofia e lettere greche nei licei, divenne professore di antropologia nelle università di Bologna (1880) e di Roma (1884-1916).
La sua attività fu rivolta dapprima alla filosofia e alla filologia indoeuropea, dalla quale egli passò alla psicologia e alla pedagogia, facendosi propagatore (fra il 1880 e il 1890) dell'indirizzo positivista o, meglio, meccanicista che ebbe la sua massima espressione nella dottrina dello Spencer. Fra le opere di questo periodo le più significative sono: Teoria fisiologica della percezione (1881) e L'origine dei fenomeni psichici e loro significato biologico (1888); Degenerazioni umane (1889) offre un esempio degli estremi a cui l'indirizzo portò. Più felice, in complesso, la sua opera antropologica, a preferenza nei lavori e memorie di carattere particolare e analitico, ove il S. portò buoni contributi. Notevoli le diverse pubblicazioni riguardo alla stirpe mediterranea; se pure molte conclusioni di esse vanno ormai modificate. Il metodo cranioscopico del S., basato sopra una descrizione geometrica delle forme del cranio cerebrale, se non ci ha dato distinzioni nell'umanità di valore tassonomico, rappresentò certo un'esperienza che andava fatta, sebbene di esito negativo. La classificazione presentata dal S. delle razze umane, soprattutto in L'uomo, secondo le origini, l'antichità, le variazioni e la distribuzione geografica (Torino 1911), che ammette più ġeneri nell'umanità, è inficiata più dalla concezione craniologica propria del S. che dalla concezione poligenista di per sé stessa. Ancora dipendente dalla sua concezione craniologica, e perciò assai discussa, è l'idea che il S. sostenne delle caratteristiche morfologiche degli Arî o meglio Indoeuropei. Scrittore oltremodo fecondo (le sue pubblicazioni sono oltre 400), il S. ha scritto anche sull'origine paleontologica dell'uomo, sulla paleontologia dei Mammiferi, sul mendelismo, sulla eugenetica, sulle antiche civiltà, sul linguaggio e la scrittura lineare, sulla critica antropologica delle opere d'arte, sulla delinquenza, sul femminismo, sulla sociologia e politica sociale, ecc. Devono riconoscersi al S. meriti singolari per l'interesse destato in larghi circoli allo studio naturalistico dell'uomo, al promovimento ufficiale, alla pratica organizzazione di questo studio.