Giurista e uomo politico (Napoli 1808 - ivi 1876). Magistrato, procuratore generale della gran corte criminale di Napoli (1848), fu sottosegretario dell'Interno e poi della Giustizia nel ministero Troya; in tale veste redasse la protesta del ministero a Ferdinando II in cui si denunciavano le tristi condizioni del regno. Imprigionato e poi condannato all'esilio (1850), fu richiamato e nominato ministro della Giustizia (1859); rifiutato l'incarico, quale segretario generale del comitato d'azione meridionale propugnò l'entrata di Garibaldi a Napoli. Procuratore generale presso la Corte di cassazione di Napoli, senatore dal 1861, fu ministro di Grazia e Giustizia (1864-65), contribuendo a dare forma definitiva al codice civile e a quello di procedura civile in vigore dal 1866. Scrisse varie monografie e Le mie prigioni (post., 1911).