Golia
Gigante filisteo, abbattuto con un sasso da Davide armato della sola fionda da pastore (II Reg. 17, 1 ss.). D. rievoca l'episodio nella lettera a Enrico VII (Ep VII 8 et Goliam hunc in funda sapientiae tuae atque in lapide virium tuarum prosterne). Naturalmente è l'imperatore che deve ripetere la prodezza di Davide; il nuovo G. da abbattere è il re di Francia, Filippo il Bello. Il medesimo re è indicato con il nome di Demetrio (Ep XI 8), re seleucida (162-150 a.C.), per condannarne la protezione accordata a Clemente V (designato col nome di ‛ Alcimus '; cfr. I Machab. 7, 1 ss.; II Machab. 14, 1 ss.).
L'analogia con simili brani e il contesto favoriscono l'interpretazione che segnala nel gigante di Pg XXXII 152 e XXXIII 45 il medesimo re di Francia; nel primo caso egli è rappresentato in scandalosa combutta con la curia romana, nel secondo si preconizza il loro castigo da parte del misterioso cinquecento diece e cinque, / messo di Dio, che anciderà la fuia / con quel gigante che con lei delinque. Il termine gigante va inteso nel suo significato ordinario, oppure con riferimento a Golia? La seconda alternativa è preferibile almeno per il secondo testo, che concorda per il concetto con la VII epistola; è verosimile che l'allusione sia contenuta pure nel primo testo, anche se l'immagine ivi descritta non presuppone nessun riferimento al libro (II Reg.) di Samuele.