Essere di statura e forza straordinaria cui sono attribuite imprese eroiche, costruzioni di città ecc. Il nome dei G. della mitologia greca fu esteso a tutte le figure extraumane che in numerose tradizioni mitico-religiose appaiono come caratterizzate in primo luogo da una straordinaria statura; accanto a questo tratto, la generalità delle tradizioni attribuisce ai G. altri aspetti mostruosi o comunque abnormi, presentandoli infine soprattutto come avversari dell’ordine umano-divino costituito.
Nella mitologia greca i G., per lo più indistinti, rappresentano una collettività indefinita e anonima di esseri mostruosi figli della Terra fecondata dal sangue dell’evirato Urano; dotati di forza poderosa, superiore a quella degli uomini, ma come questi mortali, sono avversari implacabili degli dei. Di questa ostilità naturale è espressione diretta il tema mitico della Gigantomachia, che fu argomento frequente di poesia. La Terra stessa vuole che essi affrontino gli dei, per vendicare i Titani precipitati nel Tartaro; in principio la lotta volge male per i celesti, contro i quali i G. scagliano armi e blocchi immensi di roccia; ma finalmente Zeus ha il sopravvento, con l’aiuto degli altri dei e di Eracle. Alcuni G. sono uccisi, altri sono colpiti dal fulmine di Zeus, tutti dalle fecce di Eracle; i corpi fumanti di alcuni sono sepolti sotto monti (per es. l’Etna), che si trasformano in vulcani.
L’arte arcaica raffigurò i G. con la pesante armatura degli opliti, poi in aspetto di uomini di vigorosa corporatura, con una pelle ferina avvolta intorno al braccio e armati di massi rocciosi e di fiaccole incendiarie; nell’età ellenistica i G. furono rappresentati in forma di esseri mostruosi, con la parte superiore umana, e le gambe serpentiformi, a spirale, e terminanti in teste di serpenti. L’aspetto anguiforme dei G. è, in linea di principio, solidale con la loro natura di ‘nati dalla Terra’. Talvolta sono alati (fregio dell’ara di Pergamo) secondo un tipo che si ritrova anche nella pittura etrusca. La gigantomachia è localizzata in Flegra, che già in Pindaro figura come nome antico della penisola macedonica di Pallene, ma i poeti posteriori la portano in Tessaglia, in Tracia o in Italia nella Campania (Campi Flegrei). In tarda età il nome di G. fu usato spesso come sinonimo di Titani.
Le tradizioni mitologiche germaniche e celtiche e le loro sopravvivenze nel folclore conoscono varie figure di g.; a essi spesso si attribuiscono abitudini cannibalesche, tratti mostruosi, a volte anche stupidità e rozzezza. I G. sono spesso avversari di dei o eroi (Thor e Hrungnir, Sigfrido e Fafnir). L’escatologia dell’Edda comprende una vera e propria gigantomachia.
Anche la tradizione biblica sembra conoscere i G. come popolazione leggendaria attestata in epoca preistorica, mentre I Sam. 17, un testo tardivo probabilmente di epoca persiana, parla di un g. filisteo di nome Golia, descritto come alto oltre 3 m.
astronomia Stella g. (o, assolutamente, gigante) o g. rossa Una delle fasi evolutive di una stella (➔).
zoologia G. di Fiandra Razza di conigli di grossa mole, con pelliccia grigia.