GRADO DEGLI AGGETTIVI
Le qualità espresse dagli ➔aggettivi possono essere soggette a una gradazione, secondo la misura e l’intensità. Il grado positivo indica la qualità senza alcun termine di confronto (ad esempio Carla è alta).
1. Il grado comparativo stabilisce un confronto fra due elementi. La gradazione della qualità è messa a confronto con quella posseduta da un altro termine di paragone.
I tipi di comparativo sono tre.
• Comparativo di maggioranza, che si forma aggiungendo l’avverbio più all’aggettivo qualificativo
Carla è più alta di Stefania
• Comparativo di minoranza, che si forma aggiungendo l’avverbio meno all’aggettivo qualificativo
Carla è meno alta di Stefania
• Comparativo di uguaglianza, che mette a confronto una o più qualità possedute da entrambi i termini della comparazione; il secondo termine di paragone è introdotto dagli avverbi quanto o come
Tuo fratello è educato quanto te / come te
Nel comparativo di maggioranza e di minoranza il secondo termine di paragone è introdotto dalla preposizione di o dalla congiunzione che.
• Di si adopera preferibilmente quando il secondo termine di paragone è un nome o pronome non retto da preposizione, o quando è un avverbio
Sandro è più tranquillo di Luigi / di te / di prima
• Che si adopera quando il secondo termine di paragone è un nome o un pronome retto da preposizione, quando si mettono in relazione due qualità riferite allo stesso nome o quando si paragonano tra loro avverbi e verbi
Marco è più antipatico con te che con me
Giovanni è più intelligente che studioso
Giocare è più divertente che studiare
2. Il grado superlativo esprime l’intensità massima di una qualità in relazione ad altre grandezze (superlativo relativo) o in senso assoluto (superlativo assoluto).
• Il superlativo relativo è introdotto dagli avverbi più e meno preceduti dall’articolo determinativo; il gruppo di persone o cose rispetto alle quali una di esse possiede al massimo (o al minimo) grado una qualità è introdotto dalle preposizioni di, tra, fra, oppure può essere sottinteso
Mario è il più simpatico della compagnia
Fra le sue amiche, Antonella è la meno giovane
Abbiamo descritto i fenomeni più importanti
• Il superlativo assoluto si esprime:
– aggiungendo il suffisso -issimo (in pochi casi -errimo) alla ➔radice dell’aggettivo di grado positivo
una torta buonissima
un sapore asperrimo
– premettendo all’aggettivo di grado positivo un avverbio di quantità o un avverbio qualificativo, per rafforzarne il significato
Carla è molto arzilla oggi
Il film era particolarmente bello
– premettendo all’aggettivo di grado positivo ➔prefissi o ➔prefissoidi come super-, iper-, ultra-, stra-, sovra-
Il pullman oggi era strapieno
– ripetendo due volte l’aggettivo di grado positivo (reduplicazione intensiva)
Riccardo è alto alto
– intensificando l’aggettivo mediante tutto
Voi siete tutti matti!
– rafforzando il significato dell’aggettivo facendolo seguire da una locuzione, da un participio presente o da un altro aggettivo di significato analogo
Gli ha fatto uno sgarbo brutto forte
Ha comprato una macchina rossa fiammante
Monica è innamorata persa di Marco
Alcuni aggettivi formano i gradi di comparativo di maggioranza e superlativo assoluto da una radice diversa rispetto a quella del grado positivo. Questa forma si definisce organica e convive a fianco di quella regolare
buono ▶ migliore (più buono) ▶ ottimo (buonissimo)
cattivo ▶ peggiore (più cattivo) ▶ pessimo (cattivissimo)
grande ▶ maggiore (più grande) ▶ massimo (grandissimo)
piccolo ▶ minore (più piccolo) ▶ minimo (piccolissimo)
Alcuni aggettivi dispongono di una forma organica per il comparativo e il superlativo, ma nell’uso comune hanno perso il rapporto con la forma base dell’aggettivo e queste forme sono spesso percepite come di grado positivo
(alto) ▶ superiore (più alto) ▶ supremo o sommo (altissimo)
(basso) ▶ inferiore (più basso) ▶ infimo (bassissimo)
(interno) ▶ interiore (più interno) ▶ intimo (internissimo)
(esterno) ▶ esteriore (più esterno) ▶ estremo (esternissimo)
Anche alcune forme organiche di superlativo (postumo, ultimo, primo, prossimo) e di comparativo (anteriore, posteriore, ulteriore) sono ormai prive di rapporto con l’originaria forma base latina e sono usate come aggettivi di grado positivo
i ragazzi esibiscono tatuaggi plateali, le ragazze bikini e tacchi ultimissimo strillo («La Repubblica»).
Nell’uso popolare il superlativo relativo può essere espresso anche con gli avverbi indeclinabili meglio e peggio
il meglio vestito (= il vestito migliore)
le peggio persone (= le persone peggiori)
Questo costrutto può vantare anche qualche attestazione letteraria, come il titolo di un testo di Pier Paolo Pasolini
La meglio gioventù
ripreso dal verso di un canto alpino
L’è morto un alpino nel far la guerra / la meglio gioventù l’è sotto terra (Sul ponte di Perati)
Si tratta comunque di un costrutto da evitare nello scritto e nel parlato di una certa formalità.
Risulta largamente attestato nel corso della tradizione letteraria, ed ebbe particolare fortuna tra Sette e Ottocento per influsso del francese, il superlativo relativo con il doppio articolo
Cosa gli mancherebbe per esser l’uomo il più felice di questo mondo, se avesse appena un pochino di giudizio? (A. Manzoni, I promessi sposi)
Nell’italiano antico era possibile costruire il superlativo relativo anche con il suffisso -issimo
E come la rosa, il più bellissimo de’ fiori, è circondata di spine (L’Ottimo Commento della Divina Commedia)
e anche rafforzare il superlativo assoluto
apparvegli uno angelo molto bellissimo e di chiaro abito (D. Cavalca, Dialogo di san Gregorio volgarizzato).