Pittore inglese (Londra 1903 - ivi 1980). Tra i più significativi esponenti dell'avanguardia inglese, ebbe notevole influenza sulla successiva generazione di artisti. Il suo stile iniziale, improntato a un espressionismo tipicamente inglese, si arricchì via via delle esperienze espressionistiche astrattiste, cubiste e surrealiste europee, sulle quali egli inserì gli aspetti più caratteristici della sua fantasia, come la ricerca di manifestazioni torbide e cupe, contorsioni formali, espansioni lineari, visioni paesistiche.
A Londra frequentò il Goldsmiths' college of art (1921-26) specializzandosi nell'incisione, tecnica che insegnò (1928-32) presso la Chelsea school of art (dove, fino al 1939, tenne anche la cattedra di composizione); dal 1931 si dedicò alla pittura, esordendo con opere vicine al simbolismo preromantico di W. Blake e alle soluzioni di S. Palmer e J. Nash. Dal 1976 fu sua residenza il castello di Picton nel Pembrokeshire, che ospita la G. Sutherland Gallery e l'omonima fondazione.
Colpito dall'asprezza del Pembrokeshire, dove spesso soggiornò, cominciò a maturare un linguaggio personale e incisivo, dipingendo, con enfasi drammatica, intensi, surreali paesaggi (Paesaggio gallese con strade, 1936, Londra, Tate Gallery); nel 1936 partecipò alla International surrealist exhibition di Londra, senza tuttavia aderire al movimento. Durante la seconda guerra mondiale, eseguì drammatici disegni sulle devastazioni compiute (Londra, Tate Gallery) e una Crocifissione (1944-46) per St. Matthew a Northampton, affrontando per la prima volta un tema religioso. Dal dopoguerra, accanto ai ritratti (Somerset Maugham, 1949, Londra, Tate Gallery) e alle opere di soggetto sacro (cartoni per l'arazzo monumentale con il Cristo in gloria, 1953-61, Coventry, cattedrale), elaborò forme astratte, talvolta vagamente antropomorfe (standing forms), interpretazioni e metafore, fortemente evocative e sofferte, della realtà (Teste coronate di spine, 1946, New York, Museum of modern art; Prigionieri, 1962-63, Monaco, Staatsgalerie moderner Kunst). Nell'ambito del suo vasto corpus di opere, caratterizzato dopo i frequenti viaggi nel sud della Francia (dal 1956) da una inedita vivacità cromatica, di particolare rilievo la grafica, prevalentemente ispirata alla natura e agli animali (Bestiary, 1968, 25 litografie; Le bestiaire ou Cortège d'Orphée di G. Apollinaire, 1979, 17 acquetinte; Bees, 1977, 14 acquetinte, ecc.).