grattacielo
Con la testa tra le nuvole
Il grattacielo (dall'inglese sky-scraper), un edificio alto più di 15÷20 piani, è il simbolo della città americana, specialmente di Chicago ‒ dove si sviluppò ‒ e di New York. Questo tipo di edificio è importante sia per l'evoluzione delle tecniche costruttive sia per le diverse forme che ha avuto nel corso del Novecento. Ma ciò che ancora più ci colpisce in un grattacielo è la possibilità di raggiungere altezze vertiginose, in una continua gara al primato che all'inizio del terzo Millennio si è spostata dagli Stati Uniti d'America alle nazioni dell'Estremo Oriente
Nel 1871 il centro di Chicago fu distrutto da un violentissimo incendio: nessuno, allora, avrebbe pensato che a causa di quel tragico evento si sarebbe sviluppato un nuovo tipo di edificio, il grattacielo. Dopo, infatti, che gli edifici di Chicago realizzati in metallo (ghisa o ferro, che avrebbero dovuto resistere alle fiamme) vennero distrutti, ci si accorse che la struttura più adatta per i nuovi edifici doveva essere l'acciaio; in tal modo, inoltre, una fitta trama di pilastri e travi avrebbe permesso di raggiungere altezze di oltre dieci piani, e le facciate, ridotte alla pura funzione di chiusura, potevano essere realizzate quasi interamente in vetro.
La ricostruzione del centro di Chicago fu quindi la prima occasione per realizzare i grattacieli. Un gruppo di architetti, noti come scuola di Chicago, si impegnò nei progetti dei nuovi edifici multipiano, ridisegnando l'immagine della città. Il primo grattacielo della storia fu l'Home Insurance Building, realizzato nel 1885 da William Le Baron Jenney: era alto solo 10 piani, ma per la prima volta la struttura era in acciaio, anche se ancora inserita nella muratura e quindi invisibile all'esterno. Dieci anni dopo Daniel Burnham progettò il Reliance Building, di ben 15 piani: fu il primo grattacielo a mostrare all'esterno la struttura in acciaio, chiusa da grandi vetrate. L'architetto più noto della scuola di Chicago fu Louis Sullivan, che seppe coniugare arte e tecnica costruttiva, curando sempre le proporzioni e i particolari decorativi dei suoi edifici: veri capolavori furono il Wainwright Building (1891) e il Guaranty Building (1895).
La scelta di realizzare edifici molto alti è dettata da motivi diversi. In primo luogo l'alto costo delle aree fabbricabili nei centri delle nuove città americane: per sfruttare al massimo l'area a disposizione si fece ricorso alle nuove tecnologie costruttive che, insieme all'invenzione dell'ascensore, consentivano di realizzare edifici con diverse funzioni concentrate (uffici, alberghi, negozi, abitazioni) che assicuravano ingenti guadagni. Al fattore economico è legato anche il prestigio: una grande impresa poteva sfoggiare un edificio rappresentativo per la tecnologia o semplicemente per l'altezza. Nel Novecento abbiamo assistito a una vera e propria gara nel realizzare l'edificio più alto, simile a ciò che avveniva nelle città medievali, quando le famiglie più ricche cercavano di primeggiare, realizzando torri altissime.
Agli inizi del Novecento lo sviluppo della città di New York ‒ e in particolare del suo centro, Manhattan ‒ si basa sulla costruzione di grattacieli. Tra il 1910 e il 1940 questa area cambia volto, assumendo l'inconfondibile profilo segnato dagli alti edifici-simbolo della città: dal Chrysler Building all'Empire State Building, che con i suoi 382 m di altezza è stato per molti anni l'edificio più alto del mondo. La struttura di Manhattan sarà poi definita dal gigantesco complesso multifunzionale del Rockefeller Center (1931-40), con il grattacielo centrale di 70 piani dalla caratteristica forma lamellare, attorno al quale si organizza una vera e propria città nella città, con piazze, teatri, musei, negozi e uffici.
Dopo le prime esperienze della scuola di Chicago, per tutto il Novecento sono progredite le ricerche strutturali per realizzare edifici sempre più alti. Il grattacielo deve avere una struttura solida per resistere al suo peggior nemico, il vento, che nei piani alti spinge sull'edificio con un effetto paragonabile a quello di una vela. E come una barca a vela deve piegarsi, anche un grattacielo deve essere flessibile e quindi oscillare per evitare di spezzarsi: un grattacielo alto 400 m oscilla in punta anche un metro! Al tempo stesso però la sua struttura deve essere anche leggera e poco ingombrante, per lasciare spazio libero all'interno e per evitare il fenomeno chiamato collassamento, cioè il crollo delle strutture sotto il loro stesso peso.
Le prime strutture a gabbia d'acciaio sono state rinforzate mediante l'inserimento di nuclei centrali in cemento armato e anche con rinforzi a tralicci d'acciaio, funzionanti come vere e proprie cinture che hanno la funzione di irrigidimento.
Sul finire degli anni Sessanta si sperimentò una nuova struttura, detta a guscio metallico, funzionante come la fusoliera degli aeroplani: una fitta maglia di travi e pilastri corre lungo tutta la superficie esterna dell'edificio. In questo modo vennero realizzate le due torri gemelle del World Trade Center a New York, su progetto dell'architetto di origine giapponese Minoru Yamasaki, inaugurate nel 1973 e distrutte dal gravissimo attentato terroristico dell'11 settembre 2001. Attraverso un'evoluzione ulteriore si mise a punto nel 1974 la struttura a fascio di gusci applicata nella Sears Tower di Chicago, con i nove tubi di altezza diversa riuniti a formare una gabbia solidissima.
In tutto il Novecento i grattacieli vennero realizzati con stili diversi. Nel primo ventennio si costruirono grandi edifici che riprendevano gli stili storici: celebre fu il Woolworth, dell'architetto statunitense Cass Gilbert, un'enorme torre neogotica nel cuore di New York alta 232 m. Negli anni Trenta lo stile art déco, di derivazione francese, contraddistinse anche i grattacieli: il famoso Chrysler Building, sempre a New York, presenta una cuspide nella parte alta con una raggiera di aperture triangolari che riprendono la forma dei radiatori delle automobili. Nel dopoguerra e fino agli anni Sessanta l'architettura dei grattacieli venne fortemente influenzata dal razionalismo europeo: l'architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe nel 1958 fornì il modello da seguire con il suo Seagram Building, dalla semplice forma a parallelepipedo, rivestito in cristallo e alluminio di colore bronzeo. A metà degli anni Settanta iniziò una reazione alla concezione del grattacielo come volume puro, da una parte con lo stile post modern, dall'altra con l'high-tech. Il primo era contraddistinto da un ritorno a forme classicistiche, mentre il secondo puntava a mostrare all'esterno strutture e impianti.
Sul finire degli anni Sessanta del Novecento, grazie alla produzione di acciai ad alta resistenza, negli Stati Uniti d'America iniziò una nuova gara per realizzare edifici sempre più alti. A contendersi il primato furono sempre le due città nemiche: Chicago e New York. Nel 1969 si costruì a Chicago il John Hancock Center, torre rastremata di 344 m dalla caratteristica controventatura esterna a telai diagonali, che è ancora il più alto grattacielo del mondo a destinazione mista, con uffici, abitazioni, alberghi, negozi, palestre e una piscina al 40° piano. Il primato dell'Empire State Building, che resisteva dal 1931, venne superato ancora da un grattacielo newyorchese: nel 1973 le torri gemelle del World Trade Center raggiunsero i 417 m! La risposta di Chicago fu pronta: nel 1974 venne realizzata la Sears Tower, che con i suoi 443 m mantenne il primato fino al 1996.
Negli anni a cavallo tra 20° e 21° secolo il primato è passato alle nazioni emergenti dell'Estremo Oriente: prima alla Malaysia ‒ con le Petronas Towers a Kuala Lumpur (452 m) ‒ quindi a Taipei, dove alla fine del 2004 è stato inaugurato il grattacielo Taipei 101, il primo a superare i 500 m. La nuova frontiera dei grattacieli sarà proprio in Estremo Oriente: le nazioni emergenti, prima tra tutte la Cina, nell'ultimo decennio sembrano aver eletto il grattacielo a simbolo della loro forza economica e forse sarà proprio lì che si realizzeranno i progetti di colossi alti quasi un chilometro, che solo fino a ieri sembravano utopie. Già nel 1956 Wright aveva progettato un grattacielo alto un miglio; oggi l'architetto inglese Norman Foster, nella sua Millennium Tower, prevede di concentrare in un solo edificio alto 840 m ben 50.000 persone: un villaggio verticale completamente autosufficiente!