Mendel, Gregor
Scoprì nell’orto le leggi della genetica
Lo scienziato moravo Gregor Mendel, frate agostiniano in un convento di Brno, compì nell’Ottocento importanti osservazioni ed esperimenti sulla trasmissione dei caratteri ereditari nelle piante. Scoprì che nel corso delle generazioni questi si presentavano secondo regole precise, chiamate in seguito principi di Mendel. Solo nel Novecento verrà compresa l’importanza delle sue eccezionali scoperte
Mendel nacque nel 1822 a Hyncice, un paese della Moravia, nell’attuale Repubblica Ceca. La sua regione natale era famosa in tutto l’Impero austro-ungarico, di cui faceva parte, per gli allevamenti di pecore e per la pomologia (studio delle tecniche di coltivazione della frutta). Il padre Anton era un appassionato di sperimentazione agricola e nella fattoria paterna Mendel imparò fin da bambino l’arte di selezionare gli alberi da frutta. Mendel iniziò a studiare scienze naturali e si laureò nel 1843, nonostante un grave dissesto economico familiare. Per approfondire i suoi studi naturalistici entrò nel convento agostiniano di Brno, prendendo nel 1847 i voti col nome di Gregor. L’ordine agostiniano era, ed è tuttora, noto per l’importanza che attribuisce al sapere e allo studio. Il giovane Gregor mostrava notevoli doti intellettuali e così i superiori lo mandarono a Vienna perché perfezionasse gli studi di fisica e scienze.
Nel 1853 Mendel, tornato al convento, iniziò quegli esperimenti sulle piante che avrebbe portato avanti per oltre dieci anni. I buoni risultati ottenuti nello studio dell’ereditarietà dei caratteri furono dovuti, tra i tanti motivi, anche alla scelta forse casuale del Pisum sativum come pianta da esperimento. Infatti questa leguminosa, che esiste in numerose varietà, cresce in fretta e non richiede troppe cure.
Per capire come si trasmettessero i caratteri ereditari, Mendel eseguì una serie di incroci (ibridazioni) tra due linee pure di Pisum (come dire due ‘purosangue’), nelle quali lo stesso carattere si presentava in modalità diverse (per esempio, in una il colore del seme era verde e nell’altra giallastro), annotando pazientemente i risultati ottenuti nel succedersi delle generazioni.
Mendel osservò che nella prima generazione il 100% delle piante-figlie dava solo semi gialli, mentre il verde sembrava essere scomparso. Incrociando tra loro due di queste piante, il carattere verde riappariva nella seconda generazione, costituita per il 75% da piante che avevano semi gialli e per il 25% da quelle a semi verdi. I caratteri quindi non sparivano, ma si «nascondevano» come se fossero «particelle ereditarie» simili quasi a palline. Una varietà del carattere considerato era inoltre spesso dominante sull’altra, detta recessiva. Le scoperte successive hanno confermato l’esistenza di entità ereditarie, che oggi chiamiamo geni, presenti nel nucleo delle cellule.
Lo scienziato continuò i suoi incroci, ma questa volta mise sotto osservazione due linee differenti per due modalità di carattere, una linea M che aveva semi gialli e lisci , e un’altra N che aveva semi verdi e rugosi. Dal loro incrocio nascevano piante tutte con semi gialli e lisci: l’associazione giallo/liscio era perciò la dominante. Incrociando poi due piante sorelle, Mendel notò che nella seconda generazione la maggioranza aveva semi gialli/lisci, che altre avevano semi verdi/rugosi, ma anche, ecco la novità, che un certo numero di piante presentava semi gialli/rugosi o verdi/lisci. Erano comparse cioè nuove associazioni di caratteri che nelle linee pure non esistevano. Fu questa la prova che i caratteri che ‘stanno insieme’ possono anche separarsi nel corso delle generazioni, proprio come se fossero palline indipendenti.
Questo importante fenomeno fu chiamato da Mendel segregazione indipendente dei caratteri.
In natura avvengono molto spesso le ibridazioni così come nuove associazioni di caratteri. Il merito di Mendel fu quello di averne osservato con rigore le modalità e di averne dedotto principi generali. I suoi lavori, pubblicati nel 1866 (Esperimenti sugli ibridi delle piante), non suscitarono negli ambienti scientifici alcun interesse. Solo all’inizio del Novecento, molti anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1884, ci si accorse dell’importanza della scienza dell’ereditarietà, da cui si è sviluppata la genetica moderna.
Ancora oggi a Brno, nel museo situato accanto al convento di Mendel, si trova un’iscrizione profetica dedicata al grande ricercatore che dice, in lingua ceca: Mà doba prijde ossia «Il mio tempo arriverà».