Pedagogista e filosofo (Scalea, Cosenza, 1654 - ivi 1715). Medico, seguace della filosofia cartesiana e fautore delle dottrine scientifiche e pedagogiche dei "moderni", promosse nel suo paese natale, e a sue spese, la costituzione di una "scuola" nella quale al corrente insegnamento precettistico e autoritario, sostituì un metodo graduale e dialogico, basato sulla "spiegazione" analitica dei testi e sulla loro discussione. La sua influenza si estese fino a Napoli. Ebbe tra i suoi allievi, oltre a G. V. Gravina, suo cugino, anche il Metastasio e Vico. Membro dell'Accademia degli Infuriati e dell'Arcadia, pubblicò un commento alle rime di G. Della Casa e considerazioni su alcuni passi del Furioso.