MATTEI, Gregorio
– Nacque da Saverio e da Giulia Capece Piscicelli; su luogo e data di nascita le fonti sono discordanti: a Napoli in un anno tra il 1769 e il 1772, oppure a Montepavone (oggi Montepaone in provincia di Catanzaro) il 4 giugno 1761.
La prima ipotesi è suffragata dal barone Saverio Mattei, discendente del M., che lo dice di 28 anni nel 1799 (p. 40); da D’Ayala (p. 382) e dall’Albo pubblicato nella ricorrenza del 1° centenario della Repubblica napoletana (p. 30), che indicano il 1772; secondo il privilegio di dottorato in utroque iure, inoltre, nel 1791 aveva circa 21 anni e per il certificato di ammissione agli uffici aveva 24 anni nel 1793 (Arch. di Stato di Napoli, Giunte degli approbandi o de’ dottori, 62/18). La seconda ipotesi è proposta da Pitaro.
Seguendo le orme paterne, si diede agli studi giuridici e letterari, mostrando anche ottime capacità come traduttore dal francese e dal portoghese. In una lettera a Saverio Mattei, del 31 maggio 1785, il bibliotecario della Laurenziana di Firenze Angiolo Maria Bandini si complimentava per «il buon gusto del suo Signor Figlio, che nei suoi più verdi anni dà saggi non equivoci del suo talento, e della molta sua abilità nel trattare le Muse latine, ed italiane» (S. Mattei, Paralipomeni per servire di continuazione alle opere bibliche, I, Napoli 1788, p. 192). Conseguì a Napoli il dottorato in utroque iure il 2 marzo 1791. Il 20 maggio dello stesso anno inviò a Giovanni Cristofano Amaduzzi due suoi sonetti e una lettera all’avvocato Michele D’Urso, che aveva polemizzato sulla funzione dei poeti (Savignano sul Rubicone, Biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi, Amaduzzi, 14). Il 13 febbr. 1793 sostenne e superò a Napoli l’esame di ammissione ai pubblici uffici. Secondo D’Ayala, poco dopo la morte del padre, avvenuta il 31 ag. 1795, divenne governatore a Giovinazzo, nelle Puglie, e giudice a Cisternino dove il 23 febbr. 1797, nonostante l’iniziale parere negativo della madre, sposò Teresa Scarda, dalla quale ebbe tre figli.
Le fonti citate da Simioni lo segnalano tra gli inquisiti per le congiure del 1794-95, mentre Vincenzo Cuoco include un Mattei fra i delatori. Rifugiato presso amici in provincia per sfuggire alle persecuzioni borboniche, tornò a Napoli dopo l’istituzione della Repubblica, proclamata il 21 genn. 1799. Nel mese di aprile subentrò a Giorgio Pigliacelli come membro dell’Alta Commissione militare.
Giurista e poeta, come il padre Saverio, della sua produzione letteraria sono conosciuti due sonetti.
Il primo, Al re per la carta del litorale di Napoli, pubblicato a Venezia nel 1794, indirizzato al re di Napoli Ferdinando IV; un altro che porta la data del 14 marzo 1796, intitolato Pensiere, che consiste in una celebrazione della capacità della poesia di rendere eterni gli uomini, in contrasto con chi, come Michele D’Urso, propendeva invece per la scultura.
Croce segnalava inoltre la traduzione effettuata dal M. di un’opera celebrativa del portoghese Luigi Raffaele Soye (Per lo felicissimo giorno natalizio di Sua Maestà Maria Carolina d’Austria regina delle due Sicilie, Napoli 1792). Il portoghese aveva chiesto a Eleonora de Fonseca Pimentel di tradurre l’ode, e quest’ultima, impegnata in altri studi, lo aveva indirizzato al Mattei. Nell’introduzione alla traduzione il M. narrava gli estremi della vicenda, aggiungendovi «curiosi giudizi sulla letteratura portoghese e sulla conoscenza di essa in Italia» (Croce, 1954, p. 131).
Fece parte della Società popolare e pubblicò il giornale Il Veditore repubblicano che aveva fondato nel 1799 insieme con Pietro Natale Alethy e di cui restano i primi quattro numeri, usciti dal 21 marzo al 19 apr. 1799. Il M. vi pubblicò articoli sul teatro e sui costumi, sulla legge antifeudale, sulle congiure. Nel numero del 19 aprile, in un articolo molto polemico nei confronti del radicalismo verbale di Vincenzo Russo, dichiarava di abitare «a strada Chiaja N. 22., terzo piano a man dritta» e di far parte della prima legione della guardia nazionale. Scrisse inoltre una Memoria sulla legge feudale, non datata, nella quale polemizzava con il progetto di Nicola D’Amico, datato 23 febbraio, di abolire le sole prestazioni personali e non quelle reali (Napoli, Biblioteca della Società napoletana di storia patria, Fogli volanti).
Caduta la Repubblica, fu condannato a morte insieme con Luigi Rossi, suo cugino per parte di madre, anch’egli poeta metastasiano e autore dell’Inno patriottico per lo bruciamento delle immagini dei tiranni musicato da D. Cimarosa.
Il giorno stesso dell’esecuzione scrisse alla moglie, che aveva in precedenza accompagnato a Davoli presso parenti, una lettera dalla cappella del castello del Carmine, consegnata al Museo di S. Martino dal barone Saverio Mattei, che la pubblicò nella sua biografia del M. (p. 41), e poi riprodotta nel volume celebrativo del centenario delle vicende del 1799 (a cura di Croce et al., tav. LX).
Il M. fu giustiziato a Napoli il 28 nov. 1799. Fu sepolto nella fossa comune della chiesa di S. Lazzaro al Lavinaio e i suoi beni furono confiscati.
Fonti e Bibl.: V. Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli, Milano 1801, p. 42; Il Monitore napoletano 1799, a cura di M. Battaglini, Napoli 1974, p. 482; M. D’Ayala, Vite degl’italiani benemeriti della libertà e della patria uccisi dal carnefice, Torino-Roma-Firenze 1883, pp. 381-386; S. Mattei, Cenno della vita e delle opere di Saverio Mattei, Napoli 1891, pp. 40-42; La Rivoluzione napoletana del 1799… Albo pubblicato nella ricorrenza del 1° centenario della Repubblica napoletana, a cura di B. Croce et al., Napoli 1899, pp. 30 s., 70 s. (con ritratto del M. alla tav. XXVII); Gli avvenimenti del 1799 nelle Due Sicilie. Nuovi documenti, a cura di A. Sansone, Palermo 1901, pp. 254 s.; A. Simioni, Le origini del risorgimento politico dell’Italia meridionale, a cura di I. Del Bagno, Messina-Roma 1925, ad ind.; B. Croce, Aneddoti di varia letteratura, Bari 1954, III, p. 131; Id., Scritti di storia letteraria e politica, II, La Rivoluzione napoletana del 1799. Biografie, racconti, ricerche, Bari 1968, pp. 74 s., 107 s., 195, 197, 204 s., 227-229, 233 s.; Napoli 1799: i giornali giacobini, a cura di M. Battaglini, Roma 1988, pp. 1-54; F. Pitaro, G. M. e Luigi Rossi, Montepaone 1999; M. Casaburi, I martiri calabresi nella Repubblica napoletana, Reggio Calabria 2003, pp. 60-67.