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GREGORIO VI

di Antonio Sennis - Enciclopedia dei Papi (2000)
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Gregorio VI

Antonio Sennis

Il suo nome di nascita era "Iohannes". Alcune fonti gli attribuiscono inoltre l'ulteriore appellativo "Gratianus", sia da solo sia unito a "Iohannes" (per un elenco completo al riguardo cfr. G.B. Borino, L'elezione e la deposizione di Gregorio VI, pp. 229-30 con le nn. relative). Di lui non si conoscono né il luogo né la data di nascita, e anche le sue origini familiari sono oscure. La notizia che lo vorrebbe legato da vincoli di parentela con la famiglia romana dei Pierleoni è infatti molto tarda: a livello documentario compare per la prima volta nell'epigrafe che Ottavio Pierleoni fece apporre, nel 1674, sul sepolcro del suo avo Pietro di Leone, situato nell'atrio della basilica di S. Paolo. In essa G. era definito "patruus", cioè zio, del defunto (sull'inconsistenza della tradizione cfr. però P. Brezzi, p. 208). G. era arciprete della chiesa di S. Giovanni a Porta Latina allorché Benedetto IX, in seguito a pressioni esercitate dai circoli riformatori romani, rinunciò al papato in suo favore (1° maggio 1045). Non è possibile stabilire con certezza chi fossero coloro che spinsero Benedetto IX ad abbandonare la carica; forse del gruppo faceva parte lo stesso G., che secondo alcune testimonianze era legato al pontefice da vincoli di parentela spirituale. Gli Annales Romani lo definiscono ad esempio "patrinus" di Benedetto IX (cfr. Le Liber pontificalis, p. 331). In ogni caso è probabile che la sua ascesa al soglio pontificio sia stata il frutto di un accordo tra le due famiglie da decenni in lotta per il predominio sulla città: i Crescenzi e i conti di Tuscolo. È inoltre arduo pronunciarsi in merito all'effettiva canonicità dell'elezione di Gregorio VI. Da un lato appare difficilmente verificabile la testimonianza degli Annales Romani (ibid.) secondo cui, con procedura del tutto irregolare, egli sarebbe stato scelto personalmente dal suo predecessore e avrebbe addirittura ricevuto da lui garanzia scritta al riguardo ("Benedictus […] eiusdem pontificatus sui honorem per cartulam refutavit Iohanni archipresbitero"). D'altro canto le fonti appaiono, in generale, concordi nell'affermare che l'elezione di G. fruttò del denaro al suo predecessore. Non è chiaro se la somma fosse versata dallo stesso G. o, come egli avrebbe in seguito affermato, da suoi sostenitori che egli avrebbe solo in un secondo tempo provveduto a rimborsare. Molti testi indicano esplicitamente che G. sarebbe stato coinvolto in prima persona nella transazione (cfr. per tutti Annales Altahenses maiores, in M.G.H., Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum, IV, a cura di E. von Oefele, 1891², p. 47), alcuni addirittura quantificano in 2000 "librae" la somma versata al papa uscente (così il catalogo tràdito dal trecentesco ms. Vat. lat. 1340, per la cui descrizione cfr. Le Liber pontificalis, p. CCV).

In ogni caso, almeno sulle prime, il nuovo pontefice fu accolto con entusiasmo da coloro che tanta ostilità avevano manifestato nei confronti di Benedetto IX. Pier Damiani, ad esempio, salutò l'evento con grande gioia, scrivendo a G. una calorosa lettera nella quale lo esortava a intraprendere un'energica azione di riforma (la lettera è edita in P.L., CXLIV, coll. 205-06). Altra indiretta testimonianza di una consonanza di intenti tra il nuovo pontefice e gli ambienti riformatori può essere dedotta dalla buona intesa che egli sempre ebbe con Ildebrando, il futuro papa Gregorio VII, che fu suo collaboratore e amico.

La posizione di G. alla guida della Chiesa di Roma non era però affatto salda. Nell'autunno del 1046 il re di Germania Enrico III scese in Italia e, giunto a Pavia, presiedette un sinodo nel corso del quale fu pronunciata una nuova condanna della simonia. G. si risolse a muovere incontro al sovrano, dal quale fu ricevuto a Piacenza. Il pontefice fu forse accolto con onore da Enrico III (cfr. ad esempio Herimanni Augiensis Chronicon, in M.G.H., Scriptores, V, a cura di G.H. Pertz, 1844, p. 1046; Arnulfus, Gesta archiepiscoporum Mediolanensium, ibid., VIII, a cura di G.H. Pertz, 1848, p. 17), ma è assai improbabile che nella circostanza la sua legittimità fosse riconosciuta. Poco tempo dopo, il 20 dicembre dello stesso anno, egli infatti fu costretto a presentarsi di fronte a un sinodo riunito a Sutri. Anche Silvestro III e Benedetto IX, i quali evidentemente continuavano a manifestare le proprie aspirazioni al pontificato, avrebbero dovuto recarsi in giudizio. Essi, però, non lo fecero e a subire l'inchiesta e la conseguente condanna per simonia fu il solo Gregorio VI. Secondo alcune fonti l'imperatore ne avrebbe ordinato la deposizione (cfr. ad es. Chronicon Sancti Benigni Divionensis, ibid., VII, a cura di G.H. Pertz, 1846, p. 237; De ordinando pontifice, ibid., Libelli de lite imperatorum et pontificum saec. XI et XII conscripti, I, a cura di E. Dümmler-L. von Heinemann-F. Thaner, 1891, p. 13); secondo altre, sarebbe stato G. stesso a dichiararsi colpevole e quindi, pur invocando alcune circostanze attenuanti, non meritevole della dignità papale (tale versione degli avvenimenti compare, con alcune varianti, ad es. in Desiderius abbas Casinensis, Dialogi III, ibid., Scriptores, XXX, 2, a cura di G. Schwartz-A. Hofmeister, 1926-34, pp. 1142-43; Chronica monasterii Casinensis, ibid., XXXIV, a cura di H. Hoffmann, 1980, p. XX; Bonizo episcopus Sutrinus, Liber ad amicum V, ibid., Libelli de lite imperatorum et pontificum saec. XI et XII conscripti, I, pp. 585 ss.; Bernoldus, Chronicon, ibid., Scriptores, V, p. 1046). Egli fu comunque imprigionato il giorno stesso, mentre veniva eletto papa l'arcivescovo di Bamberga Suidger, che assunse il nome di Clemente II. Desiderando probabilmente allontanare quanto più possibile dalla scena romana G., che doveva avere ancora solidi appoggi in seno alla Curia, Enrico III ordinò che fosse condotto prigioniero in Germania, probabilmente a Colonia, accompagnato da Ildebrando. La possibilità di una nuova accessione di G. al soglio pontificio si presentò quando, il 9 ottobre 1047, Clemente II morì. A Roma Benedetto IX - forse grazie a una nuova elezione - era tornato a capo della Chiesa romana. Tuttavia Enrico III manifestò l'intenzione di proporre un altro candidato. Vi fu allora chi, come il vescovo di Liegi Wazone, avanzò la candidatura di G. come la più autorevole (cfr. al riguardo Anselmus, Gesta episcoporum Leodiensium, ibid., Scriptores, VIII, a cura di G.H. Pertz, 1848, pp. 228-30). Enrico III scelse invece (Natale 1047) il vescovo tedesco Poppone, che assunse il nome di Damaso II. Non è possibile stabilire se, a questa data, G. fosse già defunto (dubbi in proposito sono espressi da G.B. Borino, "Invitus ultra montes cum domno papa Gregorio abii", p. 30 n. 63). Egli comunque dovette morire in quel torno di tempo giacché da questa data in avanti non se ne hanno più notizie.

fonti e bibliografia

Pontificum Romanorum [...] vitae ab aequalibus conscriptae, a cura di I.M.B. Watterich, I, Lipsiae 1862, pp. 75-8, 79-80, 712-16.

Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, ivi 1885, pp. 524 ss.

Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892, p. 270.

Papsturkunden 896-1046, a cura di H. Zimmermann, II, 996-1046, Wien 1988², pp. 624-30.

G.B. Borino, L'elezione e la deposizione di Gregorio VI, "Archivio della R. Società di Storia Patria", 39, 1916, pp. 141-252, 295-410.

R.L. Poole, Benedict IX and Gregory VI, "Proceedings of the British Academy", 8, 1918, pp. 199-235.

D. Freytmans, Grégoire VI était-il simoniaque?, "Revue Belge de Philologie et d'Histoire", 11, 1932, pp. 130-37.

G.B. Borino, "Invitus ultra montes cum domno papa Gregorio abii", in Studi Gregoriani, I, Roma 1947, pp. 3-46.

P. Brezzi, Roma e l'Impero medioevale, Bologna 1947, pp. 207-11, 216, 252, 260, 528.

H. Zimmermann, Papstabsetzungen des Mittelalters, Graz-Wien-Köln 1968, pp. 122-36.

K. J. Herrmann, Das Tuskulanerpapsttum 1012-1046, Stuttgart 1973.

P. Toubert, Les structures du Latium médiéval. Le Latium méridional et la Sabine du IXe à la fin du XIIe siècle, Roma 1973, pp. 914, 918 n. 1, 1033 n. 2, 1062 n. 4.

F.J. Schmale, Die "Absetzung" Gregors VI. in Sutri und die synodale Tradition, "Annuarium Historiae Conciliorum", 11, 1979, pp. 55-103.

H. Wolter, Die Synoden im Reichsgebiet und in Reichsitalien von 916 bis 1056, Paderborn 1988, pp. 373 ss.

E.C., VI, s.v., pp. 1129 ss.

R. Aubert, Grégoire VI, in D.H.G.E., XXI, coll. 1423-24.

J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v.

Dizionario storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, I, Milano 1996, s.v., pp. 702-03.

Vedi anche
Silvèstro III papa Silvèstro III papa. - Giovanni, vescovo di Sabina (secc. 11º). Appartenente al partito dei Crescenzî, fu eletto (1045) al pontificato mentre il papa regnante Benedetto IX era costretto da una sommossa popolare a lasciare Roma (per questo motivo S. III è frequentemente indicato come antipapa). Due mesi ... Sutri Comune della prov. di Viterbo (60,9 km2 con 6204 ab. nel 2008). Il centro si trova a 291 m s.l.m. nella depressione tra Cimini e Sabatini. Ortofrutticoltura. Industrie alimentari; lavorazione del tabacco. ● Sutri (lat. Sutrium), piazzaforte etrusca, si stendeva nell’area della cittadina attuale su una ... Clemènte II papa Clemènte II papa. - Suidgero, di famiglia sassone, vescovo di Bamberga (m. presso Pesaro 9 ottobre 1047); nominato papa (dopo la forzata abdicazione di Gregorio VI) il 24 dicembre 1046, da Enrico III re di Germania, incoronò quest'ultimo imperatore, confermandogli poi il titolo di patrizio dei Romani, ... Dàmaso II papa Dàmaso II papa. - Arcivescovo di Bressanone, originariamente di nome Poppo (m. Palestrina 1048), fu eletto papa alla morte di Clemente II (9 ott. 1047). Ma poiché Benedetto IX, rimosso nel 1045, era nuovamente ritornato a Roma, forte dell'aiuto di Bonifacio marchese di Canossa, solo con l'intervento ...
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Vocabolario
gregòrio
gregorio gregòrio s. m. – Moneta d’argento, del valore di 1 paolo, coniata nella zecca di Bologna nel 1574 per ordine del papa Gregorio XIII, con il busto del papa e la figura di s. Petronio.
gregoriano¹
gregoriano1 gregoriano1 agg. – Relativo a un personaggio storico di nome Gregorio, per lo più con riferimento a pontefici. In partic.: 1. Canto g. (anche s. m., il g.), canto monodico (costituito cioè da una sola linea melodica), corale...
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