Monaco e abate (m. 1089), lasciò Salerno per la persecuzione subita dal principe Gisulfo, e fu accolto a Montecassino dall'abate Desiderio; mutò allora il suo nome longobardo in quello di Benedetto. Scrisse una Vita s. Secundini, essenzialmente un parallelo storico-geografico tra la città pugliese di Troia e l'antica patria di Enea, e una Passio s. Lucii papae. Dettò anche poesie di argomento sacro sul salterio, sulla resurrezione di un suicida per opera di s. Giacomo, sulla conversione di alcuni salernitani, sui ss. Martino e Secondino, in tutte confermando le doti di scrittore latino.