GUARDIA PIEMONTESE TERME (A. T., 27-28-29)
TERME Comune calabrese della provincia di Cosenza. Dal 1° marzo 1928 consta della riunione dei già comuni autonomi di Guardia Piemontese e Acquappesa, e ha una superficie di 35.72 kmq. e 3243 ab. nel 1931. La sede comunale è a Intavolata, già centro di frazione di Acquappesa, a 20 m. s. m., su una rupe prospiciente il Tirreno. Il centro di Guardia Piemontese è a 514 m., su un poggio in cui termina un contrafforte della catena costiera paolana, a NO. della Fiumara dei Bagni. L'odierna popolazione discende dai pochi superstiti, convertitisi al cattolicismo dopo una lunga e sanguinosa persecuzione (1557-1561), di una colonia valdese stabilitasi nella località ("Guardia", da una fortificazione ivi esistente; "Piemontese" è aggiunta del secolo XIX) durante l'età sveva e dipendente poi feudalmente dai marchesi Spinelli di Fuscaldo. Il già comune di Guardia Piemontese aveva 2414 ab. nel 1815, 1323 nel 1861, 1344 nel 1901, 1207 nel 1921, tutti accentrati. La popolazione conserva il linguaggio franco-provenzale originario (v. calabria: VIII, p. 302), con moltissime sostituzioni lessicali della parlata calabrese che è pure intesa e usata diffusamente; vi sono resti interessanti di poesia popolare a fondo erotico e storico. Le donne portano un costume detto Tramontana, in ricordo del nome di ultramontani già dato alla popolazione, assai diverso dagli altri calabresi, con varie parti dette cammisuola, gunnella e foddile; il capo è ornato da una corona di capelli a cuore, detta cibilliera. L'abitato non ha caratteri d'arte, ma conserva poderosi resti di un castello di età aragonese. Il già comune di Acquappesa aveva, nel 1921, 1736 ab. dei quali 1185 nel centro principale, posto in situazione assai pittoresca a 80 m. s. m. sul Tirreno, 192 nella borgata Marina e 353 nel centro minore di Intavolata. Nella vallata della Fiumara dei Bagni, tra Intavolata e Guardia, e a 3 km. dal mare sono poste le Terme, note sin dall'antichità classica e dette nella prima metà del sec. XIX luigiane (in onore di un membro della famiglia reale borbonica), con cinque sorgenti sulfuree o ferrugginose. La principale è l'Acqua di Caronte, sulfureo-calcica, con temperatura di 45°. Usate per bagni, fanghi e bevanda, nella cura di malattie del ricambio, del sistema nervoso e in cure ginecologiche, sono assai frequentate, soprattutto da pittoresco elemento popolare calabrese, nel periodo giugno-ottobre. Stazione ferroviaria di Acquappesa e fermata di Guardia Piemontese della linea Napoli-Reggio.