guerre di religione
Il conflitto tra cattolici e protestanti in Europa
Le guerre di religione furono una conseguenza della diffusione della Riforma e lacerarono l'Europa tra il 16° e il 17° secolo. Scoppiarono in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi e nell'Europa nordorientale. Il conflitto più duraturo, e che coinvolse questi e altri paesi, fu la guerra dei Trent'anni (1618-48), provocata dal tentativo degli Asburgo di instaurare nel cuore dell'Europa uno Stato cattolico
L'imperatore Carlo V decise di contrastare il passo al luteranesimo trionfante ordinando ai principi e alle città passate alla nuova confessione religiosa la restituzione delle terre strappate alla Chiesa. In segno di protesta i principi protestanti si unirono nella Lega difensiva di Smalcalda (1530). Quando Carlo V dispose delle forze e dei fondi necessari attaccò lo schieramento della Lega, ottenendo a Mühlberg una grande vittoria, che costituì la premessa per gli accordi formulati nella pace di Augusta del 1555. Con questa pace egli riconobbe ai principi la libertà di adottare o la confessione cattolica o quella luterana, mentre per i sudditi era valido il principio del cuius regio eius religio, cioè erano obbligati a seguire la confessione del loro principe, qualunque essa fosse.
Una monarchia debole. Le dottrine della Riforma si diffusero ampiamente in Francia, anche se soprattutto i ceti borghesi rimasero fedeli al cattolicesimo e la maggioranza si dimostrò intollerante nei confronti delle altre confessioni religiose. La nobiltà francese, invece, si divise, schierandosi con i Guisa, fedeli al cattolicesimo, o con i Borbone, fautori del calvinismo: entrambe le famiglie erano strettamente imparentate con la casa regnante dei Valois. Si trattò dunque di una lotta per esercitare il predominio sulla corona, approfittando della morte di Enrico II (1559) e della sostanziale inettitudine dei suoi figli, dominati dalla forte personalità della madre, Caterina de' Medici. Quest'ultima faceva riferimento al pensiero dei cosiddetti politiques (Michel de l'Hôpital e Jean Bodin), scrittori che ritenevano fondamentale garantire in primo luogo l'autonomia e l'autorità dello Stato monarchico, mettendo quindi in secondo piano i contrasti religiosi. Ciò spiega perché Caterina fosse pronta a schierarsi di volta in volta dalla parte dei Guisa o dei Borbone.
Dalla notte di San Bartolomeo a Enrico IV. La Francia fu lacerata per anni da lotte religiose: l'episodio più clamoroso fu il massacro della notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572), quando tremila ugonotti (i calvinisti francesi), giunti a Parigi in occasione delle nozze di Enrico di Borbone con Margherita di Valois, sorella del re Carlo IX, vennero uccisi pochi giorni dopo le nozze per ordine dei Guisa e della regina madre Caterina de' Medici. Scesero in campo il papa Pio V e Filippo II di Spagna in aiuto dei Guisa e della Lega cattolica, ed Elisabetta I, regina d'Inghilterra, e i principi calvinisti tedeschi a favore degli ugonotti. Il conflitto procedette a fasi alterne, fino a quando nel 1588 venne ucciso Enrico di Guisa su ordine del nuovo re di Francia Enrico III, che nel 1589 rimase a sua volta vittima di un fanatico cattolico. Egli però aveva designato come erede legittimo al trono Enrico di Borbone, a condizione che egli si convertisse al cattolicesimo. Nel 1594, dopo essersi convertito, Enrico IV veniva accolto trionfalmente a Parigi dai suoi sudditi (e in tale occasione avrebbe pronunciato la celebre frase "Parigi val bene una messa"). Nel 1598, con l'Editto di Nantes, Enrico IV accordò ai calvinisti, suoi ex correligionari, libertà di culto e parità di diritti civili con tutti gli altri Francesi.
I Paesi Bassi rientravano nei domini di Filippo II, che li aveva ereditati dal padre Carlo V. Essi erano divisi per lingua e religione: le regioni settentrionali (corrispondenti all'attuale Stato dei Paesi Bassi, che noi spesso chiamiamo Olanda) erano di stirpe fiamminga e di religione calvinista, quelle meridionali (corrispondenti all'attuale Belgio), cattoliche, erano di stirpe vallona. Carlo V aveva rispettato le autonomie di queste regioni, che costituivano una delle aree più ricche d'Europa, mentre Filippo II decise, attraverso l'applicazione delle norme del Concilio di Trento, di limitare i privilegi locali per imporre anche una maggiore centralizzazione delle strutture statali.
La rivolta antispagnola divampò nelle province del Nord, a maggioranza calvinista, ma si estese presto anche al Sud cattolico: si costituì così l'Unione di Gand (1576). Filippo II, per mano del duca d'Alba, cercò di reprimere la rivolta, che ebbe i suoi maggiori esponenti fra i ceti nobiliari: in particolare ricordiamo il principe protestante Guglielmo d'Orange che, avendo compreso di non poter fronteggiare militarmente il duca d'Alba, iniziò un'audace guerra di pirateria contro i mercanti spagnoli, sostenuto dai 'pezzenti del mare' (gueux), come furono chiamati per disprezzo i ribelli olandesi.
Alessandro Farnese, nuovo governatore spagnolo, prese il posto del duca d'Alba e riuscì a staccare dall'Unione di Gand le province meridionali cattoliche, che costituirono nel 1579 l'Unione di Arras e giurarono la sottomissione al re di Spagna. Le province settentrionali (tra le quali l'Olanda) continuarono la loro resistenza e formarono nello stesso anno l'Unione di Utrecht; nel 1581, sostenute dal riconoscimento di Elisabetta I d'Inghilterra, proclamarono la Repubblica delle Sette province unite, con a capo Guglielmo d'Orange. Il riconoscimento ufficiale del nuovo Stato avvenne solo nel 1648, nell'ambito della Pace di Vestfalia, che riconobbe alla Spagna il solo controllo delle province meridionali.
Le decisioni prese a Cateau-Cambrésis (1559) avevano riaffermato in Germania il potere dei principi, rendendo oltremodo difficile trasformare un impero di fatto ancora medievale in uno Stato di tipo moderno. Dopo Carlo V, gli imperatori Ferdinando I e Massimiliano II avevano perseguito una politica di tolleranza religiosa nei loro territori, ma questa politica si incrinò quando nel Palatinato renano, confinante con i Paesi Bassi, prese a diffondersi il calvinismo, avverso sia ai cattolici sia ai luterani. Queste furono le premesse del sanguinoso conflitto che per tre decenni dalla Germania si spostò in tutta Europa.
La guerra vera e propria prese avvio con la ribellione dei Boemi: quando l'imperatore revocò ai Boemi, calvinisti, il diritto loro riconosciuto di professare liberamente la propria religione e di costruire le proprie chiese, i Praghesi gettarono dal palazzo-fortezza che si erge al di sopra della città due luogotenenti imperiali (Defenestrazione di Praga del maggio 1618). Scoppiò dunque la rivolta in tutto il paese e prese avvio la prima fase della guerra dei Trent'anni (fase boemo-palatina, 1618-23). Ben presto la guerra si trasformò da lotta interna di religione in conflitto internazionale, coinvolgendo i Danesi, gli Svedesi e i Francesi che scesero in campo contro gli Asburgo e la Spagna, alfieri del fronte cattolico.
La guerra dei Trent'anni fu un conflitto religioso e politico, determinato dal tentativo degli Asburgo di imporre la propria egemonia all'intero mondo tedesco, tentativo che mise in allarme soprattutto la Francia. Ferdinando II d'Asburgo sostenne questo progetto politico-religioso fino alla sua morte (1637), e si trovò a combattere molti nemici. Dopo aver sconfitto i Boemi nella battaglia della Montagna Bianca (1620), fu la volta del re di Danimarca Cristiano IV (1626), che fu costretto alla resa dagli Asburgo, grazie soprattutto alla competenza militare del generale Albrecht di Wallenstein.
Allarmati dal rafforzamento degli Asburgo, Svedesi prima e Francesi poi intervennero brillantemente nel conflitto: le truppe francesi sconfissero gli Spagnoli in Italia e in Francia. Minata dalle rivolte di Catalogna e Portogallo nel 1640 (il Portogallo ottenne l'indipendenza nel 1688), la Spagna non riuscì a fornire un valido aiuto agli Asburgo che si videro costretti a sottoscrivere la Pace di Vestfalia nel 1648. Con questa definizione si indica il documento che unificò tutti i trattati di pace stretti nel 1648, e con cui si chiuse il triste periodo delle guerre di religione in Germania, riconoscendo l'esistenza di tre confessioni religiose, quella cattolica, quella luterana e quella calvinista e il diritto dei sudditi di professare una religione diversa da quella dei loro principi.