Figlio (1120-1166) di Ruggero II d'Altavilla e della sua prima moglie Elvira di Castiglia, alla morte del fratello Tancredi ebbe il principato di Taranto, poi (1144) il principato di Capua e il ducato di Napoli. Fu quindi duca di Puglia (1148), rinunciando ai titoli precedenti, e (1151) fu da suo padre associato al regno senza chiedere il consenso del papa Eugenio III. Morto Ruggero II (1154), G. restò unico re di Sicilia. Continuò le direttive politiche paterne, giovandosi dell'aiuto di numerosi consiglieri, scelti generalmente nella classe borghese, e servendosi come cancelliere di Maione di Bari. Ostile a Federico Barbarossa, cercò l'alleanza dell'Impero bizantino, del papato e di Venezia nell'intento di isolare il monarca tedesco. A questo allora si rivolsero i feudatarî malcontenti, che si ribellarono (1155), sperando nell'aiuto svevo. Ma con l'appoggio del papa (accordo di Benevento, 1156), G. poté schiacciare la ribellione. Ancora, nel 1160, una congiura nobiliare, dopo aver eliminato Maione, destituì il re, che fu però reintegrato al suo posto da un'insurrezione del popolo e del clero. La severità delle condanne inflitte ai congiurati valse a G. l'appellativo di Malo.