Guomindang (GMD)
(GMD) Partito nazionalista cinese. Fu fondato a Canton da Sun Zhongshan (Sun Yatsen) nell’ottobre 1912, sulla base delle precedenti esperienze della Lega per l’alleanza giurata (Tongminghui), nata a Tokyo nel 1905. Fu creato alla vigilia delle prime elezioni della neonata Repubblica cinese, in occasione delle quali si affermò come primo partito (febbr. 1913). Tuttavia l’assassinio del candidato alla presidenza, Sung Chiao-jen, uomo chiave del G., ad opera dei sicari di Yuan Shikai, diede il via a un tentativo insurrezionale dello stesso G., che fu messo fuori legge. Per un certo tempo, dunque, esso fu rimpiazzato dal Zhongguo gemingdang (Partito rivoluzionario cinese), fondato sempre a Tokyo da Sun. Quest’ultimo e altri dirigenti del G. si avvicinavano intanto alla Russia sovietica, al Partito bolscevico e agli stessi comunisti cinesi. La struttura e i programmi del G. si perfezionarono con il primo (1924) e con il secondo Congresso (1926). Al centro vi era la dottrina dei «Tre principi» di Sun: nazionalismo, democrazia e socialismo. Quest’ultimo (minshengzhouyi) era concepito in termini ripresi da Henry George, diversi dal socialismo di origine europea (shehuizhouyi), comunque già conosciuto in Cina, con il quale Sun affermò una generica analogia. La democrazia, di cui venivano proclamati i precedenti nella tradizione cinese, era definita in termini occidentali come obiettivo da raggiungere per fasi, l’ultimo gradino dopo uno stadio di governo militare e uno di autogoverno responsabile a livello locale. Il programma includeva una graduale riforma agraria, senza confisca delle terre. Le istituzioni erano un Comitato esecutivo e un Consiglio politico centrale, che rivelavano una certa imitazione del modello leninista, favorita dal fatto che il consigliere sovietico Borodin assisté Sun in tutto il processo. Dopo la morte di Sun nel 1925, il G. lanciò la cosiddetta Spedizione settentrionale, con la quale unificò definitivamente il Paese nel 1928. In quel momento comparvero diverse fazioni, le quali si differenziavano fra loro sia per il livello di ostilità o sospetto verso russi e comunisti, entrati nel G. nel 1922 e rappresentati negli organi centrali, sia per la fedeltà a Jiang Jieshi, che si impose come nuovo leader. Appunto con i comunisti si consumò la rottura fra il 1926 e il 1928, che ebbe il suo apice nella sanguinosa repressione dei moti del 1927 a opera di Jiang Jieshi, seguita dalla guerra civile, poi interrotta, sotto l’influenza del Secondo fronte unito dopo l’Incidente di Xi’an del 1936 e l’inizio della . Durante gli anni Trenta si svilupparono movimenti di rigenerazione e rafforzamento, in special modo quelli della Nuova vita e delle Camicie azzurre (che accoglieva alcuni simboli esteriormente simili a quelli fascisti). Nel 1941 il G. ruppe la collaborazione con il Partito comunista e, dopo la guerra del Pacifico, il riaccendersi della guerra civile e la fuga di Jiang Jieshi a Taiwan (1949), restò nell’isola come partito unico, mantenendosi fedele al principio dell’unità della Cina. Dopo la morte di Jiang (1975), sotto i suoi successori a Taiwan fu introdotta gradualmente la democrazia parlamentare. Alle elezioni del 2000 e del 2004, è stato eletto presidente della Repubblica un candidato del partito rivale, il Mingjingdang (Partito progressista). Il G. ha ripreso il potere a Taiwan nel 2008, avviando una politica di riavvicinamento alla Repubblica popolare cinese.