Filosofo del diritto (Lubecca 1878 - Heidelberg 1949). Partecipò alla vita politica negli anni successivi alla prima guerra mondiale e fu ministro socialista della Giustizia nel gabinetto Wirth e nel gabinetto Stresemann; ma si dedicò soprattutto agli studî e all'insegnamento di materie giuridiche e di filosofia del diritto successivamente nelle univ. di Heidelberg (1910), Königsberg (1914), Kiel (1919) e di nuovo (1926) Heidelberg, fino a quando nel 1933 non fu allontanato dalla cattedra per il suo atteggiamento antinazista. Influenzato dal neokantismo di W. Windelband e H. Rickert, nonché da M. Weber, nei suoi scritti di filosofia del diritto sottolineò costantemente la distinzione tra "essere" e "dovere", aderendo nel contempo a un relativismo assiologico. La terza edizione della sua Rechtsphilosophie, apparsa alla vigilia dell'avvento al potere del nazismo (1932), teorizza una forma di socialdemocrazia in cui sia possibile una giurisprudenza funzionale, socialmente orientata, in conformità alle precedenti analisi. Tentò anche di conciliare socialismo e religione, socialismo e umanesimo (vedi a questo proposito la sua Religionsphilosophie der Kultur, 1919, in collab. con P. Tillich, e la sua Kulturlehre des Sozialismus, 1922). Altre opere: Einführung in die Rechtswissenschaft (1910); Elegantiae juris criminalis (1938); Der Geist des englischen Rechts (1946); Vorschule der Rechtsphilosophie (1947).