HANNS da Burghausen
(o Stethaimer il Vecchio)
Architetto attivo in Baviera e a Salisburgo tra la fine del sec. 14° e il 1432, anno della morte.L'attività di H. può essere ricostruita in base all'epitaffio apposto sul muro meridionale esterno di St. Martin und Kastulus a Landshut, in Bassa Baviera: "Anno Dni M CCCC, XXXII. starb. Hanns steinmezz in die Laurentii maister der kirchn und czu spital und in Salczburg cze Oting cze Strawbig und cze Ba'ssbu'k dem got gnadig sey Anet". Le chiese attribuite a H. dall'epitaffio sono dunque le seguenti: St. Martin und Kastulus (kirchn) e Heiliggeist (spital) a Landshut; la parrocchiale (od. chiesa dei Francescani) di Salisburgo (Salczburg); St. Nikolaus a Neuötting (Oting), in Alta Baviera; una chiesa a Straubing (Strawbig), in Bassa Baviera; St. Jakob a Wasserburg am Inn (Ba'ssbu'k), in Alta Baviera.Attualmente per questo artista viene accettata la denominazione di H. da Burghausen, confermata dai documenti, anche se non è ancora accertato se il nome sia da riferire al luogo di origine, Burghausen am Salzach. L'attribuzione del nome Stethaimer, con il quale era designato nella letteratura più antica, è dovuta a una confusione con il nipote dell'artista, anch'egli architetto, attivo per tutta la prima metà del sec. 15° nella stessa area geografica in cui aveva operato lo zio e spesso negli stessi edifici. Una prima distinzione tra i due artisti venne già operata da Lill (1938), che definì H. come Stethaimer il Vecchio e il nipote come Stethaimer il Giovane.Il primo edificio legato nell'epitaffio al nome di H. è la chiesa di St. Martin und Kastulus a Landshut. Il problema dell'attribuzione delle varie parti dell'edificio risulta piuttosto complesso per la presenza alla fabbrica di tre distinti artisti, tutti con il nome di Hanns. Un Hanns pawmaister, identificato da Cook (1976) con Hanns Krumenauer, risulta nel 1395-1396 al lavoro nella chiesa; in seguito tale architetto realizzò il duomo di Passavia (iniziato a partire dal 1407), che mostra somiglianze con il coro di St. Martin und Kastulus. Proprio la partenza di Hanns Krumenauer per Passavia avrebbe determinato l'arrivo di H. da Burghausen. Se così fosse resterebbe da stabilire quale tra i due artisti abbia progettato il corpo longitudinale 'a sala' di St. Martin und Kastulus. Poiché alla fase di costruzione del coro sarebbe legata anche l'impostazione della navata, il progetto di questa sarebbe da attribuire non a H., ma a Hanns Krumenauer. Va tuttavia sottolineato come gli alti e sottili pilastri poligonali di St. Martin und Kastulus già anticipino in parte la soluzione poi adottata da H. nella parrocchiale di Salisburgo. A H., o comunque all'epoca in cui egli diresse i lavori nell'edificio, spettano il pulpito (1422), il retablo in pietra dell'altare (1424) e i complessi portali inseriti in baldacchini, con una ricca decorazione plastica: il Brautportal a N, il Taufportal a S e i portali occidentali (quello in corrispondenza della torre è però del 1452). Tali opere in parte riconducono a soluzioni già adottate, per es. nella St. Maria am Gestade a Vienna e nell'architettura dei monumenti funebri, e in parte anticipano i portali del duomo di Strasburgo. Alla direzione del nipote di H., Hanns Stethaimer - che lavorò in St. Martin und Kastulus forse fino al 1460 - va infine ricondotta la costruzione delle ultime due campate occidentali.La chiesa di Heiliggeist di Landshut, edificio 'a sala' fondato il 10 gennaio 1407, fu costruita in due fasi distinte: la prima, caratterizzata da una muratura in mattoni di piccole dimensioni, giungeva fino alla cappella di S. Caterina, mentre la seconda interessava le quattro campate occidentali e la facciata. La chiesa non presenta più il distacco tra navata e coro, il cui ambulacro costituisce la prosecuzione delle navate laterali. Come a St. Martin und Kastulus, in questo edificio le pareti interne appaiono completamente annullate e sostituite da sottili pilastri, qui a sezione circolare. La soluzione del pilastro di coro centrale realizzata nella Heiliggeist venne adottata per la prima volta nell'area compresa tra la Baviera e la regione di Salisburgo. Rispetto a St. Martin und Kastulus si osserva una maggiore maturità, che conduce verso una concezione unitaria dello spazio, propria dell'architettura tardogotica. Più complesso è inoltre il disegno delle volte a stella sia nelle navate laterali sia in quella centrale. Di singolare interesse sono nella chiesa di Heiliggeist anche alcune soluzioni adottate negli ambienti annessi: la sagrestia, per es., sembra riprendere, per il disegno delle volte e per la configurazione dello spazio, la cappella di S. Venceslao nel duomo di Praga; forme presenti nelle volte del medesimo duomo compaiono anche nella cappella di S. Caterina di Heiliggeist. Tutto ciò testimonia non soltanto la conoscenza da parte di H. dell'architettura dei Parler, ma forse proprio una sua presenza al cantiere di Praga.Il terzo edificio a cui H. lavorò è l'antica parrocchiale di Salisburgo, per la quale egli eseguì lo straordinario coro 'a sala' in sostituzione di quello del 13° secolo. Non è noto quando i lavori siano stati iniziati, ma una prima citazione risale al 1408 e, comunque, essi risultano conclusi nel 1450. Il coro, il cui aspetto riprende la Heiliggeist di Landshut, dalla quale si allontana tuttavia per la posizione dei pilastri, è uno Hallenchor a tre navate con pilastri a sezione circolare e sostegno centrale a E. In esso venne portato a compimento un principio che si era già evidenziato nelle chiese di Landshut, cioè l'indipendenza dei pilastri dalla parete. Non è noto se oltre al coro fosse previsto anche un rifacimento della navata del sec. 13° e neppure se il piano superiore delle cappelle sia dovuto a H. oppure a un intervento successivo.Segue la disposizione di St. Martin und Kastulus, a eccezione della torre sul lato nord del coro, la chiesa di St. Nikolaus a Neuötting, una Hallenkirche a tre navate con basse cappelle laterali, di cui sono attribuibili a H. soltanto il coro (iniziato nel 1410), ampio quanto la navata centrale, a due campate con conclusione a 5/8, e la torre (completata nel 1429) sul lato nord dello stesso coro.La chiesa che H. avrebbe realizzato a Straubing non è stata identificata con sicurezza; sono infatti due gli edifici che potrebbero essere attribuiti all'architetto: la chiesa dei Carmelitani, giunti a Straubing da Ratisbona nel 1367-1368, e quella di St. Jakob und Tiburtius. Mentre la prima è stata talvolta ritenuta opera giovanile del maestro, tenuto conto delle analogie con St. Martin und Kastulus a Landshut, per la seconda la pertinenza a H. sembra piuttosto dichiarata dall'alta qualità dell'architettura. La chiesa di St. Jakob und Tiburtius non è stata ancora oggetto di ricerche accurate, sicché è difficile ricostruirne le fasi architettoniche. È noto tuttavia che la sua costruzione è anteriore al 1415; che nel 1418 era già possibile utilizzare due delle cappelle inserite nell'ambulacro tra i contrafforti; che nel 1423 era completato l'ambulacro; infine che nel 1430 era terminato il coro. Parte delle finestre e le volte furono rifatte dopo l'incendio del 1780. Nel complesso, la chiesa di St. Jakob und Tiburtius risulta, per concezione architettonica, più arcaica rispetto alla Heiliggeist di Landshut e alla parrocchiale di Salisburgo; diversa è anche la concezione dello Hallenchor, che si rifà a modelli bavaresi ormai superati (per es. nel duomo di Augusta, del 1356-1357).H. lavorò anche a Wasserburg am Inn, nella chiesa di St. Jakob, ricostruita a partire dal 1410 come Hallenkirche a tre navate con coro ad ambulacro della stessa ampiezza del corpo longitudinale. Dal 1431 a H. successe il nipote Hanns Stethaimer - attivo nella chiesa fino al 1455 -, cui si deve il completamento della navata.Nonostante i problemi di attribuzione relativi ad alcuni edifici, il corpus delle opere del maestro appare sufficientemente solido da permettere di individuarlo come uno dei protagonisti del Sondergotik tedesco. La tipologia di Hallenkirche creata da H. e realizzata nelle sue forme più raffinate nella Heiliggeist di Landshut e nel coro della parrocchiale di Salisburgo mostra, nonostante alcune analogie con la chiesa di Heiligkreuz di Schwäbisch Gmünd (Baden-Württemberg), di ca. mezzo secolo più antica, un'assoluta originalità nella concezione dello spazio. Nell'invenzione del pilastro di coro centrale che si ritrova a Salisburgo e nella Heiliggeist di Landshut - un pilastro che non delimita uno spazio, ma lo crea - viene individuata una rottura con il 'sistema a baldacchino' nel quale i quattro pilastri servivano proprio a racchiudere uno spazio (Wagner-Rieger, 1988).
Bibl.: Die Kunstdenkmäler des Regierungsbezirkes Oberbayern, VI, Stadt und Bezirksamt Trauenstein. Stadt und Bezirksamt Wasserburg, München 1902, pp. 2066-2120 (rist. anast. München-Wien 1982); VIII, Bezirksamt Altötting, München 1905, pp. 2556-2587 (rist. anast. München-Wien 1982); Die Kunstdenkmäler des Regierungsbezirkes Niederbayern, VI, Stadt Straubing, München 1921, pp. 17-90, 196-231; XVI, Stadt Landshut, München 1927, pp. 17-101, 176-193; G. Dehio, Geschichte der deutschen Kunst, II, Berlin-Leipzig 1923, p. 162; G. Lill, s.v. Stethaimer, Hans, in Thieme-Becker, XXXII, 1938, pp. 13-15; P. Baldass, Hans Stetheimers wahrer Name, WienJKg 14, 1950, pp. 47-64; E. Egg, M. Mayer, Stefan Krumenauer und Tirol, Das Münster 7, 1954, pp. 93-95; J. van der Meulen, Die baukünstlerische Problematik der Salzburger Franziskanerkirche, ÖZKD 13, 1959, pp. 52-59; F. Dambeck, Zur Innenrestaurierung der St. Jakobs-Kirche in Straubing, Bericht des bayerischen Landesamtes für Denkmalpflege, 25, 1966, pp. 32-37; W. Gross, Gotik und Spätgotik, Frankfurt a. M. 1969, pp. 181-185; J. Białostocki, Spätmittelalter und beginnende Neuzeit (Propyläen Kunstgeschichte, 7), Berlin 1972, fig. 3; H. Puchta, Beiträge zum Stethaimerproblem, Das Münster 28, 1975, pp. 39-49; J.W. Cook, A New Chronology of Hanns von Burghausen's Late Gothic Architecture, Gesta 15, 1976, 1-2, pp. 97-104; F. Kobler, Altbayern, in Die Parler und der Schöne Stil 1350-1400. Europäische Kunst unter den Luxemburgen, cat., Köln 1978, I, pp. 387-389; id., Hanns von Burghausen, Steinmetz. Über den gegenwärtigen Forschungsstand zu Leben und Werk des Baumeisters, AMK 30, 1985, 198-199, pp. 7-16; R. Wagner-Rieger, Mittelalterliche Architektur in Österreich, Wien 1988, pp. 170-177; F. Fuhrmann, Der Chor der Franziskanerkirche in Salzburg und seine Massgrund. Eine Nachlese, in Beiträge zur mittelalterlichen Kunst, WienJKg 46-47, 1993-1994, pp. 195-210; s.v. Stethaimer, Hans, in Lexikon der Kunst, VII, Leipzig 1994, pp. 50-51.M.E. Savi