HAREM
. Forma e pronunzia turca dell'arabo ḥarlīm (nell'uso degl'Italiani d'Egitto carèm), che propriamente significa luogo inviolabile, luogo interdetto agli estranei, e che quindi è passato a designare presso i musulmani, dopo il sec. I dell'ègira (VII d. C.) o più tardi ancora: 1. la parte della casa o dell'appartamento riservata alle donne e ai bambini, come il gineceo della Grecia antica; 2. le donne che in esso abitano, mogli o parenti del proprietario o anche schiave concubine (odalische, con termine desunto dal turco). In Persia e tra i musulmani dell'India i ginecei sono detti, con vocabolo persiano, zanānah. Essi sembrano essere stati ignoti agli Arabi nell'età preislamica e nel primo secolo dell'ègira; sono un'eredità del mondo bizantino e persiano, al pari degli eunuchi a esso preposti con notevole autorità morale e disciplinare. Nei paesi musulmani ove l'influenza europea si è molto affermata, sono divenuti assai più piccoli di un tempo, a causa del decadere della poligamia e della proibizione della schiavitù e dell'eunuchismo.