Forma di matrimonio per la quale un uomo o una donna possono avere più consorti contemporaneamente. La p. ha due aspetti: la poliginia forma matrimoniale che prevede l’unione di un uomo con più donne. Presente in numerose culture, la poliginia sembra essere correlata a sistemi sociopolitici nei quali il controllo delle risorse umane è basilare per la gestione di potere e ricchezza. La possibilità di avere più mogli, riservata spesso a persone mature (o addirittura ai soli capi, come, per es., in molte società amazzoniche o della Nuova Guinea), è considerata un sistema per controllare sia i meccanismi riproduttivi, sia quelli produttivi. Infatti, in questo modo, i giovani hanno difficoltà ad accedere a mogli della loro età e vengono quindi a dipendere, per il conseguimento di un’autonomia sessuale e sociale, dagli anziani. La poliginia, che viene definita sororale se le mogli sono tra loro sorelle, mette un uomo in condizione di disporre delle forze lavorative di più donne e di più figli, consentendogli così un accumulo di prodotti agricoli e di ricchezze, estremamente importante dal punto di vista economico e politico. Inoltre la poliginia rende possibile, attraverso i legami parentali, il controllo di una serie molto ampia di relazioni, e questo permette l’uso strategico di reti di potere più vaste di quelle a disposizione di individui non poliginici. La presenza all’interno di una stessa unità domestica di diversi focolari per le diverse mogli di un uomo (come, per es., in tutta l’Africa orientale) incide infine sui processi di fissione del linguaggio e di trasmissione della proprietà, determinando un miglior funzionamento dei sistemi basati sui gruppi di discendenza.
Il secondo aspetto della p. è la poliandria ossia la relazione matrimoniale tra una donna e più di un uomo. Essa rappresenta un fenomeno molto raro, soprattutto se confrontato con l’assai più frequente e opposta poliginia. Spesso la poliandria è caratterizzata dal fatto che i mariti sono tutti fratelli. Tale tipo di poliandria, detto poliandria fraterna o adelfica, è di uso comune e legittimo fra i Tibetani, in taluni distretti dell’Himalaya, fra i Toda dell’India meridionale, ed esistette a Ceylon (Sri Lanka) fino alla proibizione britannica (1860). Nella poliandria fraterna gli eventuali figli della donna, la quale è generalmente di elevato grado sociale, sono tutti attribuiti al fratello maggiore; gli altri fratelli sono sempre soltanto zii per i figli. La poliandria è stata spesso interpretata alla luce di una connessione tra organizzazione economica, condizioni ambientali e pressione demografica; in area himalayana, per es, la poliandria è accompagnata alla scarsità di terre disponibili e a uno squilibrio demografico a sfavore delle donne.
Presenza di fiori ermafroditi e unisessuali negli individui di una stessa specie. Si possono avere parecchi casi. Diversi tipi di fiori sullo stesso individuo: a) piante andromonoiche, con fiori maschili e ermafroditi; b) piante ginomonoiche, con fiori femminili e ermafroditi; c) piante cenomonoiche o trimonoiche, con fiori maschili, femminili e ermafroditi. Fiori ermafroditi e unisessuali su individui diversi: a) piante androdioiche, con fiori maschili e ermafroditi; b) piante ginodioiche, con fiori femminili e ermafroditi; c) piante trioiche, con fiori maschili, femminili e monoclini.
In etologia, sistema di riproduzione sessuale per cui, in una specie, gli individui di un sesso tendono ad accoppiarsi con più individui del sesso opposto; si divide in poliginia e poliandria, a seconda che siano poligami, rispettivamente, i maschi o le femmine; con riferimento alla durata nel tempo, viene definita promiscuità la tendenza da parte del sesso poligamo ad accoppiarsi con più partner sessuali senza formare legami sociali; qualora tali legami vengano istituiti da parte di maschi poligami nei confronti di un gruppo di femmine riproduttivamente mature, queste costituiscono un harem.