FATḤĪ, Ḥasan
Architetto egiziano, nato al Cairo il 23 marzo 1900, morto ivi nel 1989. Originario di una famiglia della buona borghesia del Cairo, a una prima decisione di studiare agraria fece seguire la scelta della facoltà di Architettura. Ha svolto attività d'insegnamento universitario presso l'Istituto di Belle Arti del Cairo, dirigendone anche la sezione Architettura.
Fondamento della sua poetica è la necessità di un'architettura araba rivitalizzata, e di una variazione tematica unicamente egiziana all'interno di essa: tutto ciò al fine di contrastare culturalmente la forza distruttiva dello Stile Internazionale, di matrice occidentale. Questa personale ricerca d'identità fu supportata dallo studio dell'architettura dell'antico Medio Oriente e dall'individuazione di alcuni modelli antichi di riferimento (il Ramasseum di Luxor, il monastero di San Simeone ad Assuan, il palazzo di Ctesifon o il palazzo del Deserto di Okhaider in ῾Irāq). Questo tipo di studio trovò riscontro nel recupero e nella messa a punto delle tecniche tradizionali di costruzione in mattoni di fango senza struttura di sostegno durante l'esecuzione; si costituiva così una valida alternativa economica all'importazione di tipologie architettoniche fondate su tecnologie occidentali.
La sua attività continua ininterrotta dal 1928 all'anno della sua morte, e appare punteggiata da importanti occasioni e opere. Tra queste deve essere sicuramente menzionata la progettazione e la realizzazione del villaggio Nuova Gurna a Luxor.
Nel 1945 F. ebbe l'incarico dal ministero delle Antichità di redigere il progetto per un villaggio di settemila persone, la cui realizzazione iniziò nel 1948. Il progetto di Nuova Gurna si configura diverso e alternativo alla coeva progettazione di villaggi, esprimendo un'attenzione per la tradizionale organizzazione sociale in famiglie e tribù degli abitanti. La famiglia gravita intorno a una corte, la badana (gruppo di 10-20 famiglie con patriarca riconosciuto), intorno a una piazza di vicinato; le quattro tribù sono disposte intorno alla piazza centrale del paese e agli edifici pubblici: si realizza così un passaggio graduale dalla dimensione della vita privata a quella della vita pubblica.
Tra le moltissime opere di F. figurano numerose case private e altre significative realizzazioni, quali: la Reale Società di Agricoltura, Bathin (1941); il mausoleo Ahmed Hassanein Pasha, Cairo (1946); la fabbrica di ceramiche a Garagos (1950); la moschea per il Punjab, Pakistan (1950); l'università di Algeria (1960); il villaggio Nuova Bariz, Kharga Oasis (1967); l'Istituto francese di Archeologia orientale, Dighouse (1970); la moschea di Tripoli, Libano (1970); il mausoleo Nasser, Cairo (1971); il palazzo per lo sceicco Nasser El Sabbagh, Kuwait (1978); la moschea di Boston, USA (1980); la casa Hassan Rashad, Ibiar, Tanta (1985).
Ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, fra i quali il premio Aga Khan per l'architettura, il Chairman's Award dell'Ordine degli architetti statunitensi, il premio Baltan.
Tra i suoi scritti si ricordano: A tale of two villages, 1969; Architecture for the poor: an experiment in rural Egypt, 1973; Construire avec le peuple: Histoire d'un village d'Egypte: Gourna, 1977-78.
Bibl.: Hassan Fathy architect: an exibition of selected projects, School of architecture and planning MIT, Cambridge (Mass.) 1981; A. Petruccioli, Hassan Fathy, Architettura nei paesi islamici, Seconda mostra internazionale di architettura, Venezia 1982.