Babenco, Héctor Eduardo
Regista e sceneggiatore cinematografico argentino, naturalizzato brasiliano, nato a Buenos Aires il 7 febbraio 1946 da genitori ebrei emigrati dall'Europa orientale. Il cinema di B. si caratterizza per il tentativo (non sempre riuscito) di raccontare la marginalità sociale attraverso una forma filmica elaborata, per lo più di matrice letteraria. La sua notorietà è legata al grande successo di O beijo da mulher aranha, noto anche come Kiss of the spider woman (1985; Il bacio della donna ragno), per il quale nel 1986 ha ottenuto una nomination all'Oscar per la miglior regia.
Appassionato di cinema, il giovane B. iniziò il suo apprendistato lavorando come figurante in Il gaucho (1964) di Dino Risi, girato a Mar del Plata, la città vicina a Buenos Aires dove aveva trascorso l'infanzia. A diciassette anni iniziò un lungo viaggio che lo portò in Africa, in America e in Europa, mantenendosi con i lavori più disparati (in Italia lavorò come comparsa in western all'italiana). A Roma seguì i corsi del Centro sperimentale di cinematografia, e qui fu allievo di Cesare Zavattini. All'inizio degli anni Settanta si stabilì in Brasile, dove cominciò a lavorare come assistente regista, per poi realizzare alcuni documentari e spot pubblicitari. Il suo primo lungometraggio è stato O rei da noite (1975; Il re della notte), seguito da Lúcio Flávio, o passageiro da agonia (1977), record d'incassi in Brasile, e poi da Pixote, a lei do mais fraco (1980; Pixote, la legge del più debole), film che ha ricevuto diversi premi internazionali.
Nel 1984 ha saputo sfruttare le possibilità offerte da una coproduzione Stati Uniti-Brasile (pratica poi divenuta comune in Brasile) in O beijo da mulher aranha, tratto dal romanzo dello scrittore argentino M. Puig, ma caratterizzato da una particolare visualizzazione delle scene oniriche. Il film, che associa crudezza realistica e sogno, racconta l'amicizia che nasce tra due uomini profondamente diversi (un prigioniero politico e un omosessuale), compagni di cella in un carcere sudamericano, attraverso i racconti fantastici del gay, che ricorda i grandi film hollywoodiani della sua giovinezza, e la testimonianza di dignità e coerenza del militante. Dopo una serie di film realizzati a Hollywood, dove si è trasferito nel corso degli anni Ottanta, ha firmato Corazón iluminado (1998), forse il progetto più personale del regista, basato sui suoi ricordi d'infanzia.
Interessato alle forme di un cinema politico-sociale sin da O rei da noite, B. ama lavorare sui corpi degli uomini segnati dall'emarginazione, prediligendo gli attori non professionisti, come il ragazzo di strada protagonista di Pixote, che sarà ucciso dalla polizia sei anni dopo la realizzazione del film. Nelle prove successive, B. ha realizzato un cinema elaborato, di chiara derivazione letteraria (grazie anche alla collaborazione di scrittori come M. Puig e R. Piglia), in cui i personaggi acquistano un valore simbolico in situazioni limite, mentre la crudezza delle immagini viene temperata da uno stile accademico e formale, teso a ottenere un'affermazione a livello internazionale. Pur rimanendo fedele alle tematiche degli esordi, B. ha cercato di coniugare, con non poche difficoltà, le istanze di una narrazione letteraria con le convenzioni hollywoodiane. In film come Ironweed (1987), che racconta la storia di due barboni nella New York della fine degli anni Trenta, o At play in the fields of the Lord (1991; Giocando nei campi del Signore), sul massacro degli Indios dell'Amazzonia, la prolissità e la pesantezza dello stile fanno rimpiangere i suoi primi film, nei quali l'immediatezza delle situazioni e una maggiore libertà narrativa avevano reso possibile uno sguardo assai personale sulla società.
V.M. Amar Rodríguez, Héctor Babenco. Una propuesta de lectura cinematográfica, Madrid 1994; Brazilian cinema, ed. R. Johnson, R. Stam, New York, 1995² (in partic. R. Johnson, The rise and fall of Brazilian cinema, pp. 362-86).