Uomo politico e scrittore (Londra 1678 - ivi 1751). Libertino, di vasti interessi, durante un viaggio continentale (1698-99) ebbe larghi incontri con la cultura europea. Deputato tory (1701), fu con Harley il capo dell'opposizione alla politica whig sul continente; ministro della Guerra (1704-1708), poi (1710) segretario di stato, ebbe una parte preminente nella preparazione della pace di Utrecht (1713). La morte della regina Anna, la successione hannoveriana, l'ascesa di R. Walpole e del whiggism (1714) costrinsero B. - già compromesso nel fallito tentativo giacobita del 1711 e troppo esposto nella responsabilità della politica tory - a fuggire in Francia. Qui, dedicatosi a studî filosofici, scrisse - oltre alle senechiane Reflections upon exile (1716) - opere di filosofia e di etica (più importanti le Reflections concerning innate moral principles), ov'è dominante l'influsso lockiano, ma di scarso valore speculativo. Tornato in patria (1723), B. propose come modello l'equilibrio politico che si sarebbe realizzato nell'età di Elisabetta I. Contro la concezione partitica che contrapponeva i banchieri whig ai proprietari terrieri tory, B. auspicava una formula che permettesse di conciliare costituzionalismo e senso patriottico dell'unità nazionale. L'applicazione politica di questa formula sarà tentata invano da B., ma starà invece al centro della storia inglese della seconda metà del Settecento. Con questa impostazione moderata non è in conflitto l'aristocratico scetticismo religioso di B., che spesso - ad opera soprattutto di Voltaire, che di B. fu amico e di lui fece un ideale personaggio polemico - è confuso col deismo, ma rappresenta invece un motivo di polemica civile di tipo anticattolico e l'avviamento verso quella religione pratica e funzionale che sarà al centro dell'illuminismo inglese.