Warm, Hermann
Scenografo tedesco, nato a Berlino il 5 maggio 1889 e morto ivi il 15 maggio 1976. Lavorò per i maggiori registi del cinema tedesco (tra cui Fritz Lang e Friedrich W. Murnau), nonché per Carl T. Dreyer, ma la sua fama è legata essenzialmente alle origini dell'Espressionismo cinematografico, in quanto fu lui a ideare, assieme a Walter Reimann e Walter Röhrig, le scenografie per quello che è considerato il capostipite di tale movimento, ossia Das Cabinet des Dr. Caligari (1920; Dott. Calligari, noto anche come Il gabinetto del dottor Caligari) di Robert Wiene.
Dopo aver studiato disegno a Berlino, lavorò come set-designer in varie case di produzione tedesche. Era art director alla Decla-Bioskop da sette anni, quando gli fu sottoposto il copione di Das Cabinet des Dr. Caligari. Consultatosi con Reimann e Röhrig, anch'essi impiegati nella stessa casa di produzione, si trovò d'accordo con loro nel ritenere che un tale soggetto richiedesse una scenografia inconsueta, irreale, mai vista prima al cinema; e Reimann, che era pittore, propose di puntare sull'Espressionismo. La produzione, nel quadro di un progetto culturale mirante a valorizzare le ultime tendenze dell'arte tedesca, accettò, così come il regista Wiene. Impiegando architetture fatte di linee diagonali continue e spezzate ed esasperandole con il forte contrasto fra luce e ombra, venne perseguito l'intento di assimilare l'immagine filmica a quella grafica, anche se, ovviamente, non era altrettanto semplice operare con i corpi degli attori in questa direzione astratta: quest'opera rimane pertanto il prototipo del 'film di scenografia'. Non bisogna pensare, tuttavia, che W. fosse rigidamente legato agli stilemi espressionisti, che pure si ritrovano in Die Spinnen (1919-20; I ragni) di Lang, Schloss Vogelöd (1921) e Phantom (1922; Il fantasma), entrambi di Murnau. In Der müde Tod (1921; Destino) di Lang, W. è lo scenografo dell'episodio veneziano e di quello arabo, in cui si riconoscono, semmai, reminiscenze del luminismo di Max Reinhardt; e in Dr. Mabuse, der Spieler (1922; Il dottor Mabuse) di Lang è stato rilevato come W. si fosse ispirato non tanto all'Espressionismo quanto a una sorta di Jugendstil. Dopo aver lavorato in Ungheria e in Inghilterra, in Francia W. fu lo scenografo di due capolavori di Dreyer. Per La passion de Jeanne d'Arc (1927; La passione di Giovanna d'Arco) egli ricostruì (assieme a Jean Hugo) un intero villaggio medievale, dai muri chiari con toni di rosa (per ragioni di fotogenia), che però Dreyer non utilizzò nella sua interezza, limitandosi a sceglierne alcuni scorci come sfondi quasi astratti per i primi piani intensissimi dei suoi attori. Quanto a Vampyr (1931), il senso di malessere, d'incubo soffocante è suggerito prima di tutto dalla strana fotografia luminescente e dal gioco delle ombre staccate dai corpi, più che dall'invenzione scenografica, che si limita a sfruttare (magistralmente) l'atmosfera dell'esistente villaggio francese di Courtempierre. Con la fine del cinema di Weimar e l'ascesa di A. Hitler al potere, la qualità del lavoro di W. seguì fatalmente una parabola discendente. Dal 1924 al 1933 fu in Inghilterra, dal 1941 al 1944 in Svizzera. Dopo l'avvento del sonoro furono notevoli le scenografie per Peer Gynt (1934) di Fritz Wendhausen, Mazurka (1935) di Willi Forst e per una nuova edizione di Der Student von Prag (1935; Lo studente di Praga) di Arthur Robison. Inoltre collaborò, non accreditato, al lavoro di André Andrejev per Le corbeau (Il corvo) di Henri-Georges Clouzot (1943). Nel dopoguerra tornò in Germania, dove ideò le scene del Wozzeck (1947) di Georg C. Klaren, di Koenigs-kinder (1949) di Helmut Käutner e di Hokuspokus (1953) di Kurt Hoffmann.