Buchholz, Horst
Attore teatrale e cinematografico tedesco, nato a Berlino il 4 dicembre 1933. Bruno, attraente, dall'indole scontrosa e ribelle, divenne presto un idolo delle platee giovanili riuscendo abilmente a rappresentare l'amarezza e i disagi di una nazione devastata dalla guerra. In particolare, la sua interpretazione in Himmel ohne sterne (1955; Cielo senza stelle) di Helmut Käutner ne mise in luce il notevole talento. Approdato a Hollywood, ha continuato in seguito a lavorare anche in produzioni europee e, sempre più assiduamente, a dedicarsi all'attività teatrale.
Cresciuto in Germania durante la Seconda guerra mondiale (la sua casa fu distrutta dai bombardamenti e i genitori vennero separati dalle vicende belliche), fu costretto a trascorrere diversi mesi nei campi di evacuazione. Per aiutare la famiglia cominciò sin da ragazzo a lavorare nei teatri tedeschi della ricostruzione e come doppiatore di film stranieri. Notato sulle scene teatrali (dove si stava affermando con parti sempre più importanti) da Julien Duvivier alla ricerca di un interprete maschile per il film Marianne de ma jeunesse (1955; Marianne), riuscì a farsi conoscere anche fuori dai confini tedeschi grazie a questo ruolo, mentre in quello stesso anno ottenne in patria un enorme successo con Himmel ohne sterne. La sua carriera cinematografica proseguì con il film Robinson soll nicht sterben (1957; Le avventure di Robinson) di Josef von Baky e con Monpti (1958; Un amore a Parigi) di H. Käutner, entrambi girati accanto a Romy Schneider, ma fu soprattutto nel film inglese Tiger Bay (1959; Questione di vita o di morte) di J. Lee Thompson, che ebbe modo di confrontarsi con il ruolo ambiguo di un assassino che irretisce la piccola testimone del suo delitto. Il successo europeo lo portò nel 1958 a New York, dove trionfò a Broadway nella commedia musicale Chéri, tratta dal romanzo di Colette. Chiamato a Hollywood, prese parte al western The magnificent seven (1960; I magnifici sette) di John Sturges: in un cast all stars B. ben riuscì a figurare nel ruolo di Chico, il giovane messicano che abbandona il mestiere di mercenario per restare nel villaggio e mettere su famiglia. Fu poi uno spassoso Otto, giovane comunista tedesco, in One, two, three (1961; Uno, due, tre) di Billy Wilder, al fianco di uno scatenato James Cagney.B. interpretò negli anni Sessanta molti personaggi storici: l'assassino di Gandhi in Nine hours to Rama (1963; Nove ore per Rama) di Mark Robson; il più celebre viaggiatore italiano in La fabuleuse aventure de Marco Polo (1965; Le meravigliose avventure di Marco Polo) di Denys de la Patellière; il grande scrittore spagnolo in Cervantes (1966; Le avventure e gli amori di Miguel Cervantes) di Vincent Sherman; ma risultò più incisivo e convincente, con la sua recitazione tesa e nervosa, in ruoli di personaggi moderni in film come La noia (1963) di Damiano Damiani, dall'omonimo romanzo di A. Moravia, oppure in Come, quando, perché (1968), ultima opera di Antonio Pietrangeli. In seguito, ha lavorato negli Stati Uniti e in Europa, sia per il cinema sia per la televisione, accettando anche lavori di routine. Negli anni Novanta è apparso in In weiter Ferne, so nah! (1993; Così lontano, così vicino!) di Wim Wenders, in cui interpreta con ironia la parte di un gangster che traffica in armi e video porno, e nel pluripremiato La vita è bella (1997) di Roberto Benigni, in cui è l'ineffabile nazista dottor Lessing, perso dietro sciarade e indovinelli perfino dentro un campo di sterminio.