IACOPO della Lana
Bolognese, di famiglia forse originaria di Firenze, nato verso il 1290, morto intorno al 1365. Probabilmente dimorò a lungo a Venezia e forse quivi compose il commento in volgare alla Divina Commedia, che fu il primo completo e il più divulgato degli antichi compilati nei primi vent'anni dalla morte di Dante. Con I. della Lana il commento alla Divina Commedia acquista uno sviluppo maggiore. Sue caratterîstiche sono l'esposizione passo passo e quasi verso per verso dei pensieri del poeta, l'abbondanza delle parti narrative, l'erudizione aristotelica e scolastica. Le strane spiegazioni di alcuni vocaboli mostrano però che I. non doveva avere cognizione molto sicura della lingua toscana.
Lo tradusse o meglio rifece in latino Alberico da Rosciate, giureconsulto bergamasco, contemporaneo di I., e forse anche, ma per il solo Inferno, Guglielmo de Bernardis (1349). Ebbe due edizioni nel sec. XV (Venezia 1477 e Milano 1478), e ne ha avuto altre due modernamente, di scarso valore, a cura di L. Scarabelli (Milano 1865; Bologna 1865-67).
Bibl.: F. Filippini, L'origine fiorentina di I. d. L., in Giorn. Dantesco, XXV, p. 51; L. Rocca, Di alcuni commenti della Divina Commedia composti nei primi vent'anni dalla morte di Dante, Firenze 1891; A. Fiammazzo, Il commento dantesco di A. da Rosciate, Bergamo 1895; id., Le versioni latine del Lanéo, in Bull. d. Società dantesca, n. s., IX (1902), p. 132; id., Il codice Canonici Miscell. 449 della Bodleiana di Oxford, in Miscellanea di studi critici editi in onore di A. Graf, Torino 1903, p. 679; F. Schmidt Knatz, Sul commento lanèo nella tradizione del codice francofortense, in L'Archiginnasio, XXVI (1931), p. 177, dove pure si cerca di spremere notizie sul Della Lana dal commento; sulla pretesa antichità del codice francofortense v. lo stesso F. Schmidt Knatz, in L'Archiginnasio, XXVII (1932), p. 95. - Per i rapporti del lanèo con altri commenti v. F. P. Luiso, Fra chiose e commenti antichi, in Arch. stor. ital., s. 5ª, XXXIII (1904), pp. 1-52; M. Barbi, in Bull. d. Società dantesca, n. s., XI, pp. 221-29.