IACOPO Nizzola da Trezzo
Medaglista, scultore, architetto, orefice e incisore di gemme. Nacque intorno al 1515 a Trezzo sull'Adda, morì in Spagna nel 1589. Lavorò prima a Milano dove lo conobbe Filippo, figlio di Carlo V, nel 1549; salito questi all'impero, I. entrò poco dopo al suo servizio recandosi nei Paesi Bassi (1555), indi (1559) in Spagna, ove restò fino alla morte.
La sua attività di medaglista è compresa fra il 1550 circa e il 1578. Appartengono al periodo milanese, fra le medaglie firmate, quella d'Isabella moglie di Ferrante Gonzaga e della loro figlia Ippolita; agli anni successivi quelle di Maria Tudor (fatta per le nozze con Filippo II: il capolavo: o di I.) e dello stesso Filippo, di Giovanni Kevenhüller ambasciatore imperiale in Spagna, di Ascanio Padula e di Juan de Herrera architetto dell'Escorial. Nelle sue medaglie, tutte coniate, può vedersi talvolta il riflesso dell'arte di Leone Leoni, del quale I. fu erroneamente ritenuto scolaro; ma è soprattutto costante una squisitezza di gusto e una finezza dei particolari, specie nelle composizioni dei rovesci, che giustificano la fama ch'egli raggiunse ben presto come medaglista e l'influsso da lui esercitato in Italia e fuori. Non minore fortuna ebbero le composizioni dei suoi intagli o cammei, eseguiti tutti con notevole sicurezza (cammeo in onice col ritratto di Giovanna di Portogallo figlia di Carlo V, e uno in agata con l'Aurora, a Vienna; intaglio in topazio coi ritratti di Filippo II e di don Carlos, e cammeo in onice con la Fontana della Sapienza a Parigi; cammei in onice col ritratto di Filippo II, a Firenze e a Windsor). Per lavorare e tagliare le pietre dure inventò anche delle macchine, e una particolare abilità ebbe nell'incidere diamanti. L'opera sua maggiore, in cui fu anche architetto, è la custodia (o tabernacolo) della "capilla major" dell'Escorial, in cristallo di rocca, diaspro e altre pietre preziose; in questa cappella si debbono a I. anche la parte architettonica, i lavori di decorazione di pietra e di doratura, e la direzione generale dell'impresa. Fece anche il sepolcro di Giovanna di Portogallo, nella chiesa del monastero delle Descalzas Reales, a Madrid. Di altre sue opere sappiamo solo dai documenti, come del reliquiario per la gamba di S. Lorenzo all'Escorial, o dei vasi di cristallo intagliato fatti per Cosimo I de' Medici.
Bibl.: J. Babelon, J. da T. e la construction de l'Escurial, Bordeaux-Parigi 1922; V. Tourneur, in Revue Belge de Numism, 1923, p. 11; G. F. Hill, in Num. Chronicle, 1923, p. 164; E. Kris, in Archiv f. Medaillen- und Plakettenkunde, V (1925-26), p. 171 segg.; G. Habich, Die Medaillen der ital. Renaissance, Stoccarda-Berlino s. a., p. 134; E. Kris, Meister u. Meisterwerke der Steinschneidekunst, Vienna 1929, p. 81 segg., fig. 321 segg.; L. Forrer, Biogr. Dict. of Medallists, VIII, Londra 1930, p. 240 segg.