Ouedraogo, Idrissa
Regista cinematografico burkinabé, nato a Banfora il 21 gennaio 1954. Cineasta tra i più apprezzati dell'Africa sub-sahariana, e il più conosciuto a livello internazionale, in tutte le sue opere ha elaborato una profonda riflessione sul senso del filmare, sfuggendo a preconcetti estetici e produttivi e raccontando storie dal segno classico, percorse da una rinnovata libertà figurativa, che sono espressione di un preciso contesto sociale e al tempo stesso di sentimenti universali. Ha vinto al FESPACO il premio per il miglior cortometraggio con Poko (1981), per il miglior documentario con Issa le tisserand (1985) e per il miglior lungometraggio a soggetto nel 1991 con Tilai (1990, Legge); al Festival di Cannes un premio Fipresci con Yaaba (1989, Nonna) e il Gran premio speciale della giuria con Tilai; al Festival di Berlino un Orso d'argento nel 1993 con Samba Traoré (1992).
Dopo il diploma conseguito all'Institut africain d'éducation cinématographique (INAFEC) di Ouagadougou, ha lavorato alla Direzione della produzione cinematografica del Burkina Faso (1981) e ha trascorso un periodo di formazione a Kiev. Trasferitosi in Francia, si è diplomato all'IDHEC (1985) e all'Institut de filmologie della Sorbonne. Nei primi anni di attività come regista si è dedicato ai cortometraggi. Ha esordito con Pourquoi? (1981), film muto in cui un uomo sogna di uccidere la moglie. Con Poko si è soffermato sulla carenza di strutture sanitarie nel suo Paese, e con Les écuelles (1983) sulla lavorazione delle scodelle in legno; Les funérailles du Larle Naba (1983), diretto insieme a Pierre Rouamba, è invece incentrato sulle cerimonie funebri tradizionali del popolo Mossi. Issa le tisserand è una docufiction su un tessitore il cui mestiere d'artigiano è messo in crisi dal commercio di prodotti più scadenti; Tenga (1986), senza commento né dialoghi, parla dell'esodo rurale nel Sahel; il documentario Ouagadougou, Ouaga deux roues (1984), uno dei suoi migliori film, affronta i problemi della circolazione nella capitale del Burkina Faso. Il tema di Tenga ha trovato sviluppo nel suo primo lungometraggio, Yam daabo (1986; La scelta), che racconta di una famiglia costretta ad abbandonare il proprio villaggio a causa della siccità.
In campo internazionale O. si è affermato con Yaaba, che narra del rapporto tra due ragazzi e un'anziana, accusata dagli abitanti del suo villaggio di essere una strega, e con Tilai, che descrive come l'affetto fraterno e l'amore debbano sottostare alla dura legge della tradizione. Il cinema di O. si è poi aperto a nuovi discorsi con A Karim na Sala (1991, Karim e Sala), commedia sull'amore di due adolescenti tra la campagna e la città, e con Samba Traoré, western-thriller in cui un uomo torna al villaggio per nascondersi dopo una rapina. Le cri du cœur (1994; Il grido del cuore), la sua prima opera girata quasi interamente in Europa (a Lione), racconta le vicende di una famiglia emigrata dall'Africa; Kini & Adams (1997), ambientato nella Repubblica Sudafricana e girato in inglese con attori locali, è la storia di un'amicizia maschile e oscilla tra comicità e melodramma.
Tra le altre opere si segnalano: i mediometraggi Obi (1991), ritratto di una donna che lavora in miniera per mantenere i figli, e Afrique, mon Afrique (1994), lavoro sull'AIDS lontano da ogni moralismo; i cortometraggi Gorki (1993), viaggio di un giovane dalla campagna al Festival di Ouagadougou, e Les parias du cinéma (1997), in cui O., nella semplicità del piano fisso, racconta il proprio percorso nel cinema contemporaneo. A partire dal 1997 si è dedicato alla realizzazione di cortometraggi didattici destinati agli spettatori del Burkina Faso, per parlare, con umorismo e con la sua consueta leggerezza di sguardo, di AIDS (Le guerrier, 1997; La boutique, 1997; Pour une fois, 1997; la serie video 100 jours pour convaincre, 2002), della pratica dell'escissione (Pleurs de femmes, 1997) e della vita quotidiana a Ouagadougou (la serie televisiva Kadi jolie, 1999-2001). Nel 2002 ha partecipato al film collettivo 11´09´´01 ‒ September 11 (11 settembre 2001), descrivendo la reazione dei bambini di Ouagadougou all'attentato alle Twin Towers. Con La colère des dieux (2003) è tornato al lungometraggio, narrando la lotta contro le truppe coloniali francesi dell'ultimo re indipendente del Burkina con una forma filmica sempre più rivolta all'essenziale.
P.C. Ilboudo, Le Fespaco 1969-1989 ‒ Les cinéastes africains et leurs œuvres, Ouagadougou 1988, pp. 338-41.
G. Gariazzo, Poetiche del cinema africano, Torino 1998, pp. 23-38.
Sh.A. Russell, Guide to African cinema, Westport (CT) 1998, pp. 111-14, 141-45.
Idrissa Ouedraogo, éd. T. Chikhaoui, Tunis 1998.
Association des trois mondes, FESPACO, Les cinémas d'Afrique. Dictionnaire, Paris 2000, pp. 373-76.