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BIRAGO, Ignazio Renato Camillo

di Nino Carboneri - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BIRAGO, Ignazio Renato Camillo

Nino Carboneri

Figlio di Enrico Secondo Lorenzo Birago, marchese di Candia, e di Vittoria Claudia Doria del Maro, nacque a Torino il 13 settembre 1721. Il 2 gennaio 1745 venne adottato da Augusto Renato Birago di Borgaro. Percorse poi tutta la carriera militare fino a diventare capo del corpo reale di artiglieria, con patente del 27 marzo 1781.

L'attività di architetto del B. risulta documentata solo dal 1767.

Nel 1750 aveva disegnato una veduta del salone allestito per le nozze del duca Vittorio Amedeo e di Maria Antonia Ferdinanda infante di Spagna (incisione di G. A. Belmondo).

Nel 1767 fornì i disegni per la cappella di S. Uberto nella palazzina di caccia di Stupinigi per la quale l'anno dopo fece un progetto di ampliamento non attuato; diresse poi la costruzione e la sistemazione di alloggiamenti, scuderie e canili. Lavorò inoltre al completamento dei quartieri militari di Torino (1769-70), nei quali eseguì la facciata, poi rifatta, verso l'attuale via Garibaldi. Nel 1770 venne nominato architetto di corte. In quello stesso anno ricostruì parte dell'altare maggiore della chiesa del Carmine di Torino. Dal 1771 al 1775 eresse la parrocchiale, ed ampliò, dalla parte della piazza, il castello di Agliè: le due costruzioni costituiscono il complesso più significativo della sua produzione. Nel 1781 intervenne nella fabbrica dell'Arsenale di Torino, per una sala destinata alla raccolta di armi antiche.

Morì a Torino il 2 genn. 1783.

Gli sono pure attribuiti a Torino, senza una precisa datazione, il palazzo dei Costa Carrù della Trinità (via S. Francesco da Paola 17) e lavori anche di carattere urbanistico, per l'ultimazione di via Po e per la rettifica di via Dora Grossa; progetti per il giardino e le scuderie di pal. Carignano e per una terrazza nel giardino di palazzo reale. Fuori Torino, gli si attribuiscono la confraternita di Vische, il coro della chiesa di S. Anastasio ad Asti ed un progetto per il castello di Borgaro. Ma sono attribuzioni in parte non confermate: esse attendono di venire definitivamente chiarite. Stilisticamente il B. è un epigono della tradizione barocca piemontese, sensibile ormai ai richiami classicistici, interpretati mediante nobili ricorsi iuvarriani che caratterizzano un significativo momento di transizione.

Bibl.: O. Derossi,Nuova guida per la città di Torino, Torino 1781, pp. 87, 111, 162, 197; A. Grossi,Guida alle cascine e vigne del territorio di Torino e suoi contorni, I, Torino 1790, pp. 7 ss.; G. Casalis,Diz. stor., statistico,commer. degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, I, Torino 1833, p. 66,sub voce Agliè; A. Bertolotti,Passeggiate nel Canavese, III, Ivrea 1869, p. 22; M. Marocco,La real chiesa parrocchiale di N. S. del Carmine, Torino 1871, pp. 37 ss.; G. I. Arneudo,Torino sacra, Torino 1898, p. 90; A. Manno,Ilpatriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 313; C. Boggio,Lo sviluppo edilizio di Torino dall'assedio del 1706 alla Rivoluzione francese, Torino 1909, p. 29 n. 143; Id.,Le chiese del Canavese, Ivrea 1910, p. 90; V. Cicala,Ville e castelli d'Italia, Milano 1911, p. 7; G. Chevalley,Gli archit., l'architettura e la decorazione delle ville piemontesi nel sec. XVIII, Torino 1912, pp. 27, 54, 69, 135, 148; A. E. Brinckmann,Theatrum novum Pedemontii, Düsseldorf 1931, p. 18; L. Rovere-V. Viale-A. E. Brinckmann,Filippo Juvarra, Milano 1937, pp. 84, go; L. Mallè,Le arti figurative in Piemonte, Torino 1962, pp. 294, 314; C. Brayda-L. Coli-D. Sesia,Ingegneri e architetti del Sei e Settecento in Piemonte, in Atti e rass. tecnica della Soc. degli ingegneri e arch. in Torino, XVII (1963), p. 89; N. Carboneri, in Mostra del barocco piemontese (catal.), I, Torino 1963, p. 85; M. Viale Ferrero,ibid., pp. 48 ss.; M. Bernardi, Torino, Torino 1965, pp. 17, 25, 164, 202, 226, 312; N. Gabrielli-M. Tagliapietra Rasi-L. Tamburini,Museo dell'arredamento,Stupinigi... (catal.), Torino 1966, pp. 52, s., 68 s., 91, 111 s.; V. Viale,F. Juvarra architetto e scenografo (catal.), Messina 1966, p. 87; R. Pommer,Eighteenth-Century Architecture in Piedmont, New York 1967, pp. 94, 196, 214.

Vedi anche
facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... castello architettura Presso i Romani il castellum era un’opera di fortificazione, generalmente di minore entità rispetto al castrum, lungo i confini dell’Impero. I castello erano temporanei o permanenti: i primi erano semplici ridotte, di forma circolare o quadrangolare, spesso senza baraccamenti per le truppe; ... edificio edifìcio In generale, qualsiasi costruzione immobile realizzata dall'uomo. Specificando l'uso, il carattere, lo scopo cui è destinato: edificio di abitazione, casa per una e più spesso per più famiglie; edificio sacro, quello destinato al culto o comunque legato all'esercizio di pratiche religiose; edificio ... organo Strumento musicale ad aria, costituito da una serie di canne in cui viene immessa, per mezzo di un mantice o altro meccanismo, aria che le fa vibrare, con un’emissione di suoni regolata da tastiere e pedaliera; attraverso il somiere (una cassa di legno) l’aria trova un regolato adito alle canne (v. fig.). ...
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camillo s. m. (f. -a) [dal lat. camillus, f. -a, di etimo incerto]. – Antico termine del rituale latino pagano con cui si designavano i fanciulli, liberi di nascita, che assistevano i sacerdoti (spec. i flàmini) nei sacrifici.
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ignaziano agg. – Relativo a un santo di nome Ignazio: l’epistolario i., quello di s. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire a Roma all’epoca dell’imperatore Traiano. Più comunem., di s. Ignazio di Loyola (1491-1556), anche con riferimento...
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