Cairo, Il
Capitale dell'Egitto. Entro i confini amministrativi fissati nel 1982, l'area metropolitana della Grande C. contava nel 2005 più di 15 milioni di ab., per effetto di un tasso di crescita della popolazione molto più sostenuto rispetto alle altre città egiziane. In effetti, mentre la popolazione dell'Egitto è cresciuta di cinque volte nel corso del 20° sec., la popolazione del C. è aumentata di quasi 16 volte, con il risultato che la quota della popolazione nazionale inclusa nella conurbazione della capitale è salita da circa il 9% nel 1940 a più del 18% negli anni Sessanta e Settanta, e si calcola che abbia superato il 20% alla metà del primo decennio del nuovo millennio.
La crescita della metropoli in termini di popolazione, di superficie e di ricchezza è stata tuttavia contrassegnata da disparità crescenti in termini di beni, offerta di servizi, qualità degli alloggi e condizioni ambientali. I principali problemi urbanistici derivano da altissime densità di popolazione nel cuore della città vecchia, da vasti quartieri di alloggi di cattiva qualità costruiti in epoca relativamente recente, dall'occupazione illegale dei tetti e delle aree cimiteriali, dall'insufficienza delle infrastrutture e dei servizi, e dal progressivo aggravarsi dell'inquinamento. La regione della Grande C. si estende per circa 300.000 ha su un raggio di circa 30 km. Il quartiere centrale degli affari e dei servizi è localizzato tra la città vecchia e il Nilo; su di esso ha fatto perno l'espansione a macchia d'olio dell'agglomerazione, divisa nei tre settori del C., di al-Qalyūbiyya, a nord, e di Ǧīza, a ovest, al di là del Nilo. Le attività artigianali e industriali, tradizionalmente collocate nel contesto della città vecchia e nel settore di al-Qalyūbiyya, a partire dagli anni Sessanta hanno cominciato a diffondersi a nord (Šubra al-H̱ayma) e a sud (Ḥulwān) a causa della mancanza di spazio, occupando terreni coltivati, e contribuendo a rendere più problematico l'approvvigionamento di prodotti agricoli nella capitale. Seguendo le indicazioni di un piano strutturale risalente al 1983, è stato realizzato un sistema di nuove città, satelliti o indipendenti, con la funzione di poli di crescita destinati a decongestionare l'area centrale dell'agglomerazione urbana. Le città nuove sono situate lungo le principali arterie regionali che si irradiano dal centro della capitale, e sono state concepite come un'alternativa all'edilizia abusiva e informale che tendeva a occupare i fertili terreni agricoli nelle immediate adiacenze della parte centrale dell'agglomerazione, indirizzando piuttosto l'espansione urbana verso aree marginali occupate dal deserto. Nelle intenzioni degli urbanisti il sistema dei nuovi insediamenti avrebbe dovuto accogliere oltre 5 milioni di ab., ma in realtà verso la fine degli anni Novanta il tasso di occupazione delle abitazioni costruite era relativamente basso, a causa dell'inadeguatezza di infrastrutture e servizi. La delocalizzazione di numerose nuove industrie in questi insediamenti all'esterno della conurbazione (in particolare nelle città nuove 6 Uktūbir, a ovest, e 10 Ramaḍām, a est) ha comunque conseguito l'effetto di alleggerire la pressione delle attività industriali sull'area centrale dell'agglomerato urbano.
In prospettiva, si prevede che se la crescita urbana proseguirà secondo le attuali linee di tendenza, la Grande C. continuerà a espandersi rapidamente lungo i suoi maggiori assi regionali, in particolare la strada C.-Alessandria. Se le cinque principali città fra quelle che si allineano lungo tale strada (Banhā, Ṭanṭā, Kafr al-Zayyāt, Damanhūr e Kafr el-Dawār) continueranno a registrare gli alti tassi di crescita degli ultimi decenni, è prevedibile che nel giro di pochi anni si formi un corridoio urbano estensivo lungo quest'asse stradale. Una nuova area megalopolitana potrebbe pertanto delinearsi lungo l'intero corridoio C.-Alessandria, o almeno nel tratto C.-Ṭanṭā. In questa ipotetica futura conurbazione potrebbe concentrarsi quasi metà della popolazione egiziana.