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IMERIO

di Nicola Terzaghi - Enciclopedia Italiana (1933)
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IMERIO (‛Ιμέριος, Himerius)

Nicola Terzaghi

Figlio del retore Aminia, nacque a Prusa sul principio del sec. IV d. C., ma visse per lo più ad Atene, con un lungo intervallo nel quale fu ad Antiochia alla corte di Giuliano. Ebbe una vita agitata (premorirono a lui un figlio e una figlia), e morì in età d'oltre 70 anni. Ad Atene tenne una scuola di retorica, dove traevano da ogni parte del mondo greco gli scolari: fra essi Gregorio Nazianzeno e Basilio di Cesarea. Egli componeva le sue orazioni, e insegnava ai suoi scolari a comporle soltanto come esercizio di pura retorica. Quelle giunte a noi sono generalmente discorsi d'occasione; alcune invece sono orazioni immaginarie, quali cioè, avrebbero potuto essere tenute in determinate circostanze da determinati oratori: esempio tipico quella che I. finge detta da un tale contro Epicuro accusato di empietà.

Fozio conosceva di lui 73 orazioni, delle quali 24 sono giunte a noi complete, e 10 in frammenti. Esse hanno per noi un valore abbastanza grande, perché I. aveva formato la sua educazione principalmente sui poeti classici, ed avendo di per sé stesso spiccate tendenze alla poesia, cita molti passi di poeti antichi, o nella loro forma originale, o, per lo meno, riferendone il concetto. Molti frammenti, specie dei lirici classici (Saffo, Alceo, Ibico, Anacreonte) sono giunti a noi per questa via.

L'unica edizione usabile è quella del Dübner, in Philostratorum, Eunapfi, Himerii reliquiae, Parigi 1849.

Bibl.: Christ-Schmid-Stälin, Gesch. der griech. Litt., 6ª ed., II, Monaco 1924, p. 1000 segg.; K. Schenkl, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., VIII, col. 1622 segg., importante soprattutto per lo studio della trasmissione delle orazioni; G. E. Rizzo, Saggio su I. il sofista, in Rivista di filologia, XXVI (1898), p. 513 segg.; G. Fraccaroli, I lirici greci (Poesia Melica), Torino 1913, p. 167 segg.

Vedi anche
Giuliano l'Apostata Giuliano (lat. Flavius Claudius Iulianus) l'Apostata. - Imperatore romano (Costantinopoli 331 d. C. - Maranga, presso Ctesifonte, Persia, 363), figlio di Giulio Costanzo e di Basilina. Scampato insieme al fratellastro Costanzo Gallo alle stragi di Costantinopoli del 337, di cui furono vittime il padre ... Libànio Libànio (gr. Λιβάνιος, lat. Libanius). - Retore greco di Antiochia (314-393 circa), maestro di Giovanni Crisostomo e amico di Giuliano l'Apostata. Insegnò a Costantinopoli, a Nicea, a Nicomedia, ad Atene e infine ad Antiochia. Svolse l'attività tipica del sofista greco e la sua sterminata opera, divisa ... sofistica Movimento filosofico, e più ampiamente etico e culturale, affermatosi nella Grecia antica, e soprattutto in Atene, tra il 5° e il 4° sec. a.C. ● Il nome di σοϕιστής ha, nella grecità più antica, un significato simile a quello di σοϕός «sapiente, esperto». Tra la metà del 5° e la fine del 4° sec. a.C. ... Isòcrate Isòcrate ‹iʃ-› (gr. 'Ισοκράτης, lat. Isocrătes). - Oratore ateniese (436-338 a. C.). Seguace del sofista Gorgia, aprì ad Atene una scuola per l'insegnamento dell'eloquenza; nelle sue orazioni perorò l'unità panellenica in funzione antipersiana. Invocò di volta in volta l'egemonia sulla Grecia di Atene ...
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  • GREGORIO NAZIANZENO
  • BASILIO DI CESAREA
  • ANTIOCHIA
  • RETORICA
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    Retore greco di Prusa in Bitinia (n. 310 circa - m. dopo il 385). Visse in Atene dove aprì una celebre scuola di retorica, frequentata anche da Gregorio Nazianzeno e Basilio di Cesarea. Delle sue Orazioni ne sono giunte a noi 24 con parecchi frammenti; fra esse è da ricordare la Monodia per la morte ...
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