metallurgica, industria
Comparto industriale che ha per oggetto la produzione e la lavorazione di metalli di base e preziosi. In esso si distinguono due processi fondamentali: quello siderurgico (➔ anche siderurgica, industria) e quello fondiario. Il primo si riferisce al trattamento dei minerali allo scopo di ottenere ferro o diversi tipi di leghe (tra cui acciaio e ghisa), mentre il secondo fa riferimento alla produzione di gettate e colate metalliche in apposite forme per la realizzazione di semilavorati.
L’industria m. è così articolata: a monte del processo produttivo vi è la fase di estrazione, che dipende dalla disponibilità di risorse naturali minerali e ferrose; a seguire, si collocano il processo siderurgico (produzione di metalli ferrosi) e la produzione di oro, argento, platino, rame, alluminio, zinco, piombo e stagno (metalli non ferrosi). Infine, a valle si colloca la produzione di semilavorati metallici (classificati in lunghi, piani e tubi). Questi ultimi trovano largo impiego nell’edilizia, nella meccanica, nella produzione di veicoli, di sistemi di trasporto e di elettrodomestici.
La crescita dell’industria m. precede generalmente fasi di intenso sviluppo del settore manifatturiero e delle costruzioni, alle quali seguono fasi di dismissione degli impianti mano a mano che il settore terziario acquista peso nella struttura produttiva. Il settore m. è sensibile al ciclo economico globale (➔ ciclo economico): risente fortemente delle fasi di depressione e stagnazione degli investimenti, cresce nelle fasi espansive e ha storicamente registrato i maggiori incrementi di produzione e occupazione durante le grandi guerre, conseguentemente allo sviluppo dell’industria bellica che impiega largamente prodotti della metallurgia.
Caratteristica dell’industria m. è la forte integrazione produttiva con le imprese a valle che realizzano prodotti finiti. Per es., alcuni dei produttori made in Italy di rubinetterie o oggettistica di design si riforniscono di semilavorati metallici con caratteristiche molto specifiche, che impongono all’industria m. di lavorare a stretto contatto con i clienti, diversificando l’offerta e investendo continuamente in ricerca e sviluppo per realizzare manufatti sempre più sofisticati.
Il primo nucleo di industria m. (fra cui la Terni e la Società metallurgica italiana) sorse in Italia negli anni 1880, grazie a una presenza rilevante dello Stato, che aveva come obiettivo prioritario la fornitura dei capitali necessari all’avvio di una industrializzazione pesante forzata. L’industria siderurgica italiana è ancora oggi caratterizzata da una forte concentrazione produttiva, che si verifica per circa l’80% della produzione al Nord, con la presenza di alcuni grandi gruppi al Centro e al Sud. Le fonderie sono generalmente di piccole e medie dimensioni e principalmente localizzate nelle regioni settentrionali.
Tra il 2008 e il 2009 le imprese nel settore siderurgico (estrazione e manifattura) sono calate di circa il 6% e il numero complessivo degli occupati è sceso di 60.000 unità. Durante il 2010 e il 2011, tuttavia, si è assistito a un progressivo recupero per le attività, con una crescita costante dei volumi produttivi, almeno per quanto riguarda il settore dell’acciaio, che ad aprile 2012 è risultata superiore del 3,4% rispetto all’anno precedente (fonte Federacciai).
Il settore della metallurgia incide oggi in maniera meno diretta sul prodotto interno lordo delle economie di prima industrializzazione. Il Paese che detiene la quota maggiore della produzione di acciaio a livello mondiale è la Cina, che nel 2010 ha prodotto il 44,4% del totale mondiale. Il continente asiatico (escludendo il Giappone) è quello che detiene la quota maggiore di produzione, seguito dall’Europa, dove i maggiori produttori continuano a essere Germania e Italia. Negli Stati Uniti, la produzione di acciaio ha fortemente risentito del periodo della crisi finanziaria iniziata nel 2007, passando da una quota costante di 100 milioni di tonnellate all’anno (fino al 2007), a un valore di 60 milioni di tonnellate (nel 2010).
Elisa Barbieri, Lucia Bazzucchi