influenza
Febbre, tosse e starnuti
L'influenza è una malattia provocata da alcuni fra i virus più contagiosi che si conoscano, quelli appartenenti agli Orthomixovirus. Per tenerla sotto controllo le autorità internazionali sorvegliano la diffusione del virus e preparano i vaccini. Ogni anno si ammalano di influenza milioni di persone. Di solito la malattia passa da sé, ma se il fisico non è in forma è meglio comunque prevenire la malattia vaccinandosi
Gli antichi credevano che fosse provocata dagli influssi negativi degli astri e per questo la chiamarono influenza. Oggi invece sappiamo che questa malattia, che ogni anno costringe a letto milioni di persone, è causata da alcuni virus, gli Orthomixovirus, che furono individuati in Inghilterra nel 1933. Questi virus, parenti fra loro, non sono però tutti 'cattivi' allo stesso modo.
Quelli appartenenti al tipo C, per esempio, provocano al massimo qualche starnuto. Quelli di tipo B invece ci fanno ammalare più seriamente. Ma i peggiori di tutti sono quelli del tipo A, che attaccano l'uomo ma anche altri animali (in particolare, uccelli e suini) e possono trasmettersi da una specie all'altra. Oltre a causare le influenze più violente, i virus di tipo A possono provocare le pandemie, cioè epidemie che si diffondono rapidamente tra un numero molto alto di persone in tutto il mondo. Se durante un'epidemia influenzale si ammala dal 5 al 30 % delle persone, quando c'è una pandemia arriva ad ammalarsi anche il 70 % della popolazione.
Nel corso del Novecento ci sono state tre pandemie nel mondo: la prima fu quella dell'influenza spagnola, che fra il 1918 e il 1920 provocò più morti della Prima guerra mondiale: circa 20 milioni! Le altre due, chiamate rispettivamente asiatica e influenza di Hong Kong, si sono invece verificate nel 1957 e nel 1968. È difficile prevedere quando ci sarà la prossima pandemia. Tuttavia i medici non sono disposti a farsi cogliere impreparati. Così, già dagli anni Cinquanta del Novecento, l'Organizzazione mondiale della sanità ha attivato una rete di sorveglianza fatta di medici che tengono sotto controllo la diffusione dei virus dell'influenza. A partire dalla fine degli anni Novanta, questi medici-sentinella hanno iniziato a seguire con molta attenzione il comportamento del virus H5N1, che provoca la cosiddetta influenza aviaria (nota anche come influenza dei polli). Si teme infatti che, trasmettendosi dai volatili all'uomo, questo virus possa scatenare una nuova pandemia.
La sorveglianza sanitaria a livello internazionale permette anche, ogni anno, di scoprire quando e dove si verificano i primi casi di influenza. Al primo allarme, il virus è isolato e analizzato in laboratorio al fine di ottenere il vaccino, che viene reso disponibile all'inizio di ogni stagione influenzale (di solito, in Italia, a partire dalla metà di ottobre). Ma chi deve vaccinarsi? L'influenza di solito dura pochi giorni e passa senza lasciare conseguenze. Se però il corpo è già debole, le complicazioni possono essere gravi. Per questo i medici raccomandano la vaccinazione alle persone che hanno più di 65 anni e a tutti coloro che soffrono già di malattie dell'apparato circolatorio, di diabete, di malattie respiratorie (compresa l'asma) e di altre condizioni che hanno indebolito il fisico. Il virus dell'influenza cambia di anno in anno, e per questo il vaccino deve essere ripetuto all'inizio di ogni stagione.
Il virus si trasmette da un individuo all'altro attraverso le goccioline di saliva emesse con la respirazione, i colpi di tosse e gli starnuti. Una volta penetrato nelle vie respiratorie, l'agente infettivo provoca febbre sopra i 38,5 °C , brividi, dolori alle ossa, tosse, raffreddore e mal di gola. In questo caso bisogna rassegnarsi a passare qualche giorno a casa, al caldo. Se la febbre sale troppo si possono prendere farmaci che la tengono sotto controllo (per esempio, il paracetamolo). Altri farmaci sono utili contro i dolori alle articolazioni, il mal di testa e il mal di gola: è il caso dell'aspirina, che però non va data ai bambini che hanno meno di 12 anni. Gli antibiotici in questi casi invece non servono a nulla, perché uccidono soltanto i batteri, ma non hanno nessun effetto sui virus.
Ma la raccomandazione più importante è quella di rimanere in casa finché non si è completamente guariti: chi non lo fa infatti può andare incontro a ricadute e, portando a spasso il virus, rischia di contagiare gli altri.