ipnosi e trance
Uno stato artificiale di coscienza tra il sonno e la veglia
L'ipnosi è un fenomeno complesso tra il fisico e lo psichico, di antica origine, del quale non si è ancora ben chiarito il meccanismo. Fu praticato nell'antichità da sacerdoti e taumaturghi, in seguito fu sfruttato a fini spettacolari e, nell'Ottocento, fu studiato e utilizzato dalla medicina ufficiale. Anche oggi è adoperato negli spettacoli di magia e come particolare tecnica terapeutica
Il fenomeno dell'ipnosi è da sempre circondato da un alone di pregiudizi e di superstizioni. Comunemente si pensa all'ipnosi come a un fenomeno tra la magia e l'imbroglio, nel quale l'ipnotizzatore ‒ un uomo con occhi penetranti vestito di nero ‒ dice alla 'vittima' "A me gli occhi!", la fa cadere in uno stato di dormiveglia e poi le impartisce bizzarri ordini che vengono puntualmente eseguiti. Ma questa, per fortuna, è solo la caricatura dell'ipnosi.
L'ipnotizzatore non è affatto un mago, non possiede alcuna capacità soprannaturale; è solo qualcuno che ha imparato una tecnica di suggestione: cioè sa come influenzare la volontà e la fantasia di qualcuno con le parole. Per parte sua, si lascia ipnotizzare solo chi lo vuole e quando lo vuole. Nessuno farebbe mai in stato di ipnosi niente che non voglia davvero fare.
L'ipnosi è stata praticata da sacerdoti e stregoni fin da tempi antichissimi, ma è solo in epoca moderna che è stata studiata da un punto di vista scientifico.
All'inizio dell'Ottocento il medico viennese Franz Anton Mesmer fa l'ipotesi ‒ poi rivelatasi assolutamente falsa ‒ che l'ipnotizzatore emetta un potente 'fluido animale'. Egli ottiene un gran successo spettacolare nel grande pubblico dei profani, ma viene condannato dalla medicina ufficiale come ciarlatano e simulatore. Alla fine dell'Ottocento, invece, il neurologo francese Jean-Martin Charcot comincia a usare l'ipnosi per la diagnosi e la cura delle pazienti malate di isteria ricoverate nell'ospedale parigino della Salpêtrière. Egli dimostra che alcuni sintomi fisici (dolore, rigidità muscolare, paralisi) possono essere causati da problemi psicologici inconsci, ma possono anche essere guariti da suggestioni offerte dal medico alla paziente in stato di ipnosi: per esempio, dicendole con voce autorevole "quando ti sveglierai sarai in grado di camminare senza dolore". Nella condizione ipnotica infatti il medico assume temporaneamente l'autorità di un genitore nei confronti di un bambino.
Sigmund Freud, allievo di Charcot, cominciò a sua volta a curare la nevrosi isterica con l'ipnosi, ma presto fu insoddisfatto dei risultati momentanei e superficiali e la abbandonò per creare invece la nuova scienza della psicoanalisi.
Lo stato psicofisico indotto dalla tecniche ipnotiche è denominato trance, dal latino transire "passare, andare oltre"; la trance consiste infatti nel passaggio da uno stato di coscienza a un altro che comporta una percezione alterata di sé stessi, del proprio corpo, del mondo circostante. L'esatta natura del fenomeno rimane ancora da chiarire, ma nella trance si esprime, senza dubbio, l'indissolubile intreccio tra la mente e il corpo. Pensieri ed emozioni esercitano effetti sul funzionamento del nostro corpo che a sua volta influenza la nostra psiche; oltre alla trance indotta dall'ipnosi, esistono altre condizioni capaci di provocare un'analoga alterazione psicofisica. Il passaggio dalla veglia al sonno e il dormiveglia sono piccoli esempi di trance naturale. Talvolta, uno stato di trance si può realizzare in seguito a un trauma psichico o corporeo. Pensiamo a quante volte ci è capitato di sentire che in seguito a una violenta emozione, a un dolore inatteso, qualcuno ha commesso azioni senza averne coscienza o ha parlato 'come in trance'.
Le condizioni di deprivazione sensoriale ‒ assenza di stimoli visivi, sonori, tattili ‒ possono provocare un'alterazione temporanea dell'orientamento nello spazio e nel tempo, determinando una trance simile a quella ipnotica, come accade talvolta a chi sia stato imprigionato in un luogo buio o tenuto con gli occhi bendati e privato degli stimoli necessari a orientarsi. Al contrario, uno stato di trance può essere raggiunto attraverso un eccesso di stimolazione sensoriale, come accade attraverso la partecipazione a canti, danze dai ritmi incalzanti e ripetitivi che alterano temporaneamente l'orientamento e la percezione della realtà.
La trance dance è una danza nella quale i partecipanti, bendati, eseguono un insieme di movimenti, su ritmi derivati dalle danze rituali di diverse culture, fino a raggiungere uno stato di trance. Nel nostro paese la manifestazione musicale della notte della taranta, che si svolge in estate nel Salento pugliese, racconta, attraverso il ballo della pizzica, il fenomeno suggestivo del tarantismo. Taranta è il nome di un ragno velenoso che morde e 'pizzica' provocando agitazione psicomotoria; da qui il nome di tarantismo per indicare stati di alterazione della coscienza, trance estatiche o tormentose. Il tarantismo nacque in Puglia nel Medioevo come danza rituale che permetteva l'esibizione senza limiti delle tarantolate, donne in stato di trance o in preda a isteria, fino a quando il loro protettore s. Paolo non avesse concesso la grazia.
In queste situazioni, così come nella trance estatica o mediatica, la suggestione e l'autosuggestione hanno un ruolo fondamentale.
Fenomeni di trance sono presenti anche in altre aree culturali: in Turchia alcuni membri di una confraternita religiosa musulmana, i dervisci rotanti, praticano una particolare forma di danza a sfondo mistico: ruotando molto velocemente su sé stessi, raggiungono uno stato di trance che permette loro di compiere straordinarie evoluzioni continuando a girare come trottole senza mai cadere.
Anche l'atleta impegnato in imprese estreme ‒ dal saltatore che prepara il suo volo con l'asta agli alpinisti che conquistano l'Himalaya ‒, attraverso l'assoluta concentrazione per raggiungere il suo obiettivo, dimentica sé stesso e così supera i propri limiti attraverso un nuovo stato di coscienza provocato dalla trance.
Ai nostri giorni, dopo che ci siamo liberati dei pregiudizi e degli aspetti spettacolari del fenomeno, l'ipnosi continua ad avere uno spazio, più limitato ma più serio. Alcuni medici o psicologi imparano (innanzi tutto su sé stessi) le tecniche di rilassamento muscolare, di controllo dei ritmi del respiro, stati che essi inducono poi nella persona che si sottopone a ipnosi e che raggiunge in tal modo una condizione di quiete, di passività momentanea, di concentrazione su sé stessa e sul proprio stato fisico e psicologico.
L'ipnotizzatore fa accomodare il paziente da ipnotizzare su un lettino o su una poltrona, in un ambiente tranquillo, a luce soffusa e moderatamente riscaldato. Poi gli parla con voce calma e monotona, invitandolo a respirare profondamente, a chiudere gli occhi, a lasciarsi andare. Ovviamente, tutto questo funziona solo in un clima di fiducia. Con il tempo e l'allenamento, si può così imparare a regolare la tensione, a superare disturbi come il prurito incessante o l'insonnia.
Talvolta l'ipnosi si può utilmente usare per non sentire dolore, per esempio durante piccoli interventi dentistici, oppure durante il parto. Una gran parte del dolore fisico, infatti, è causato dalla tensione muscolare e dalla paura che accompagna l'aspettativa di una sensazione penosa. Dopo un buon addestramento, si può imparare a praticare anche l'autoipnosi; cioè a indurre in sé stessi suggestioni di rilassamento, benessere, sonnolenza, quiete.
L'ipnosi al servizio della psicologia e della medicina è dunque una tecnica utile, relativamente semplice, non costosa, che non richiede l'uso di farmaci. Va però praticata da persone competenti ed esperte, che non sfruttino la credulità del pubblico per offrire illusioni e false speranze.