D'ASTE, Ippolito
Autore drammatico nato a Recco Ligure nel 1810, morto a Genova nel 1866. Seguendo l'indirizzo del momento, si dedicò alla tragedia di tipo alfieriano, preoccupandosi assai più della "sentenza", con un significato di riscossa nazionale, e dell'effetto scenico, che non dello studio dell'ambiente e della verità storica dei personaggi. Tra le sue tragedie migliori sono: Sansone, Spartaco, Codro, Nerone, Mosè, ecc. Nel dramma (specialmente nella Teresa Mazzanti) accentuò la nota politica, e le allusioni all'Austria si fecero assai più vibrate per quanto sempre nei limiti permessi dalla censura.
Il figlio Ippolito Tito, autore drammatico e letterato (nato a Genova nel 1844), insegnò letteratura italiana a Udine e a Genova. Al teatro dedicò la miglior parte della sua attività, riportando veri successi. Tra i numerosi suoi lavori sono da ricordare, tra i drammi: Giovanni Cappadoce (1872), Shakespeare (1876), Luigia De La Vallière (1878), ecc., e tra le commedie: Occhi d'Argo (1874), La spada di Damocle (1876), La Duchessina (1881), La china del vizio (1881), La colpa dei padri (1878), Raggio di sole (1881), Il tallone d'Achille (1888), Falsa traccia (1888), ecc. Nei suoi lavori c'è una sicura visione della scena; nelle commedie un'acuta osservazione della realtà. Pubblicò un volume di commediole per l'infanzia, due romanzi: Ermanzia (1879), Mercede (1888), e alcuni volumi di novelle.