MEDICI, Ippolito de'
Cardinale. Figlio illegittimo di Giuliano duca di Nemours, nacque nel 1511 a Urbino e fu educato a Roma per cura di Leone X. Inviato nel 1524 a Firenze da Clemente VII, fu nominalmente "capo della città", quantunque il governo fosse in mano del cardinale Passerini, e fu cacciato con questo nel 1527. Riccamente provveduto di benefizî, cardinale (10 gennaio 1529), legato di Perugia (3 maggio), vicecancelliere della Chiesa (3 luglio 1532), tenne nel suo palazzo in Campomarzio una corte sontuosa e visse da gran signore, piuttosto che da ecclesiastico. Inviato in Germania (luglio 1532) per arruolare milizie contro il Turco, prese parte alla spedizione, poi sembrò volere far guerra per proprio conto in Italia e fu incarcerato per ordine dell'imperatore. Rilasciato, subito entrò in trattative con questo per la costituzione della lega italiana; ed ebbe poi dal papa la legazione delle Marche (5 settembre 1534). Ma, con gran dolore di Clemente VII, egli pensava piuttosto a intrigare per togliere Firenze ad Alessandro de' Medici; e, morto il papa, raccolse nel suo palazzo i fuorusciti fiorentini, dai quali fu nominato "curatore della libertà della patria". È ben probabile tuttavia che ad Alessandro egli volesse sostituire sé stesso, fidando in Paolo III, di cui era stato fra i principali elettori, e nell'imperatore, al quale aveva inviato un memoriale. Partito da Roma ai primi di luglio del 1535, forse per raggiungere Carlo V, morì a Itri il 10 agosto, probabilmente per gli stravizî e la malaria, sebbene si dicesse di veleno per mandato di Alessandro.
Bello d'aspetto e ricco d'ingegno e di cultura, autore di rime, traduttore in versi sciolti del II libro dell'Eneide, che dedicò all'amica Giulia Gonzaga, irrequieto, ambizioso, circondato di poeti, di eruditi, di artisti, di musici, ma anche "de bravi et sbricchi" questo "diavolo matto" fu tra le più bizzarre figure di quell'età.
Bibl.: L. A. Ferrai, Lorenzino de' Medici e la società cortigiana del Cinquecento, Milano 1891; B. Amante, Giulia Gonzaga, Bologna 1895; A. Luzio, Un pronostico satirico di Pietro Aretino, Bergamo 1900; M. D'Ercole, Il cardinale I. d. M., Terlizzi 1907; G. Pieraccini, La stirpe dei Medici di Cafaggiuolo, I, Firenze 1924, pagina 319 segg.