Iran
Un paesaggio aspro e una grande ricchezza nel sottosuolo
Un territorio enorme, aspro e povero, ma con la ricchezza del petrolio; l'eredità di uno dei più dinamici imperi dell'antichità, ma con un rigoroso attaccamento alla religione: l'Iran miscela questi ingredienti contraddittori e tenta uno sviluppo difficile. Un paese bellissimo e problematico, un popolo fiero della secolare indipendenza, una cultura ricca e sfaccettata
L'enorme territorio dell'Iran è montuoso e arido. Lungo i suoi confini si trovano alti monti: a nord gli Elburz, sul Mar Caspio, che arrivano a 5.605 m (vi si trova Teheran, la capitale), e la catena dei Kopet-Dag (oltre i 3.000); a est altre catene, che raggiungono i 4.000 m, dominano il confine con l'Afghanistan e il Pakistan; anche a sud è tutta una successione di montagne, che prosegue con gli Zagros, a sud-ovest, e con i monti dell'Azerbaigian: qui alcune cime superano i 4.000 m, come altre ancora nell'interno del paese. Si tratta di monti giovani, parte del corrugamento alpino-himalayano; molti sono i vulcani, non più attivi, e la regione è fortemente sismica.
Tra queste montagne si aprono altipiani e vaste conche pianeggianti, però aride, a volte proprio desertiche, come i grandi deserti di Kavir e di Lut, ricoperti di sale; anche i laghi sono salati. L'aria umida non riesce a superare i monti che circondano l'Iran, e le precipitazioni sono scarsissime; il clima è quindi continentale, con inverni molto freddi e fortissime differenze tra giorno e notte e tra estate e inverno.
Pianure 'utili' si trovano a sud-ovest ‒ dove sfociano in mare l'Eufrate e il Tigri e altri fiumi iraniani (Karun, Karkheh) ‒ e in strette strisce lungo il Mar Caspio e la costa meridionale. Sorgenti e fiumi, e soprattutto le abbondanti acque sotterranee, formano oasi nelle valli tra le montagne, dove è possibile coltivare la terra, scavando pozzi e conservando molto attentamente l'acqua; sui monti e sugli altipiani si può solo pascolare il bestiame.
Malgrado tutto, il territorio iraniano è popolato da tempi antichissimi, specie nelle regioni montuose occidentali e settentrionali, dove sono le principali città (Tabriz, Mashhad, la splendida Isfahan, Shiraz). Qui si sviluppò la grande civiltà persiana e un importante Stato che ha conservato nei secoli quasi lo stesso territorio, anche grazie alla 'difesa' delle montagne. La popolazione è quasi tutta musulmana, ma è formata da Persiani solo per metà: nelle regioni periferiche sono presenti consistenti minoranze (Azeri, Curdi, Arabi), in parte nomadi.
Nel Novecento sono stati trovati immensi giacimenti di petrolio, la vera ricchezza dell'Iran. Con altri minerali (carbone, gas, ferro e altri metalli), il petrolio ha permesso di non dipendere più dall'agricoltura (cereali, soprattutto, e frutta) e dalla pastorizia (ovini: con la lana si fabbricano i celebri tappeti persiani), di avviare una prima industrializzazione (metallurgia, tessile) e di migliorare le infrastrutture del paese. Questa modernizzazione di tipo occidentale fu interrotta dalla rivoluzione khomeinista. Oggi l'Iran sta riprendendo a crescere e ad aprirsi all'esterno, malgrado la difficoltà di rapporti con gli Stati Uniti e un'organizzazione sociale troppo rigida, dettata da regole religiose applicate con severità. Queste ragioni ostacolano anche lo sviluppo del turismo, che in Iran trova straordinari motivi di interesse storico-artistico e naturale.