Teheran
Capitale moderna di un antico impero
Teheran è una città piuttosto recente e dall’aspetto interamente moderno, capitale di uno Stato, l’Iran, che prosegue la lunga storia dell’antico Impero persiano. L’Iran, con la sua capitale, ha vissuto nel Novecento un periodo travolgente, tra la ricchezza del petrolio e le pressioni delle grandi potenze; la strada della modernizzazione, quindi, era l’unica possibile, malgrado le tante contraddizioni che ne sono derivate
La moderna capitale dell’Iran, Teheran (in persiano Tihran), è al centro di una vasta agglomerazione con circa 10.500.000 abitanti, nella regione centro-settentrionale del paese. La città si è formata ai piedi dell’imponente catena dei Monti Elburz, a 1.173 m di altitudine, in una splendida posizione. I monti alle sue spalle separano la capitale, freddissima in inverno e caldissima in estate, dalle miti e fertili rive del Mar Caspio.
Anche la regione di Teheran è però ricca di cereali e alberi da frutta: la città si trova in una vera e propria oasi, creata già in età molto antica – come altre della stessa fascia ai piedi dei monti – convogliando qui le acque che scendono dall’Elburz con un sistema di canali sotterranei (qanat), escogitato per evitare l’evaporazione dell’acqua.
La città sorse, probabilmente nel 12° secolo, sulla via della seta da Baghdad al Khorasan: una posizione – all’incrocio delle strade che conducono al Mediterraneo, al Caspio, al Golfo Persico e all’India – che chiarisce il ruolo strategico e commerciale di Teheran. A metà del 16° secolo fu munita di mura e diventò capoluogo regionale. Alla fine del 18° secolo venne proclamata capitale della Persia.
A metà Ottocento, mentre a sud resisteva il carattere del nucleo antico, con il suo bazar, le mura vennero abbattute e la città dotata di grandi edifici amministrativi, sorti a nord, come il Palazzo Reale del Gulestan («giardino delle rose»), con il ‘trono del pavone’, capolavoro di oreficeria usato dagli scià, e la Moschea Reale.
Lo sviluppo urbano di Teheran è legato al peso internazionale del paese, cresciuto sullo sfondo dei contrasti tra gli interessi dell’Inghilterra – che mirava a controllare il Medio Oriente – e la politica di espansione asiatica della Russia. La sua posizione era considerata così importante che durante la Prima guerra mondiale la città fu occupata, per precauzione, dai Russi,e nella Seconda da Sovietici e Inglesi insieme. È da notare che in entrambi i casi il paese era rimasto neutrale.
Nella seconda metà del 20° secolo, capitale di un paese che aveva ormai importanza anche economica grazie alle grandi riserve di petrolio, Teheran quadruplicò gli abitanti. Alla metà del secolo la città era stata dotata di grandi arterie di scorrimento, nel quadro di una politica (promossa dallo scià) di modernizzazione e di occidentalizzazione anche nei consumi e nell’uso, per esempio, delle automobili. L’area urbana di Teheran, del resto, si ampliava in continuazione, specie per la costruzione di quartieri residenziali, sempre più a nord, sempre più esclusivi. Intorno alla stazione centrale si sviluppò, invece, la zona industriale.
Tra gli edifici sorti in età contemporanea, monumentali per sottolineare l’importanza della capitale, pochi hanno rilevanza storico-artistica. Quasi tutti sono stati costruiti in uno stile – definito neopersiano – che sovrappone e mescola ricordi della tradizione persiana a elementi architettonici ripresi dalla tradizione dell’Europa occidentale e della Russia. Intorno al centro si trovano vasti quartieri di casupole. Testimonianze artistiche antiche sono conservate nel Museo Iran Bastan e in alcune località dei dintorni.
Il quadro economico è variegato. Oltre alle funzioni politico-amministrative, anche quelle commerciali e artigiane sono sviluppate. Teheran è infatti un mercato agricolo importante, nonché un centro di produzione e di commercializzazione dei celebri tappeti persiani. In aggiunta, sono state create nel secondo dopoguerra industrie meccaniche e della gomma, cementifici, concerie, raffinerie.
La città fu teatro della rivoluzione islamica che portò alla fine del regime dello scià, alle manifestazioni antiamericane e all’occupazione dell’ambasciata usa (1979), e risente dell’isolamento internazionale del paese, schierato in senso antioccidentale: le sanzioni decretate contro l’Iran, oltre all’impoverimento causato dalla lunga guerra con l’Iraq (1980-88), pesano infatti molto sulle condizioni di vita.