IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale)
L'istituto per la ricostruzione industriale (v. italia: Finanze, XIX, p. 784; App. I, p. 747) fu costituito nel 1933, allo scopo di rilevare le partecipazioni azionarie e i crediti immobilizzati delle principali banche italiane, derivanti dalle sovvenzioni accordate alle imprese industriali. L'IRI trae la sua origine dalla sezione speciale autonoma del Consorzio per sovvenzioni su valori industriali, creata nel 1922 con scopi analoghi a quelli dell'IRI, e trasformata nel 1926 nell'Istituto di liquidazione, il quale venne incorporato nella sezione smobilizzi del nuovo ente. Accanto alla sezione smobilizzi operava una sezione finanziamenti che fu soppressa nel 1936 quando l'IRI divenne un ente permanente. Alle necessità finanziarie dell'IRI provvide lo stato con lo stanziamento di 11.115 milioni divisi in 39 annualità di 285 milioni ciascuna.
Sulla base del nuovo statuto, approvato nel 1948, l'IRI è un ente finanziario di diritto pubblico che gestisce le partecipazioni e attività patrimoniali da esso possedute, secondo l'indirizzo generale, stabilito dal consiglio dei ministri con criterî di pubblico interesse, e il cui bilancio è comunicato, in allegato al conto consuntivo dello stato, al parlamento. Il fondo di dotazione è di 60 miliardi, di cui 2 miliardi provenienti da avanzi di gestione realizzati fino al 1941, e gli altri 58 miliardi forniti dallo stato.
L'istituto, per il conseguimento dei proprî fini, è autorizzato a compiere tutte le necessarie operazioni finanziarie. Esso può effettuare riporti e anticipazioni su titoli, può fare sconti di effetti cambiarî, rilascio di certificati di credito e altre operazioni passive per procurarsi i mezzi di tesoreria. L'istituto ha altresì facoltà di acquistare, alla pari o sotto la pari, le obbligazioni da esso emesse; può emettere obbligazioni in valuta legale rimborsabili in conformità dei relativi piani di ammortamento, eventualmente con clausola di anticipato riscatto parziale o totale. Può anche emettere speciali serie di obbligazioni in corrispondenza a determinate partecipazioni azionarie possedute, da costituire in gestione speciale a favore dei portatori di obbligazioni. Tali obbligazioni hanno la durata delle gestioni in corrispondenza delle quali sono emesse; a esse può essere accordata la garanzia dello stato per il pagamento del capitale e degli interessi. Le obbligazioni sono parificate alle cartelle di credito comunali e provinciali, e sono soggette soltanto al bollo di due lire per ogni titolo, con esenzione da qualsiasi tassa o tributo presenti o futuri. Esse sono ammesse di diritto alle quotazioni di borsa; sono comprese fra i titoli sui quali l'Istituto di emissione è autorizzato a fare anticipazioni e possono essere accettate quali depositi cauzionali presso le pubbliche amministrazioni.
Le attività dell'IRI, alla fine del 1946, ammontavano a 26 miliardi. Per ciò che riguarda la ripartizione per rami di attività economiche i dati si riferiscono al 1942, ma sono sufficientemente rappresentativi perché precedenti la svalutazione monetaria. In tale anno gli investimenti, calcolati in circa 26 miliardi di lire, erano così ripartiti: 31% industrie cantieristiche e meccaniche; 29% industrie siderurgiche, chimiche e minerarie; 21% imprese elettriche e telefoniche; 16% imprese di navigazione; 3% industrie agrarie, immobiliari e diverse. L'importanza delle imprese controllate dall'IRI si desume da alcune percentuali della loro produzione rispetto a quella nazionale: per le costruzioni navali essa era dell'80%, per la ghisa dell'80%, per il mercurio del 65% e per i trasporti marittimi del 40%.
Per meglio raggiungere i suoi scopi l'IRI ha costituito quattro società finanziarie, e cioè la Stet, nel 1933, per il settore telefonico; la Finmare, nel 1936, per il settore dei trasporti marittimi; la Finsider, nel 1937, per il settore della siderurgia e la Finmeccanica, nel 1948, per il settore della meccanica e delle costruzioni navali. Per costituire o integrare i capitali delle predette società finanziarie l'IRI ha emesso alcune serie di obbligazioni miste, convertibili in azioni e con partecipazione agli utili, e precisamente: le IRI-Stet, per 400 milioni di lim, nel 1933; le IRI-Mare e le IRI-Ferro, per 900 milioni ciascuna, nel 1937; ed ancora altre due serie di IRI-Ferro (una di 250 milioni e l'altra di 2 miliardi), e le IRI-Meccanica, per 6 miliardi, nel 1948.