Islanda
Fuoco e ghiaccio
Paese di ghiacciai e vulcani, terra al limite dell'abitabile, isola circondata dagli iceberg: abbiamo dell'Islanda un'idea 'estrema', e non a torto. Ma l'Islanda esporta anche succhi di frutta ed è frequentata da turisti, quasi fosse un paese mediterraneo. Condizioni climatiche e geologiche particolarissime, insieme alla tenacia e alle capacità degli abitanti, ne fanno un'isola del tutto speciale
Appena a sud del Circolo Polare Artico, l'Islanda è più vicina alla Groenlandia che all'Europa, ma è considerata europea. In fondo non è né America, né Europa: è sul confine. L'isola emerse dalla dorsale vulcanica che sul fondo dell'Oceano Atlantico separa le zolle europee e americane. Montuosa (fino a 2.119 m), ha molti vulcani attivi: nel 1963, un'eruzione sottomarina formò una nuova isoletta. Le coste ovest e sud sono meno fredde e aride: dalla Corrente del Golfo vi arriva acqua calda che addolcisce la temperatura e genera piogge. L'interno è coperto da ghiacciai.
La popolazione vive nella capitale Reykjavik (con 180.000 abitanti, oltre metà del totale) e in piccole cittadine; l'organizzazione sociale e culturale è eccellente.
I geyser, getti bollenti d'acqua e vapore di origine vulcanica, sono usati per riscaldare case e serre, così la produzione agricola è aumentata e si è aggiunta alla pesca, all'allevamento e all'estrazione di minerali. Ma oggi anche industrie e soprattutto attività di servizio sono molto sviluppate.
Il clima rigido e la posizione isolata dell'Islanda rispetto ai grandi traffici marittimi hanno determinato un popolamento tardivo dell'isola che solo a partire dal 9° secolo ha conosciuto un insediamento umano stabile. La colonizzazione dell'Islanda, che fu chiamata la Terra dei ghiacci dai primi Vichinghi che vi sbarcarono, si intensificò alla fine del 9° secolo: i coloni norvegesi, prevalentemente guerrieri nobili, costituirono nel paese molte piccole comunità autonome e nel 930 diedero vita a una sorta di assemblea degli uomini liberi (Althing), considerata il primo parlamento d'Europa.
Nel 1264 il paese perse l'indipendenza e divenne un dominio della Norvegia; alla fine del 14° secolo, insieme alla Norvegia, passò alla Danimarca, che vi esercitò per molti secoli un governo dispotico imponendo con la violenza la riforma luterana. Uscita dall'immobilismo alla fine del 19° secolo, l'Islanda avviò il suo cammino verso l'autonomia nel 1918, con il riconoscimento di Stato sovrano indipendente unito alla Danimarca nella persona del re. Con la Seconda guerra mondiale si accelerò lo scioglimento di questa unione e il 17 giugno 1944 fu proclamata la repubblica.
Nella seconda metà del 20° secolo la vita politica islandese ha ruotato intorno a due grandi temi: i rapporti con gli Stati Uniti, cui l'Islanda ha concesso nel 1951 la base aerea di Keflavík nell'ambito degli accordi della NATO, e il problema dei diritti di pesca, motivo di una lunga controversia con la Gran Bretagna prima, e più recentemente con la Norvegia e la Danimarca. La cosiddetta guerra del merluzzo con la Gran Bretagna si concluse nel 1976 con la firma di un accordo largamente favorevole all'Islanda. Molto rilevante nel paese la presenza femminile nella vita politica: molte le donne elette in Parlamento, un partito, Alleanza femminile, e per oltre quindici anni, dal 1980 al 1996, una donna presidente della Repubblica, Vigdis Finnbogardóttir, rappresentante delle sinistre.