ISLANDA
(islandese Ísland)
Isola dell'oceano Atlantico settentrionale, situata a ridosso del circolo polare artico, a una distanza di oltre km. 800 dalle coste della Scozia e di oltre km. 1000 da quelle della Norvegia.Sulla base dei dati finora disponibili, il primo insediamento permanente in I. risalirebbe al sec. 9° e i coloni sembrano essere giunti per la maggior parte dalla Norvegia, in qualche caso dopo essersi stabiliti per breve tempo nelle isole settentrionali e occidentali della Scozia. Essi portarono con sé le proprie tradizioni e le adattarono alla loro nuova terra; d'altro canto nell'isola mancava una popolazione indigena dalla quale apprendere nuovi modelli di vita e alla quale integrarsi.L'influenza dei paesi d'origine è chiaramente visibile nelle prime opere d'arte, per lo più consistenti in oggetti preziosi rinvenuti nel corso di indagini archeologiche, inizialmente in tombe pagane, ove la loro presenza deve essere ricondotta alla tradizione di seppellire i defunti con i propri beni. Dopo l'introduzione del cristianesimo, intorno al Mille, questa pratica venne abbandonata; l'arte della prima epoca cristiana è ancora rappresentata da gioielli, rinvenuti in tesori o in ambienti domestici. Ben presto tuttavia la produzione di opere d'arte si collegò all'attività della Chiesa, che fiorì soprattutto nel periodo tardomedievale. La Chiesa fu anche il tramite attraverso il quale si stabilirono contatti verso il mondo esterno, che aprirono la strada a diverse influenze.Riferimenti all'arte sono frequenti nelle saghe islandesi, ove si accenna alla presenza di decorazione plastica e pittorica delle pareti o di tappezzerie, mentre nella poesia scaldica vengono citati scudi dipinti. Nessun esemplare di questi ultimi si è conservato, mentre restano alcuni esempi di decorazione plastica delle pareti. Un'ulteriore testimonianza dell'arte islandese si ha nella produzione di manoscritti miniati a partire dal 1200 circa.La più antica produzione in metallo prezioso presenta stretti legami con quella dei paesi scandinavi e in genere di quelli che si affacciano sull'Atlantico settentrionale. Tenuto conto di questo, nonché del fatto che sono scarsi i ritrovamenti in I. di oggetti di oreficeria di epoca vichinga, è molto probabile che gli esemplari rinvenuti nell'isola siano tutte opere di importazione. Tale problema non è stato tuttavia esaminato a fondo e in realtà un'indicazione relativa alla lavorazione locale dei metalli preziosi è offerta dal rinvenimento di frammenti di crogioli d'argilla nel corso di scavi effettuati per es. a Reykjavík e nelle isole Westman.Sebbene la maggior parte dei primi manufatti decorati sia stata realizzata secondo gli stili scandinavi dell'arte vichinga, esistono pur sempre delle eccezioni: per es. un buon numero di spilloni ad anello del tipo iberno-norreno (per es. da Gnupverjaafréttur, nel Nord dell'isola; Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 5396), diffuso in tutta l'area nordatlantica e che ebbe il suo momento di massima attestazione nel sec. 10°, e un puntale di cintura del sec. 11° (per es. da Lundur, nel Sud-Est dell'I.; Skógar, Country Mus., S-627), con un motivo orientale presumibilmente originario della Russia o del Baltico. Tali oggetti mostrano l'esistenza di contatti ad ampio raggio, legati ai commerci o ad altri motivi, nel corso dei primi secoli di insediamento.L'unico segno di arte protovichinga, nel tardo stile di Oseberg, è costituito da due fibule ovali del tipo di Berdal (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 5030), identificate come tipo D di Petersen (1928), quello più recente nell'ambito di tale tipologia, in passato datato alla prima metà del sec. 9°; recenti rinvenimenti a Ribe, in Danimarca, sembrano indicare però che le prime fibule del tipo di Berdal risalgano al sec. 8° (Myhre, 1993).La maggior parte dei primi manufatti decorati rinvenuti in I. è realizzata nello stile animalistico successivo, che prende nome dalla nave-sepolcro di Borre, in Norvegia. I motivi principali dello stile di Borre, che è datato tra l'850-875 e il 925-950, sono la 'catena di anelli', l'animale intrecciato e un animale reso in maniera più naturalistica, generalmente retrospiciente. Tra gli oggetti che presentano tale decorazione vanno ricordati soprattutto i puntali di cintura e le fibule circolari e ovali, queste ultime per lo più varianti del tipo 51 di Petersen (1928). Ne è stata ritrovata una coppia ben conservata in una tomba di Dadastadir, nell'I. settentrionale, insieme ad altri ornamenti preziosi (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 15691), tra cui una fibula trilobata di un tipo particolarmente diffuso in Norvegia.Lo stile di Jelling si sovrappose cronologicamente sia allo stile di Borre sia a quello di Mammen, che a questo seguì; esso è esclusivamente basato su un solo motivo, quello dell'animale nastriforme in forma di S. In I. è stato rinvenuto un certo numero di oggetti decorati in questo stile, tra cui fibule ovali, a disco e a forma di lingua ed else di spada.La prima fase dell'arte tardovichinga è caratterizzata dallo stile di Mammen, che risale alla seconda metà del 10° secolo. La forma animalistica che compare in questo stile costituisce un ulteriore sviluppo di quella di Jelling, ma verso proporzioni più naturalistiche; con questo stile compaiono per la prima volta nell'arte vichinga motivi fitomorfi, comuni invece nella coeva arte europea occidentale.I motivi ornamentali dello stile di Mammen sono ulteriormente sviluppati nello stile di Ringerike, che gli succedette e che si ritiene elaborato intorno al Mille, poco dopo la cristianizzazione della Scandinavia, il cui sviluppo fu strettamente connesso con l'attività della Chiesa. I motivi più comuni dello stile di Ringerike sono i viticci, il 'grande animale' e un serpente.In I. si sono conservate numerose tavole lignee con pregevoli esempi di decorazione in questo stile, tra cui quella proveniente da Gaulverjabaer, nell'I. meridionale (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 1974:217). Scoperta nel 1974, essa si è conservata grazie al riutilizzo di cui è stata oggetto, al pari del resto di altri pannelli medievali, a causa della scarsa disponibilità di legno nel paese. Presenta una delicata decorazione fitomorfa consistente in viticci a doppio contorno, che si sovrappongono l'uno all'altro, e foglie simili all'acanto, ritenute più tipiche del tardo stile di Mammen piuttosto che di quello di Ringerike; la tavola è datata alla prima metà del sec. 11° e può aver fatto parte di un arredo. Circa alla stessa epoca risalgono i pannelli provenienti da Mödrufell, nell'I. settentrionale (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nrr. 6096 a-e; 7015). Tredici frammenti decorati sono pervenuti a Reykjavík nel 1910 e nel 1915, altri tre nel 1994; essi si sono conservati grazie al riutilizzo come travi in fattorie e tutti hanno lo stesso genere di decorazione: incroci di doppie volute e viticci singoli con all'estremità una terminazione piriforme, che si allarga sull'ampiezza di ciascuna tavola per poi assottigliarsi fino a terminare in croci e gigli.Di epoca di poco successiva sono i pannelli di Flatatunga (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 15296 a-d). I quattro pannelli conservati, frammentari, presentano una suddivisione in due zone decorative: la superiore reca un'ornamentazione vegetale nel tipico stile di Ringerike, mentre la zona inferiore presenta una serie di figure di santi. Si è ipotizzato che questi pannelli abbiano fatto parte di una più ampia decorazione parietale di una chiesa, forse la cattedrale di Hólar, la sede vescovile nel Nord dell'isola, e costituiscano probabilmente la prima decorazione di una chiesa conservatasi in quell'area. In un altro gruppo di pannelli scolpiti, di analoga funzione e pervenuti frammentari, rinvenuti a Bjarnastadahlíd, nella parte settentrionale del paese (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 8891), è stata individuata un'influenza bizantina; si pensa che essi facciano parte di un Giudizio universale, degli inizi del 12° secolo.L'ultimo degli stili artistici vichinghi, creato nel secondo quarto del sec. 11° e in uso fino al 12°, è quello di Urnes, che deve il suo nome agli eleganti intagli di una stavkirke norvegese. I motivi principali sono animalistici, in particolare quadrupedi stilizzati, animali e serpenti nastriformi. In I. si conservano numerosi oggetti decorati in questo stile, il più bello dei quali è la fibula d'argento a traforo, proveniente da Tröllaskógur (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 6524), che presenta il tipico animale assottigliato dello stile di Urnes, intrecciato a due serpenti, motivo che trova frequenti paralleli in Scandinavia.Con l'accrescersi degli influssi provenienti dall'Europa occidentale, gli stili artistici vichinghi vennero gradualmente sostituiti dall'arte romanica, sebbene sia ancora possibile cogliere la presenza di qualche attardato motivo derivato dagli stili più antichi. I motivi animalistici vennero in larga misura sostituiti da viticci e foglie d'acanto intrecciati, sebbene compaiano ancora draghi e leoni. Questo stile fiorito in I. è ampiamente attestato da oggetti legati all'ambiente ecclesiastico, non di rado in legno, come nel pregevole esempio della porta della chiesa di Valthjófsstadur (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 11009), che è databile intorno al 1200. Nella sua forma attuale essa è costituita da due pannelli decorativi circolari: il superiore presenta la Storia del cavaliere che salva il leone uccidendo il drago, l'inferiore le immagini di quattro draghi alati che si mordono la coda a formare un cerchio.Si sono conservate anche tavole decorate in stile romanico: alcune di esse sono stipiti di porte provenienti con ogni probabilità da portali di chiese, come per es. quelle di Hrafnagil (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nrr. 782, 1080, 4883, 5365-5367) e di Laufás (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 395); in altri casi la funzione non è altrettanto chiara, ma tutte hanno in comune l'organizzazione della decorazione in campi circolari.Sebbene molti dei manufatti destinati alle chiese fossero importati, anche dall'Inghilterra e dalla Francia, per alcuni è stata ipotizzata un'origine locale. La più antica immagine sacra conservata è una figura di Cristo crocifisso, scolpita in legno di betulla, proveniente dalla chiesa di Ufsir, nella parte settentrionale del paese (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 4795). Essa mostra un uomo barbato con corona, in stile romanico, databile all'11° o al 12° secolo. Il pastorale del sec. 12° (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. S2), in dente di tricheco, ritrovato nella tomba del vescovo Páll a Skalholt, la sede vescovile nel Sud del paese, è decorato, forse da maestranze locali, con animali scolpiti che hanno confronti con i portali lignei della chiesa di Urnes.Si sono inoltre conservati alcuni calici d'argento, forse realizzati in I. all'inizio del sec. 13°; gli esempi migliori provengono dalla chiesa di Fitjar (Reykjavík, Thjódminjasafn Íslands, inv. nr. 6859): la decorazione del piede e del gambo del calice consiste in fasce a motivi fitomorfi di stile romanico con girali abitati da uccelli e dragoni.L'esempio più antico di miniatura islandese è una copia del Physiologus, datata al 1200 ca. (Reykjavík, Stofnun Arna Magnússonar, 674a). Anche in quest'opera come in altre successive è possibile individuare un'influenza inglese.Verso la fine del sec. 13° si evidenziano alcune variazioni negli stili artistici. I motivi circolari scomparvero e all'arco a tutto sesto si sostituì gradualmente l'arco acuto gotico. I mutamenti sono altrettanto chiari anche nelle immagini religiose, come nel caso del reliquiario del sec. 13° proveniente da Keldur (Copenaghen, Nationalmus., inv. nr. 923), nel quale scompare la rigidità dello stile romanico, mentre le immagini acquistano un carattere più vivace.
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