ISLANDA (XIX, p. 622; App. I, p. 739)
Popolazione. - Ecco i dati statistici relativi ai due ultimi censimenti.
Al 31 dicembre 1946 la popolazione era di 132.750 abitanti.
La capitale, Reykjavik, ha aumentato di sette volte la sua popolazione negli ultimi cinquant'anni. Nessun altro centro abitato tocca i 10.000 ab. e nemmeno i 2/5 della popolazione sono considerati urbani.
Economia. - La pesca rimane la maggiore riserva del paese; il progresso è continuato durante la guerra, e l'isola conta oggi una flottiglia delle più moderne e razionali d'Europa (381.500 t. di pesce nel 1943; nel 1945 il prodotto della pesca fu valutato a circa 5,3 milioni di sterline). L'utilizzazione industriale delle sorgenti calde di cui l'isola è copiosa è in promettente sviluppo.
Commercio. - L'Islanda registra nel periodo postbellico un'eccedenza delle importazioni sulle esportazioni, contenuta tuttavia in limiti modesti. Gli Stati Uniti occupano ora il primo posto tra i paesi fornitori, seguiti dalla Gran Bretagna e dal Canada. Le esportazioni sono dirette soprattutto in Gran Bretagna.
La marina mercantile contava nel 1946 una cinquantina di piroscafi (complessive 20.000 t. di stazza), e 450 navi a motore (23.000 t.).
Ordinamento politico. - Dal 1944 (v. appresso: Storia) l'Islanda costituisce una repubblica indipendente. La nuova costituzione stabilisce che il presidente, di elezione popolare, resti in carica quattro anni. Il parlamento (Althing), elettivo, è composto al massimo di 49 membri. Un terzo dei membri del parlamento costituisce la Camera alta (Efri Deild); il resto, la Camera bassa (Nedhri Deild). Le funzioni del governo sono demandate ai ministri responsabili.
Finanze. - Le finanze pubbliche hanno avuto il seguente andamento:
Il debito pubblico al 31 dicembre 1945 ammontava a 55 milioni di corone (di cui 10 verso l'estero). La circolazione monetaria è aumentata da 15 milioni di corone nel 1939 a 172 al 31 ottobre 1948.
Storia. - Nel 1940 cadeva il termine entro il quale l'Islanda poteva denunciare il trattato federale che essa aveva stipulato nel 1918 con la Danimarca. Gli avvenimenti bellici dell'aprile 1940 resero però più urgente la revisione e misero l'Althing islandese nella necessità (10 aprile) di attribuire al governo l'esercizio delle prerogative reali e la condotta della politica estera, non riconoscendo il fatto compiuto dell'occupazione tedesca della madre patria. Un mese dopo, in seguito ad accordi con il governo di Londra, truppe inglesi sbarcavano nell'isola (10 maggio) facendone un importantissimo centro militare per la protezione delle rotte dei convogli del nord-Atlantico. Grandi basi aeree vi furono allestite (tra cui di particolare importanza quella di Keflavik) a cura specialmente delle truppe americane, sostituitesi nel luglio 1941 a quelle britanniche nell'occupazione dell'Islanda. L'accentuata importanza strategica della isola e il distacco forzato dalla madrepatria finirono con l'affrettare l'allentamento dei vincoli con il governo di Copenaghen. Il 17 maggio 1941 il governo islandese proclamò lo scioglimento de facto dell'unione con la Danimarca e nominò un reggente nella persona di Svejm Bjoernsson, poi divenuto primo presidente della repubblica; infine, dopo un plebiscito svoltosi il 20-22 maggio 1944, venne proclamata, il 17 giugno 1944, la Repubblica islandese.
Nel dopoguerra l'Islanda è divenuta, insieme a tutti i territorî della zona polare artica, centro della rivalità sovietico-statunitense. La prolungata occupazione delle basi aeree islandesi da parte delle truppe americane, le quali alla fine del 1947 mantenevano ancora personale tecnico nell'aeroporto di Keflavik, hanno causato notevole malumore a Mosca, la quale si affrettò a concludere con la giovane repubblica un trattato commerciale particolarmente a questa favorevole, in base al quale i prodotti islandesi venivano acquistati a un prezzo superiore del 50% a quelli correnti; cosa che non ha mancato di causare nuove concessioni economiche da parte americana. Durante la campagna elettorale del 1946, un'accesa propaganda anti-statunitense venne svolta dal Partito di unità socialista (comunisti e socialisti); le elezioni, tuttavia, svoltesi il 30 giugno 1946, confermarono in gran parte il risultato delle precedenti del 1942, dando, sui 52 seggi del parlamento, 20 posti al Partito dell'indipendenza, formato da conservatori e liberali, 13 al Partito progressista, 9 ai socialdemocratici e 10 all'Unità socialista. In seguito ad esse è stato costituito un gabinetto di coalizione presieduto da J. Stefansson. Il governo, senza seguire un atteggiamento di quiescenza verso gli S. U., ha cercato, sinora con buon risultato, di mantenere l'indipendenza partecipando a tutte le riunioni aventi lo scopo di proclamare la neutralità degli stati scandinavi.