FRISONE, ISOLE (A. T., 44 e 53-54-55)
ISOLE Sono allineate in tre gruppi (Occidentali, Orientali e Settentrionali) lungo la costa del Mare del Nord, fra la Punta di Helder nell'Olanda e la costa occidentale dello Schleswig-Holstein; rappresentano i residui di una costa alluvionale talassogena, orlata da una poderosa catena di dune che le tempeste e le maree spezzarono e in gran parte disgiunsero dalla terraferma, quando il Mare del Nord, come si crede, per la formazione dello Stretto di Calais cessò di essere un mare relativamente tranquillo. Una tale origine delle isole Frisone (o Frisie) è provata, fra l'altro, dal fatto che quasi tutte presentano un nucleo di quaternario antico (solo nelle Settentrionali appaiono terreni terziarî). Durante la bassa marea, il mare che le separa dalla terraferma si ritira, ond'esse si possono raggiungere a piedi asciutti. Si chiama Watt questo fondo limoso e sabbioso che nel riflusso rimane scoperto, fatta eccezione degli stretti solchi (Priele) lungo i quali penetra la marea e delle bocche dei fiumi (Baljen) congiungenti la terraferma col mare.
Le Frisone Occidentali, che appartengono al regno d'Olanda, sono: Texel, Vlieland, Terschelling, Ameland, Schiermonnikoog, Simonszand, Boschplaat, Rottumeroog; fra la Punta di Helder e la foce occidentale dell'Ems esse costituiscono come una barriera che cinge lo Zuider Zee. Circa il 1200, o un po' più tardi, alte maree tempestose formarono questa insenatura, mentre staccavano dalla terraferma Texel, Vlieland e Wieringen. Nuove violente irruzioni del mare ridussero poi a isole Terschelling e Ameland. A oriente di Rottumeroog si allineano le isole del gruppo orientale, che appartengono alla Germania: Borkum, Memmert, Juist, Norderney, Baltrum, Langeoog, Spiekeroog, Wangeroog, tra le foci imbutiformi dell'Ems Occidentale e della Jade. Di queste isole Plinio nomina l'isola Borkum, col nome di Burcana: essa ancora nell'alto Medioevo era assai più grande che al presente, estendendosi molto verso S. fra i due bracci dell'Ems; per la diversione di uno dei quali, verosimilmente nel 1170, se non più tardi, fu divisa in quattro parti, cioè nell'attuale Borkum e nelle isole Juist, Buise e Bant. Le due ultime poi furono ingoiate dai flutti nel 1657 e nel 1743, salvo la parte orientale di Bant, che è Norderney.
Dopo un'interruzione corrispondente alle foci del Weser e dell'Elba, tra le quali la sola isola Neuwerk rimane a rappresentare l'antica catena di dune, questa ricompare nella penisola di Eiderstedt e continua verso N. nella fila esterna delle isole Frisone Settentrionali, che terminano poco a S. del Blåvands Huk. Esse sono Fanø, Manø e Rømø (danesi), Sylt e Amrum (germaniche). I Watten le separano dalla terraferma. Sui Watten stessi sporgono alcune isole abbastanza grandi, come Föhr, Pellworm e Nordstrand e le molte e piccole Halligen che le alte maree sommergono in quelle parti che non sono state artificialmente rialzate coi tumuli di terra qui chiamati Werften (v. frisia). Questo gruppo delle Frisone cominciò a formarsi a partire dalla metà del sec. XIII, dalla distruzione della costa antica. Particolarmente terribili furono le devastazioni del mare nel 1300 e nel 1634. All'ira dei flutti l'uomo contrappose i suoi arginamenti, coi quali riuscì a riconquistare in parte i terreni perduti e a difendere le isole.
Nelle isole Occidentali e Orientali, che constano principalmente di sabbie, queste in parte sono coltivate, in parte sono ancora accumulate in dune. Nelle isole Settentrionali vi sono ampie aree arginate e prosciugate (Marschen) dove si alleva il bestiame e si fanno coltivazioni. Nelle Frisone scarseggiano gli alberi: li uccidono i venti marini, che, impregnati di sale, formano sulle foglie una crosta che ne impedisce le funzioni: solo dove le dune o un fabbricato lo proteggono, può crescere l'albero. Per questa ragione, le dune sono coperte di una vegetazione cespugliosa di piante alofile. Principali occupazioni degli abitanti erano in passato la navigazione e la pesca, assieme alle quali più di recente acquistarono importanza economica le stazioni balneari.
Bibl.: Behrmann, Die ostfriesischen Inseln, in Annal. Hydrogr., 1921; C. Borchling e R. Muuss, Die Friesen, Breslavia 1930; Ch. Jensen, Die nordfries. Inseln, Amburgo 1891 (2ª ed. 1925); H. Philippsen, Das Wattenbuch, Brema, 1925; monografie delle singole isole in Geograph. Arbeiten di Ule, in Veröffentl. d. Inst. für Meereskunde, in Forsch. zur deutschen Landes- u. Volkskunde.