Vedi Salomone, Isole dell'anno: 2014 - 2015 - 2016
Le Isole Salomone costituiscono un arcipelago a est di Papua Nuova Guinea. Si tratta di circa un migliaio di isole sparse nel Pacifico meridionale, su una superficie di 28.900 km2. Il nome deriva dalla massiccia presenza di oro scoperta dal suo primo esploratore, che ritenne il luogo una delle possibili fonti dell’immensa fortuna del biblico re Salomone. Le due isole maggiori sono Malaita e Guadalcanal: su quest’ultima sorge la capitale Honiara. L’arcipelago, indipendente dal Regno Unito dal 1978, è membro del Commonwealth e il suo capo di stato è la regina Elisabetta II d’Inghilterra. A rappresentarla sull’isola, il governatore generale Frank Kabui. Il parlamento ha struttura unicamerale ed è composto da 50 deputati, eletti ogni quattro anni. La politica nazionale, caratterizzata da partiti deboli e da un’elevata instabilità nelle coalizioni governative, si è dimostrata negli anni incapace di affrontare le riforme strutturali necessarie. Sul paese, d’altra parte, pesa ancora l’eredità della guerra civile scoppiata nel 1997. Gli abitanti di Guadalcanal accusavano quelli di Malaita di essersi insediati sulla loro terra e di essersi impadroniti di posti di lavoro e di cariche politiche. Il conflitto tra le milizie delle rispettive fazioni si è concluso nel 2003 con l’intervento della missione di peacekeeping di assistenza regionale (Ramsi), costituita da soldati di diversi paesi dell’area del Pacifico e capeggiata dall’Australia. Nel 2009 è stata allestita una Commissione d’inchiesta per fare luce sui crimini di guerra, mentre la missione Ramsi è rimasta operativa per garantire sicurezza (l’arcipelago non ha un esercito), assistenza al governo e risanamento del sistema economico. Dalla fine del 2011 la componente militare della missione sull’isola si è andata ridimensionando a favore di quella civile e il suo completo ritiro è avvenuto alla fine del 2013. La struttura economica del paese è abbastanza fragile, indebolita dalla crisi internazionale e condizionata dalle calamità naturali – terremoti, alluvioni e tsunami – che ciclicamente si abbattono sulle isole, distruggendo le infrastrutture e costringendo buona parte della popolazione ad evacuare. Sebbene le Salomone restino il paese più povero dell’area, l’economia dovrebbe mantenere il trend positivo degli anni precedenti. Nel 2015 il pil è cresciuto del 3,3%. La maggior parte della popolazione vive di agricoltura di sussistenza e solo un quarto dei cittadini ha un lavoro salariato. Cacao e olio di palma sono gli unici prodotti agricoli esportati. Anche il legname, le cui esportazioni sono in progressivo aumento, rappresenta una fondamentale fonte di introiti. Le miniere, riattivate dopo la chiusura durante la guerra civile, hanno contribuito all’attuale ripresa in modo determinante, nel quadro di un’economia che rimane ancora dipendente dagli aiuti dei paesi donatori e delle istituzioni finanziarie internazionali. Particolarmente importanti, oltre agli aiuti australiani, sono il sostegno del Fondo monetario internazionale e le donazioni per progetti di sviluppo provenienti da Taiwan.