Ivan il Terribile
Il primo zar di Russia
A metà del Cinquecento lo zar Ivan IV il Terribile fu il fondatore della potenza russa. Attraverso l'opera di contenimento della nobiltà ‒ che toccò punte di persecuzione e terrore ‒ e l'espansione territoriale dell'impero lungo tre principali direttrici (Asia centrale, Caucaso e Siberia) Ivan IV ha lasciato un'impronta profonda nella storia russa. Il popolo lo definì Groznyj "Terribile, Minaccioso", e con questo nome è passato alla storia
Nato nel 1530, figlio del principe Basilio III, Ivan visse i suoi primi anni a corte assistendo alle lotte dei boiari, l'antica e potente nobiltà russa che aveva concentrato nelle sue mani un enorme potere. Nel gennaio del 1547 Ivan fu incoronato primo zar di Russia, un nuovo "Cesare" che intendeva affermare la continuità del suo impero con quello bizantino e valorizzare il ruolo di Mosca, capitale della Russia, quale erede di Costantinopoli.
Tra le prime riforme varate da Ivan vi fu il riordinamento dell'apparato militare, con la costituzione del primo nucleo di un esercito professionale, e un ridimensionamento dei privilegi della Chiesa e della nobiltà a vantaggio del rafforzamento degli organi amministrativi centrali dello Stato.
Molto importanti furono le conquiste territoriali che permisero alla Russia di estendere il suo dominio a tutto il corso del Volga, un'importante arteria di commercio, al Caucaso, alla Siberia e all'Asia centrale.
Tutta l'azione politica di Ivan fu finalizzata a distruggere il potere dei boiari, che costituivano una minaccia per l'integrità e il potere assoluto della monarchia. Nel corso del 14° secolo questi erano stati l'arma vincente nelle mani dei granduchi di Mosca, decisi a ridurre all'obbedienza le più antiche signorie della regione e a edificare il primo nucleo del futuro Impero russo. La forza politica dei boiari e il riconoscimento delle loro prerogative si traduceva spesso in arroganza, in acceso spirito di corpo, in anarchia, ribellione e spinte autonomistiche.
Il rafforzamento dell'autorità centrale dello Stato voluto da Ivan, caratteristico dell'operato di tutti i grandi regnanti dell'Europa moderna (Stato moderno; assolutismo), non poteva che portare a un ridimensionamento drastico dei privilegi di questa antica aristocrazia.
Nei primi anni Sessanta del Cinquecento Ivan e la sua famiglia si ritirarono ad Aleksandrov, un piccolo borgo a un centinaio di chilometri da Mosca, che fino al 1581 fu la residenza dello zar e dei suoi fedelissimi. Per circa quindici-venti anni Aleksandrov divenne il centro politico, economico e culturale della Russia e soprattutto il cuore dello Stato di polizia voluto da Ivan, che si apprestava a lanciare nel paese una violenta campagna antinobiliare.
Dal 1564-65 Ivan fece strage di migliaia di boiari. Strumento della sua azione fu la opriŠcnina, una speciale guardia del corpo elevata al rango di nobiltà terriera; a essa era affidata una sorta di amministrazione separata, alle dirette dipendenze dello zar, di un ampio settore della città di Mosca, di una ventina di città nelle regioni centrali del regno e di vasti territori. In queste terre, requisite ai boiari, furono insediati uomini venuti dal nulla che lo zar elevò a funzioni amministrative, di controllo e di sicurezza interna del regno. La città di Novgorod, che aveva rifiutato di sottomettersi alla volontà dello zar, fu rasa al suolo.
Tra gli anni Settanta e Ottanta gli sforzi economico-militari richiesti dalle guerre esterne indussero Ivan ad alleggerire la sua politica repressiva contro i boiari: la lunghezza della guerra in Livonia contro i Polacchi vide alla fine sconfitte le aspirazioni russe a espandere i confini e le continue incursioni del khan di Crimea, con l'incendio di Mosca del 1571, minacciarono la Russia da vicino. Nel 1583, abbandonate le speranze di un'espansione sul Baltico, la Russia, sconfitta, concluse anche la lunga guerra con la Svezia.
Nel 1584, tre anni dopo aver ucciso accidentalmente il figlio Ivan in un accesso di collera, moriva Ivan il Terribile. Alla sua morte seguì un convulso periodo di disordini, durante il quale l'integrità territoriale, amministrativa e politica dell'impero fu fortemente minacciata. All'inizio del Seicento, però, un nuovo zar, Michele Romanov, ricostituì l'autorità dello Stato fondando una dinastia che regnò ininterrottamente in Russia fino alla Rivoluzione bolscevica dell'inizio del Novecento.