Passer, Ivan
Regista e sceneggiatore ceco, nato a Praga il 10 luglio 1933. È stato negli anni Sessanta uno dei principali esponenti della Nová Vlna; la sua carriera è poi proseguita negli Stati Uniti, con opere di diseguale qualità. Nei suoi film P. descrive, sullo sfondo dei piccoli casi della vita quotidiana, un'umanità minore o marginale, che rappresenta con ironia ma anche con partecipazione, senza mai sconfinare nel grottesco né in toni moralistici.
Cresciuto in un famiglia dell'alta borghesia ebraica con interessi artistici (la madre era una nota illustratrice), dopo l'avvento al potere del partito comunista (1948) incontrò notevoli difficoltà per le sue origini sociali e non poté terminare il liceo; tra il 1951 e il 1955 fu così costretto a esercitare i più diversi mestieri. Ammesso poi alla FAMU (Facoltà di cinema dell'Accademia delle Muse) di Praga, ne venne allontanato dopo soli due anni. Rimase tuttavia nel mondo del cinema, e tra il 1960 e il 1963 fu aiuto regista di Ladislav Helge, Zbyněk Brynych e Vojtěch Jasný. Dal 1961 fu al fianco di Miloš Forman, lavorando a vario titolo in tutti i suoi film fino al 1967. Nel 1964 debuttò come regista in Fádní odpoledne (Un pomeriggio noioso), tratto da un racconto di Bohumil Hrabal, che collaborò con P. alla sceneggiatura. Con questo mediometraggio P. inaugurò il suo stile più personale, descrivendo i piccoli accadimenti di un pomeriggio in una birreria di Praga, che, nonostante la loro banalità, diventano metafore della condizione umana. Nel 1966 firmò il primo lungometraggio, Intimní osvětlení (Illuminazione intima), considerato una delle opere più significative della Nová Vlna. Girato con attori non professionisti e quasi privo di sviluppi drammatici, narra l'incontro di due musicisti un tempo amici che, nell'arco di una giornata, rievocano con tristezza ma senza acredine i fallimenti e le delusioni delle loro carriere e delle loro vite.
Dopo la fine della Primavera di Praga (agosto 1968), come molti altri cineasti P. emigrò, recandosi prima in Francia e poi in Gran Bretagna, per stabilirsi, alla fine del 1969, negli Stati Uniti. A causa di varie difficoltà nel reperire finanziamenti, solo nel 1971 poté girare Born to win (Il mio uomo è una canaglia), epopea tragicomica sulle disavventure di un drogato, nella quale il regista non riuscì a fondere in modo convincente i suoi tipici modi narrativi con gli stilemi del cinema statunitense. Analoghe difficoltà incontrò con un'altra commedia nera, Law and disorder (1974; Legge e disordine), e ancor più in due coproduzioni internazionali a carattere commerciale: il poliziesco Crime and passion (1976; Un asso nella mia manica) e l'avventuroso Silver bears (1978; Uomini d'argento), girato in Gran Bretagna. Con Cutter and Bone (1981; Alla maniera di Cutter), ribattezzato in seguito Cutter's way, P. girò invece quello che è considerato il suo miglior film statunitense: drammatica storia dell'impossibile ritorno alla vita civile di un reduce dal Vietnam, rivela un'acuta capacità di analisi psicologica. Di livello inferiore è stata la sua successiva produzione degli anni Ottanta: il fantascientifico Creator (1985; Dr Creator specialista in miracoli) e lo storico Haunted summer (1988; L'estate stregata). Negli anni Novanta ha lavorato soprattutto per la televisione.
Nová vlna. Cinema cecoslovacco degli anni '60, a cura di R. Turigliatto, Torino 1994, pp. 48-49, 110-11, 293-302.