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AASEN, Ivar

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1929)
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AASEN [pron. ósen], Ivar

Giuseppe Gabetti

Glottologo e poeta, che per primo studiò scientificamente la lingua parlata e i dialetti della Norvegia, e ne determinò i caratteri e le leggi fondamentali, così che dopo di lui tutta una letteratura in lingua del paese (Landsmaal) poté svolgersi e fiorire. Nacque a Volden nel Sendmer il 5 agosto 1813, da povera famiglia di contadini. Divenne con grandi sacrifici, maestro di scuola nel paese, e poi istitutore in una famiglia signorile, trovò subito la sua via, e, dedicandosi appassionatamente agli studî linguistici, riuscì in pochi anni a mettere insieme e ad ordinare gli elementi di una prima indagine grammaticale e lessicale sui dialetti della regione: l'opera, per quanto frammentaria, apparve fin da allora così notevole che, nel 1841, l'Accademia delle scienze di Trondhjem gli accordava un sussidio annuale, affinché egli potesse liberamente attendere alle sue ricerche. Per sette anni, dal 1841 al 1848, egli ebbe modo così di percorrere, in ogni senso, la Norvegia, raccogliendo il materiale per i suoi nuovi e più vasti lavori; poi, fermata la sua dimora a Cristiania, vi pubblicò finalmente nel 1848 la Norske Folkesprogsgrammatik (Grammatica della lingua popolare norvegese), e nel 1850 l'Ordbog over det norske Folkesprog (Dizionario della lingua popolare norvegese). Una pensione decretatagli dallo stato gli permise di continuare i suoi studî senza altre preoccupazioni, ed egli estese le sue ricerche in campi particolari col Norske Plantenavne (I nomi delle piante in norvegese, 1860) col Norsk ordsprog (Libro dei proverbî norvegesi, 1868), col Norsk Navnebog eller Samling af Mandsnavne og Kvindenavne (Raccolta dei nomi proprî maschili e femminili, 1878); ma soprattutto nelle nuove edizioni delle sue due opere fondamentali (uscite con nuovo titolo, l'una come Norsk Grammatik nel 1864 e l'altra come Norsk Ordbog med dansk Forklaring nel 1873-74) volse tutti i suoi sforzi a trarre dalle sue ricerche scientifiche un organismo linguistico unitario, tale che potesse diventare lingua letteraria nazionale. Era stato sempre il sogno della sua vita. Già nel suo primo studio giovanile, reagendo contro il dominio letterario della lingua danese, che per secoli s'era accompagnato al dominio politico, egli aveva affermato che "accanto alla lingua scritta straniera anche la lingua parlata nazionale doveva essere posta in luce": che "i dialetti norvegesi, cioè, dovevano essere raccolti ed elaborati da mani esperte, affinché una lingua scritta nazionale potesse nascere, con una propria sistematica ortografia e morfologia": gli scrittori avrebbero avuto così lo strumento necessario per la loro opera, e un grande ostacolo alla elevazione del popolo sarebbe stato abolito. E al di là del rinnovamento linguistico attuato da Bjørnson e da Ibsen, che si limitavano a scrivere in un danese fortemente colorito di espressioni norvegesi l'A. riuscì realmente a promuovere lo sviluppo di una nuova lingua nazionale, riallacciando i dialetti del suo tempo direttamente col norvegese antico, e determinandone, in conformità del norvegese antico, le norme grammaticali. Era la creazione geniale di un uomo, e non poteva imporsi d'un tratto a tutto un popolo. A base della sua costruzione egli aveva messo i dialetti della Norvegia occidentale, e gli scrittori delle altre regioni cercarono naturalmente di far prevalere i diritti della loro parlata: ai contrasti coi fautori del Riksmaal (lingua norvegese su fondamento danese), si aggiunsero così i contrasti interni fra i fautori del Landsmaal (lingua strettamente nazionale). E ne seguì, con varie vicende, un lungo dibattito non ancora concluso (v. norvegia: Lingua). Ma la creazione dell'A. è rimasta ferma, malgrado tutto, nei suoi termini essenziali: e l'A. ha il merito indiscutibile di aver iniziato il movimento, da cui la nuova lingua nazionale si viene formando. Egli stesso, d'altronde, fu anche uno dei primi poeti che scrissero in Landsmaal. Ancora maestro di scuola, aveva composto poesie di tono umoristico, divenute popolari; e continuò anche più tardi, ad alternare col canto le sue più severe indagini. La cantata Ervingen è diventata popolare in Norvegia; e la raccolta Simra (Anemoni) contiene molte liriche schiette e vive, semplici di linea, ma spontanee e melodiose. L'A. morì a Cristiania il 23 settembre 1896.

Bibl.: A. Garborg, A. Hovden e H. Koht, I. Aasen, Granskaren, Maalreisaren, Digtaren. (I. Aasen, scienziato, creatore del Landsmaal, poeta), Cristiania 1913.

Vedi anche
norreno Si dice della lingua e della letteratura dei Norvegesi (dal nordico norron «settentrionale»; ➔ Norvegia). vernacolo L’uso popolare del parlare caratteristico di un determinato luogo o regione, con particolare riferimento ai tratti che lo differenziano dalla lingua letteraria. La distinzione tra dialetto e v., fino a un certo punto analoga a quella che si fa in francese tra dialecte e patois, viene osservata in modo ... linguistica Scienza del linguaggio. Secondo F. de Saussure i compiti primari della l. sono: a) descrivere il maggior numero possibile di lingue storico-naturali e famiglie di lingue sia nella loro funzionalità in un dato momento, sia nel loro divenire attraverso il tempo; sia da un punto di vista interno sia da ... Romanticismo Movimento letterario, artistico e culturale, sorto in Germania e in Inghilterra negli ultimi anni del Settecento e quindi diffusosi in tutta l’Europa nel corso del 19° secolo. Letteratura Definizione Il termine romantic, derivato da romance, appare dapprima in Inghilterra alla metà del 17° sec. con ...
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  • NORVEGESE ANTICO
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