London, Jack
Il fascino dell’avventura
A cavallo fra Ottocento e Novecento, lo scrittore statunitense Jack London scrisse romanzi di avventura, autobiografici, racconti, reportage. Le sue opere descrivono, con sensibilità poetica, il rapporto degli esseri viventi con la natura primitiva e selvaggia. London raggiunse una notevole fama: le riviste americane del tempo facevano a gara per pubblicare
i suoi racconti; i suoi romanzi sono stati tradotti in molte lingue
Alla ricerca del successo per riscattare una vita sfortunata, London vagò nel mondo facendo mille mestieri, sperimentando la povertà più assoluta, la prigionia e infine una vana ricchezza: come il cane Zanna Bianca, protagonista di uno dei suoi più famosi romanzi, che lotta con accanimento per riscattarsi dalla sua misera condizione iniziale.
Nato nel 1878 a San Francisco, in California, figlio illegittimo, Jack London (pseudonimo di John Griffith) fu ben presto abbandonato dai genitori. All’età di dieci anni si trasferì nella città di Oakland dove iniziò a lavorare nel porto tra ladri e contrabbandieri. Svolse i mestieri più diversi, dallo scaricatore al lustrascarpe, dal mozzo allo strillone. Arrestato per vagabondaggio, fu internato in un penitenziario giovanile dove, tuttavia, iniziò a divorare libri su libri, spaziando dalle opere naturalistiche di Charles Darwin a quelle politiche di Karl Marx. Ebbe quindi una formazione da autodidatta, anche se per un breve periodo si iscrisse perfino all’università.
Con un primo racconto, vinse, ancora giovanissimo, un premio che iniziò a farlo conoscere, ma che non gli diede abbastanza da vivere, tanto che partì come cercatore d’oro in Alasca. Fu però chiamato a Londra per scrivere reportage come giornalista, e in seguito inviato in Giappone e in altre parti del mondo come corrispondente di guerra.
Raggiunta definitivamente la fama, con i consistenti guadagni conquistati London tornò in California dove si fece costruire la casa dei suoi sogni, la Casa del lupo, che finì però distrutta da un incendio. Deluso, stanco e ormai dedito all’alcol, dopo ulteriori peregrinazioni finì per suicidarsi a Glen Ellen, in California, nel 1916.
Benché gli intrecci dei romanzi di London siano pure invenzioni, è possibile rintracciare in essi elementi – il vagare solitario, la continua insoddisfazione, la lotta per la sopravvivenza, la forza della natura – che riflettono molto da vicino la sua vita.
Molti sono i romanzi avventurosi, scritti per un pubblico adulto ma divenuti classici per ragazzi: Il richiamo della foresta (1903), Il lupo di mare (1904), Zanna Bianca (1906). Zanna Bianca è un magnifico cane lupo, forte, intelligente, capace di forti sentimenti di odio e di amore nei confronti dei suoi padroni e degli altri esseri umani. Fa mille mestieri: cane fedele di un pellerossa, cane feroce da combattimento, cane da slitta, cane da guardia. E vaga, da un padrone all’altro, attraverso l’America, nella speranza di una vita migliore. Grazie alle avventure di questo coraggioso cane lupo, intorno al 1910 London divenne popolare in tutto il mondo. I giornali ospitavano i suoi reportage, come quello famoso del 1904 sulla guerra russo-giapponese, e le sue inchieste, come quella sulla povertà dell’East End di Londra.
London scrisse anche romanzi autobiografici, come Martin Eden (1909), e politici, come Il tallone di ferro (1908), dove sono esaltate le ragioni del movimento operaio e socialista, oltre a un’infinità di racconti e di saggi pubblicati su riviste. Le opere di London sono state portate più volte sullo schermo cinematografico e su quello televisivo, e molti dei suoi romanzi avventurosi sono divenuti fumetti.
Perché i romanzi di London hanno avuto e hanno ancora tanto successo? Quando si legge un suo romanzo si ha la sensazione di vedere il mondo dall’alto, nel suo insieme; ma questo dà anche un senso di solitudine e di insicurezza. La natura, sempre presente, a volte si mostra incontaminata e dolce, altre selvaggia e crudele. Le opere di London sono pervase da un profondo spirito vitale che affascina il lettore perché lo riporta alla naturalità della vita primordiale. I suoi personaggi, umani e animali, sono fuori dal comune e agiscono seguendo l’istinto naturale, pronti a collaborare, ad amare o a lottare tra loro per la sopravvivenza. E tutto ciò viene descritto con una notevole sensibilità poetica, capace di descrivere sia l’amore sia la brutalità del mondo.