POLLOCK, Jackson
Pittore, nato a Cody, Wyoming, il 12 gennaio 1912, morto in un incidente automobilistico l'11 agosto 1956 a East Hampton, Long Island, N. Y.; è considerato con Arshile Gorky (morto suicida nel 1948) l'iniziatore o meglio il formulatore della grammatica della cosiddetta pittura d'azione (ingl. action painting) degli espressionisti-astratti.
Pittura d'azione in quanto i segni del colore lasciano sempre indovinare i precisi movimenti compiuti dall'artista; ed è quindi necessario, affinché si stabilisca uno stretto legame tra il pittore e il quadro nel suo farsi, che la tela sia di grandi proporzioni, commisurate alla corporatura dell'artista, e che egli dipinga sulla tela stesa per terra per essere "più vicino alla pittura, parte di essa", per poterle girare intorno, "lavorare da tutti e quattro i lati e letteralmente essere in essa". Il quadro ha infatti una vita propria, indipendente dai sentimenti dell'artista, il quale dovrà scoprire quella vita, portarla alla luce per presentarla allo spettatore che abbia una reazione adeguata.
Determinante, per lo stile più personale che P. sviluppò dal 1948 in poi, furono l'influsso di A. Masson, più importante che non quello di Picasso e Miró, e la protezione di Peggy Guggenheim che dal 1943 al 1947 espose, e comprò, regolarmente le opere dell'artista ancora non accettato dal pubblico; queste opere d'altra parte erano ancora di sapore surrealista pur presentando quel carattere di concreta materialità, percepibile nella straordinaria sensibilità di linea e colore, che tanto sarà evidente nell'ultimo periodo quando - con metodi rivoluzionarî, quali lo sgocciolare direttamente sulla tela vernici industriali, smalti, e l'inserire spesso nella composizione corpi estranei - P. riuscì a infrangere non solo l'uso della materia pittorica tradizionale ma l'unità stessa della pittura da cavalletto.
Tra le sue opere più significative: Materia lucente (1946), La cattedrale (1947), Numero I (1949), Numero 32 (1950), Uno (1950), Pali azzurri (1953). In alcune opere eseguite tra il 1952 e la morte notiamo un tentativo di contenere in una struttura organica la frammentarietà, a volte sconvolgente, delle opere sopra elencate: così in Numero otto (1952), Mare profondo (1953), Ritratto e sogno (1953), I quattro opposti (1953). Alta qualità hanno anche le opere grafiche, eseguite su carta o cartone, con ducotone, con acquerello, tempera, matita, carboncino, inchiostro, spesso combinati insieme e sempre tenendo conto del colore e della qualità della carta. Questi suoi disegni hanno un valore compiuto, e molti di essi presentano un ductus calligrafico, di effetto decorativo e nello stesso tempo pieno di suggestione, che ricorda la scrittura cinese. Vedi tav. f. t.
Bibl.: H. Vollmer, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler der XX. Jahrh.s., III, Lipsia 1956; N. Ponente, J. P., Roma 1958 (Cat. della mostra organizzata alla Galleria Naz. d'Arte mod. di Roma dal Museum of Modern Art di New York; introduz. di S. Hunter; bibliogr. completa); N. Ponente, Peinture moderne. Tendances contemporaines, Ginevra 1960, pp. 131-136, 200 e passim.